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Newsletter #4 - Čornobyl’, incendi e movimenti di eco-protesta

Il 26 aprile 1986 il disastro di Čornobyl’ portava il mondo in una nuova era di paura, ma anche di consapevolezza ambientale. Le problematiche legate all'inquinamento - di qualsiasi tipo - entravano nell'agenda delle nazioni e nelle menti delle persone. Purtroppo però il percorso intrapreso quel giorno non è ancora arrivato a compimento. Ci sono foreste ancora in fiamme e laghi ormai quasi scomparsi, ma ci sono anche movimenti che lottano per evitare nuove catastrofi. Abbiamo provato a raccontarveli, rigorosamente a est del Meridiano 13. 

Buona lettura!

Apriamo parlandovi degli incendi che ormai da anni devastano la Russia. Luca Zucchetti ha intervistato il responsabile della sezione antincendio di Greenpeace, Grigorij Kuksin. Questo è il resoconto di quanto è emerso dalla chiacchierata.

Il lago di Aral non esiste più. O quasi. Ecco un altro disastro umano, che ha causato uno sconvolgimento naturale. Per l'occasione abbiamo chiesto a Tino Mantarro, giornalista del Touring Club Italiano e autore di Nostalgistan, di raccontarci quello che ha visto. 

Un doppio sguardo proveniente dalla Bulgaria ci racconta due aspetti diversi ma  entrambi collegati alla questione ambientale che a partire dagli anni Ottanta ha attraversato il paese. L'articolo - grazie alla traduzione di Giorgia Spadoni - narra di come il Politburo bulgaro mise in campo tutta una serie di misure per salvare dagli effetti di Čornobyl’ soltanto i primi del paese, e non i cittadini. Nel secondo testo, a firma Giustina Selvelli, parliamo invece della nascita e dell'evoluzione dei movimenti ambientalisti nel paese.  

Chiudiamo con il calcio, perché il disastro di Čornobyl’ spazzò via tutto, compresa una squadra che proprio in quei giorni sognava un futuro radioso e una scalata alle più importanti categorie del calcio sovietico. Ce lo racconta Tobias Colangelo.

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