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Newsletter #9 - Il genocidio di Srebrenica, a 27 anni da quel giorno

L'11 luglio 1995 è una data tristemente fondamentale per la storia dell'Europa contemporanea. In quei giorni si commise uno dei più efferati crimini sul suolo europeo della seconda metà del Novecento e, con l'intento di ricordare e offrire ai nostri lettori alcuni punti di vista interessanti, abbiamo deciso di dedicare una newsletter al genocidio di Srebrenica.

Artwork a cura di Federica Ferri

Iniziamo con un intervento di Nermin Fazlagić, presidente della Comunità Islamica dei Bosniaci in Italia (CIBI), che ci spiega come chi non conosce quanto accadde a Srebrenica potrebbe pensare che si sia trattato di uno dei tanti “massacri che capitano in guerra”, ma non è così. Tutto era stato studiato nei minimi dettagli e più di 8mila persone non potevano essere uccise e gettate in fosse comuni senza un’organizzazione capillare. A Srebrenica fu genocidio, non un massacro.

Continuiamo con un'intervista di Marco Siragusa al fotogiornalista Andrea Rizza Goldstein, che spiega, fra le altre cose, che quanto avvenne a Srebrenica nel luglio 1995 non fu un caso ma il risultato di una serie di scelte di cui la cosiddetta “comunità internazionale” si rese complice. 

L'articolo di Alfredo Sasso traccia un quadro in vista dell'appuntamento di ottobre quando si svolgeranno le elezioni in Bosnia, fra minacce di boicottaggio e mire secessioniste. Alla complessa situazione interna si aggiunge la guerra in Ucraina che ha delle ricadute importanti anche a Sarajevo e dintorni. Pubblicato originariamente sulla rivista (Si apre in una nuova finestra) “Il Mulino”

L'intervista all'autore del libro "Metodo Srebrenica", Ivica Đikić, cerca di indagare le ragioni che spinsero uomini a compiere l'uccisione di altri uomini in maniera così efferata e razionale. Ma l'incontro con lo scrittore erzegovese è anche l'occasione per parlare della Bosnia di oggi e del ruolo del singolo nei grandi accadimenti storici.

Chiude questa newsletter un estratto del monologo di Roberta Biagiarelli "A come Srebrenica". 

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