Quella dell’anima
“Dedicata a Lucia. Una Penna instancabile, un animo combattivo e con la battuta sempre pronta”
Oggi vorrei staccarmi un attimo dagli argomenti classici di cui parliamo nella newsletter. La settimana scorsa è stata di riflessione e forse anche questa. Come spesso succede, ci sono parole o anche momenti in cui capisci cosa devi fare. Ad esempio, sono abbastanza certo che scriverò questo numero di Chiacchiere e Pad un po’ a pezzi.
Mi guardo dentro per crescere.
Oggi è Lunedi 15, di solito non mi capita cosi presto di iniziare a buttare giù idee per il numero settimanale. Ma oggi parliamo solo in senso lato di videogiochi e cultura pop. Dedicherò soltanto un piccolo spazio al nuovo film dello Studio Ghibli “Il ragazzo e l’airone”, ma solo perché é parte di tutto questo.
Guardare fuori per capire
Quando ho iniziato a pensare alla struttura di questa newsletter non avevo nulla in mente, in realtà volevo che fosse soltanto un flusso di pensieri, un po’ legati alle riflessioni che facciamo su noi stessi. Non solo quando cerchiamo di risolvere i nostri conflitti interiori, ma anche quando osserviamo un opera che ci porta alla riflessione.
Non so a voi se capita, a me molto spesso, forse perché mi piace riflettere su ogni cosa che guardo, che gioco o che leggo, oppure perché ho una malattia(chi lo sa). Ma aldilà di tutto questo quando è il momento di staccare il cervello, allora non ce la si lascia scappare, però credo che molti di voi si possano rivedere in questa sensazione, perché un po’ fa parte dell’essere umano di voler provare sensazioni quando si osserva qualcosa.
Ci sono cose che ci cambiano anche nel profondo, e ricordo molto bene a me quando è successo. Precisamente durante il periodo di uscita di The Last of Us. E’ una cosa che ho raccontato spesso, grazie a quel titolo ad esempio il mio amore per il videogioco è completamente cambiato. Grazie a quel gioco sono riuscito a capire che volevo parlare di quello che io vivevo quando giocavo, e quindi nacque in me la voglia di voler cominciare a scrivere di videogiochi. Ma non solo questo.
The Last of Us è stato un titolo formativo, come lo sono stati Final Fantasy 7,8 e 10. Tutti questi in maniera completamente diversa, eppure ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa. Soprattutto i Final Fantasy giocati quando ero più piccolino, li guardavo e pensavo che era cosi che volevo diventare. Sarà un sentimento futile? Non lo so, nell’ultimo anno sto affrontando un percorso che mi sta portando a guardarmi molto di più all’interno, e come il mio comportamento influenza la mia vita e il mio stato d’animo.
Ho scoperto che c’è tanto da modificare, e soprattutto che c’è tanto su cui lavorare. Allora stranamente ho pensato che forse tutto quello che mi ero costruito fosse sbagliato. La realtà dei fatti è che non era cosi. E’ un po’ come quando Joel decide di portare Ellie con se, la fa in primis per se stesso, ma poi si accorge di cosa gli regala quella bambina. Ecco io mi sono accorto che ero io stesso a non mettere in atto nulla e sapete perché? Perché avevo Paura.
Paura, il ghiaccio
“Il mio respiro divenne affannoso, quella bambina è stata la mia salvezza in questo mondo che non mi vuole più. Grazie a lei ho tirato avanti ancora un altro anno. Volevo solo morire nel mio letto senza pensare ad altro, eppure lei è riuscita ad accendere una luce dentro. Sono un uomo rinato? Oppure sono un uomo perso, ma con uno scopo? Non so ancora cosa sono, ma l’unica cosa che voglio è che tutto questo non finisca”.
Forse sono questi alcuni pensieri che Joel ebbe poco prima di compiere quel gesto insano nella parte finale del primo capitolo di The Last of Us. Ancora una volta l’egoismo di avere qualcosa per se? O solo il gesto di un padre che non voleva perdere qualcuno a cui teneva? Ma anche qui, la paura è causa di tutto.
Perché alcune delle nostre scelte migliori sono prese proprio nei momenti in cui abbiamo paura. Perché il nostro corpo ci chiede di reagire e noi non rispondiamo. Ed 'è proprio li che dobbiamo rispondere, contro ogni cosa e riprenderci la nostra vita in mano e ricominciare ad essere il protagonista e non un ombra che vive aspettando la fine di una giornata.
Questo punto di vista, lo troviamo molto simile all’interno di uno dei titoli di Freebird Games. Per intenderci, i ragazzi che hanno fatto To The Moon (se non sapete di cosa sto parlando vi invito a guardare qui (Abre numa nova janela)). In Impostor Factory infatti noi viviamo le scelte di una persona che ci sembreranno alquanto bislacche, ma che piano piano diverranno sempre più chiare e con un nesso. Di questo ne parlai proprio in un articolo dedicato che vi invito a leggere (Abre numa nova janela).
Sono passati due anni da quando scrissi quel testo, ma lo reputo molto molto attuale, soprattutto perché penso che il titolo inviti tutte le persone a guardarsi dentro, non tanto per capire cosa si prova in quello stesso istante. Ma per chiedersi chi vogliamo essere e cosa desideriamo nel profondo e se le nostre scelte ci stanno rendendo la persona che vogliamo essere.
TELOCONSIGLIO #5
Il Teloconsiglio di oggi invece sarà molto più preciso, proprio perché la scorsa Domenica sono andato a vedere l’ultimo lavoro di Miyazaki, Il ragazzo e l’airone”.
Non voglio aggiungere molto rispetto a quello che ho detto sui social. Mi limiterò a riportare quello che ho scritto all’interno del mio post su IG. Non perché non ci sia altro da aggiungere, ma perché troverei superflua ogni altra parola. Questo perché mai come questa volta, questo film ha bisogno di essere visto per poterlo capire fino in fondo.
““Quando non c’è nulla fuori, prova a guardarti dentro”.
È questa la frase che vorrei dedicare a “Il ragazzo e l’airone”, l’ultimo film dello studio Ghibli, e alla cui regia c’era il maestro Hayao Miyazaki.
Stranamente sono entrato in sala con la solita magia con cui ho sempre affrontato un film di Miyazaki, ma la cosa fondamentale è stata avere la mente libera, per lasciarmi sorprendere da qualunque cosa avessi visto.
Sicuramente uno dei film più criptici del regista, soprattutto per chi non conosce la sua vita, per chi non conosce gli altri film del regista e più in generale tutto il lavoro dello studio ghibli. Un film fatto di silenzi che si riempiono con la meraviglia che vediamo a schermo, fatta di scenari e interni acquerellati. Un film che ti lascia la voglia di capire senza riempirti di nozioni e di spiegoni. Ed è proprio questo che mi ha lasciato stupito.
La voglia di ermetismo e di silenzio da parte di Miyazaki è palpabile. Arrivato quasi alla fine della sua carriera forse ce la voglia di non sognare più, ma guardare la realtà. La ricerca di un’erede, di qualcuno che sorregga il peso di questo suo mondo.
Ma se c’è una cosa che non cambia mai, è la magia nei miei occhi nel vedere questi mondi. Come ho detto un paio di giorni fa, non so perché, ma i suoi film li sento miei, sento come se parlassero la mia stessa lingua. La magia dell’arte, e della sua arte, per me è proprio in questo, quando ci arriva, senza forzature.
Se ne avete l’occasione vi prego, dategli una possibilità anche se non siete amanti del cinema d’animazione, ma solo per osservare un’opera d’arte in movimento.
Grazie maestro. Perché avevo bisogno di questo film, in questo momento
Aggiungo solo un link, che secondo me farà piacere a chi cerca sempre cose strane sul web. E’ una piccola avventura testuale in cui dovete impersonare Jeff Bezos. A voi le danze
//RASSEGNA STANCA
🎤Intervista al Director di The Last of Us Parte 2 Remastered. Di Francesco Serino (Abre numa nova janela)
👾Dopo anni un Prince of Persia che setta delle nuove basi. Di Marco Mottura (Abre numa nova janela)
🎾Finalmente un nuovo gioco di Tennis e forse questa volta, come si deve. Torna Top Spin! (Abre numa nova janela)
📼Sta per arrivare un documentario su The Last of Us Parte 2. (Abre numa nova janela)
Chiacchiere e Pad #30