Quella della “copia”
Se c’è una cosa di cui dobbiamo parlare questa settimana è sicuramente di come il pubblico percepisce messaggi e azioni delle aziende. Forse è proprio il pubblico stesso ormai ad essere diventato carnefice all’interno del mercato. Una massa informe che si muove a rotta di collo senza alcun remore per sentenziare su qualsiasi scelta venga fatta. Nel mercato dei videogiochi ogni anno è sempre peggio, e se c’è una cosa che negli ultimi anni aumenta sempre di più, è la rissosa risposta di una parte di pubblico che incita di boicottaggi e non solo.
Quello che sta accadendo nelle ultime settimane con Palworld è forse la punta dell’iceberg di tutto. Ma facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire da dove si è scaturito il tutto e anche illustrare la situazione a chi non è del settore.
Mostri e armi
Palworld è un videogioco Open World sviluppato da Pocket Pair, azienda giapponese già abbastanza “famosa” per eseguire dei rip off da altri titoli molto famosi e fare titoli che scimmiottassero meccaniche già viste, unendole ad un open world e al genere survival. Con Craftopia avevano già fatto tutto questo con Zelda, con design palesemente ispirati al titolo di Nintendo. Ma all’epoca la cosa non è che destò tutto questo scalpore. Con Palrworld il fuoco si è alzato ancora più in alto portando la “polemica” social a livelli mai visti.
Palworld non è altro che un survival open world, con meccaniche da monster collector. Inutile dire che ovviamente se ci si vuole ispirare ad un monster collector, l’unico titolo da prendere in esempio è Pokémon. A questo però si è aggiunta una cosa in più, ebbene, i mostriciattoli in questo titolo possono impugnare delle armi e sparare. Inoltre possiamo utilizzare questi “Pal” anche come operai per fabbricare armi, proiettili e tutto quello che è necessario per la nostra sopravvivenza. Ed è forse questo che ha fatto si che il titolo arrivasse a milioni di videogiocatori battendo ogni record su Steam.
Come lo definii un paio di giorni fa, Palworld non è altro che un bellissimo gioco “meme”, che nulla ci insegna, ma che funziona proprio per la sua natura. Nulla di più. Ovviamente anche per questo gioco la software house ha fatto tesoro di alcuni design già ben conosciuti. Di seguito vi metterò alcune immagini di confronto per farvi rendere conto di cosa sto parlando.
E potrei continuare ancora per un po’. Tutto questo non ha fatto altro che scatenare le ire dei fan Pokémon più viscerali. Messaggi minatori, minacce di morte, boicottaggi nei commenti sui social. Insomma solita manfrina di videogiocatori che non hanno niente di meglio da fare, se non proteggere un’azienda che da anni tratta il suo brand come una pezza sporca. Ma questo è un altro discorso.
Possiamo stare qui a discutere su quanto ovviamente i design di questi mostri siano “simili” se non uguali in alcune peculiarità. Ma il punto a mio avviso, non è questo. Perché è vero che abbiamo davanti a noi quello che potrebbe essere considerato un plagio. Ma non sta a noi giocatori definirlo, tanto che solo due giorni fa Nintendo ha comunicato che sta avviando ufficialmente delle ricerca anche tramite avvocati per capire il fenomeno Palworld e quanto ci sia di “copiato”.
In tutto questo però io davvero non capisco cosa spinga il videogiocatore medio ignorante a doversi incazzare per tutto questo. Non è una cosa che tange nessuno di noi. E’ come se da un po’ di tempo a questa parte ci si sentisse in dovere di proteggere il proprio altarino, un po’ perché vogliamo sentirci meglio degli altri, un po’ perché forse non c’è nulla in cui noi crediamo davvero e allora ci appigliamo anche al minimo per poter fare la voce grossa.
Le cose non vanno per il meglio
Durante l’ultima parte dell’anno vi parlai anche di come all’interno del settore dei videogiochi ci siano stati moltissimi licenziamenti. La cosa non sta procedendo per il meglio, tanto che anche Microsoft e Xbox hanno deciso di tagliare un po’ di personale. Nello specifico si tratta di 1900 dipendenti, un numero che preso singolarmente sembra essere enorme, ma vista la mole di personale che lavora nel settore Xbox è in realtà “solo” il 9%.
Per molti questa serie di licenziamenti sono dovuti sicuramente alle stime fatte durante il periodo di Covid, con numeri che si sono gonfiati, non solo nel settore gaming, ma nel tech in generale. In questo momento quindi le aziende stanno correndo quindi ai ripari per tornare ad essere sostenibili e tagliare li dove forse si era sovrastimato.
Proprio in questo senso, vi consiglio di leggere il post (Abre numa nova janela) di Gero Micciché, attuale Development Director presso Criterion Games, che spiega molto facilmente la situazione e fa un’analisi precisa, con la quale mi trovo assolutamente d’accordo.
TELOCONSIGLIO
Questa settimana è in pausa, ci vediamo la prossima
//RASSEGNA STANCA
👨💻Licenziamenti in Microsoft (Abre numa nova janela)
📼Un confronto di numeri (Abre numa nova janela)
👾Un gioco da tenere d'occhio di Giulia Martino (Abre numa nova janela)
🧙♀️Hogwarts Legacy ha venduto un "botto" (Abre numa nova janela)
Chiacchiere e Pad #31
“Would you kindly…”
– Bioshock, 2007, PS3, Xbox 360, PC