Reddito di Cittadinanza: facciamo chiarezza.
Di questi tempi bisogna fare molta attenzione nel rilasciare dichiarazioni.
Chiunque abbia dei dubbi - e una volta avere dei dubbi era sinonimo di intelligenza: "cogito ergo sum" ci insegnavano a scuola - oggi viene etichettato con grande facilità.
Qui in redazione, più leggiamo i giornali, più ci confrontiamo con imprenditori e lavoratori, più i dubbi aumentano. Uno fra questi è proprio il dubbio che fra informazione, imprese e lavoratori ci sia una distanza abissale.
Il tema del Reddito di Cittadinanza è un tema cruciale, perchè è stato il capo espriatorio su cui si sono riversati gli oppositori del M5S che senza ombra di dubbio non ha gestito il provvedimento in maniera "professionale" (diremmo noi, gente di azienda) a partire dalla sciagurata idea di affidare a tal Mimmo Parisi dal Mississippi (Abre numa nova janela) la gestione di un sistema informatico di cui si è persa traccia. Ma non le sue note spese. E questo "è un fatto" (diremmo noi, gente di stampa).
Ma il Reddito di Cittadinanza ha anche subìto - e con lui tutti quei personaggi assunti per farlo funzionare, i Navigator - una shitstorm giornalistica senza precedenti, insultando, screditando e alimentando un odio incomprensibile nei confronti di Persone, molte delle quali competenti e con un percorso professionale verificabile.
Nessuno ha mai pensato di analizzare a fondo il tema e quali siano i veri ostacoli al funzionamento di una misura nata per contrastare la povertà, a partire dalla struttura dei Centri per l'Impiego che da anni succhiano risorse economiche e umane per intermediare appena il 2% della domanda nazionale. Tanto nell'ufficetto malandato di Cosenza, quanto nella mega struttura milanese con identici risultati.
Altro tema su cui troverete un articolo di Francesco Salvoro sul nostro giornale, riguarda l'impiegabilità dei percettori del reddito di cittadinanza. Suggerisco davvero di leggerlo per farsi un'idea di quale sia la situazione reale del problema.
https://www.informazionesenzafiltro.it/navigator-unanimi-da-nord-a-sud-i-percettori-rdc-quasi-mai-adatti-alle-imprese/ (Abre numa nova janela)Fra i detrattori del Reddito di Cittadinanza, da sempre c'è Confindustria. A mio avviso anche qui il punto è puramente politico e apro una breve parentesi per segnalare un secondo articolo, comparso scorsa settimana a firma di Alessandro Guerriero, giovanissimo economista entrato di recente in redazione, che ha analizzato il discorso del Presidente Bonomi al recente Convegno dei Giovani Industriali a Napoli. Un ragionamento imbastito su dati totalmente ed evidentemente falsi anche all'occhio di un principiante (nell'articolo troverete tutte le fonti ai dati ufficiali).
Peccato che nemmeno una testata giornalistica abbia contraddetto il Presidente.
Per terminare questa carrellata che spero possa essere utile per sostenere meglio un dibattito e per rafforzare o cambiare un'opinione (anche questo è esercizio di grande intelligenza), vorrei soffermarmi sulla notizia riportata ieri da molte testate che riguarda l'Operazione Ogaden condotta dai Carabinieri.
In pratica è risultato da indagini condotte in cinque regioni del Sud che fra i percettori del Reddito di Cittadinanza ci siano migliaia di millantatori: possessori di Ferrari, proprietari di immobili, camorristi e pregiudicati.
Come riporta il Fatto Quotidiano, sono state riscontrate 4.839 irregolarità, il 12% delle delle famiglie controllate, per un totale di 87.198 persone (il 5% dei percettori) per un danno totale di 20 milioni.
Ricordiamo che i percettori di Reddito di Cittadinanza sono oltre due milioni e un recente rapporto della Caritas ha rivelato che grazie ai 536 euro medi di sussidio, si è riuscito a tenere fuori dalla soglia di povertà il 57% delle famiglie che lo ricevono. Lo strumento “ha protetto una rilevante fascia della popolazione dalle conseguenze economiche della pandemia.
Per completezza di informazione, ciò che Confindustria e gran parte dei giornali dimenticano di riportare sono i dati che riguardano invece i controlli che l'Ispettorato Nazionale del Lavoro ha condotto nelle aziende nel 2019 e che non sono variati nel 2020 nonostante il Covid e le attività di controllo dimezzate. Ispezionando 142.000 aziende, ne sono state trovate irregolari 99.000 (il 70%) per un danno di un miliardo e 270 milioni di euro.
Il che non deve farci rallegrare, ma al mio paese si dice "il maiale che dice all'asino che puzza".
Credo che sia sempre importante quando si fa un servizio giornalistico così come quando si esprime un commento su un social network, avere sempre e comunque un grande senso critico nel leggere le notizie e verificarne fonti e dati.
E anche questo, almeno una volta, era sinonimo di intelligenza.
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Osvaldo Danzi
Editore di SenzaFiltro.