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Newsletter #5 – Eurovision, musica e cambiamenti

Nella settimana dell’Eurovision Song Contest non potevamo che parlare di musica: in questo numero della newsletter di Meridiano 13 abbiamo raccolto non solo gli aneddoti più interessanti dell’Eurovision, di oggi così come del passato, ma vi parliamo anche dello stretto rapporto della musica con la politica e, naturalmente, con i cambiamenti che dagli anni Cinquanta hanno attraversato l’Europa fino ad oggi.

Buona lettura!

Martedì 10 maggio si è ufficialmente aperta l’edizione italiana dell’Eurovision Song Contest, 66ª edizione della competizione musicale più longeva al mondo, che sulla carta rifiuta i riferimenti politici, ma nella realtà le cose sono andate diversamente ben più di una volta. Per l’occasione vi proponiamo un approfondimento di Pietro Rizzi che ci parla di come è nato il festival con qualche curiosità sulle edizioni passate, insieme a un articolo di Tobias Colangelo sulla canzone dell’artista serba Konstrakta, “In corpore sano”, sul tema della salute mentale degli artisti, che in Serbia ha già riscosso molto successo.

Politica e musica sono due mondi che entrano spesso in relazione, a volte in modo conflittuale altre in modo quasi simbiotico. Così è stato anche negli anni della Serbia jugoslava e post-jugoslava, di cui ci parla Marco Siragusa raccontandoci dei Darkwood Dub, band poliedrica serba che nasce in contrasto al boom del turbofolk patriottico e militarista di quegli anni.

Martina Napolitano invece ci parla della cultura underground degli ultimi anni dell’Unione Sovietica, che trova terreno fertile non nelle grandi città come Mosca e Leningrado, ma anche in Siberia. È qui che sullo sfondo dei grandi cambiamenti degli anni Ottanta nasce il Sibpank, movimento punk siberiano che si estingue dopo il collasso dell’Unione Sovietica.

Bonus track: Alla fine dell’articolo troverete una lista di pezzi degli artisti e dei gruppi più rappresentativi del Sibpank. Buon ascolto e fateci sapere che ne pensate!

Sapevate che nel 1967 Pippo Baudo presentò il già famoso Festival di Opatija in Croazia?

Tra il 1955 e il 1965 le contaminazioni musicali tra Italia e Jugoslavia furono parecchie. A partire dagli anni Cinquanta, infatti, in tutta la Jugoslavia si cominciarono a organizzare numerosi festival dedicati alla musica leggera, un fenomeno che prese il nome di festivalomanija e che contribuì in maniera significativa a distendere i rapporti e favorire gli scambi culturali dopo le tensioni della Seconda guerra mondiale.

Vi presentiamo un articolo tratto dal libro di Francesco Rolandi “Con ventiquattromila baci. L’influenza della cultura di massa italiana in Jugoslavia (1955-1965)” pubblicato nel 2015 da Bononia University Press.

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