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MAG #10 Diversity for dummies

Let’s talk about diversity! 🌈 Ne avrai sentito parlare un miliardo di volte dal tuo HR, lo avrai letto tra i valori promossi dalla tua azienda, o in qualche articolo di attualità. Ma quando si parla di diversity a cosa ci si riferisce veramente? Cerchiamo di fare chiarezza.

Partiamo come sempre con la definizione della parola chiave: diversità. Secondo la cara vecchia Enciclopedia Treccani (Si apre in una nuova finestra) si tratta della “condizione di chi è, o considera sé stesso, o è considerato da altri "diverso". Questo tema può assumere nella nostra quotidianità varie sfaccettature. Secondo uno studio dell’Harvard Business Review (Si apre in una nuova finestra), il concetto di diversità può essere inteso in 3 diversi modi: diversità demografica (il nostro genere, la nostra etnia, il nostro orientamento sessuale e così via), diversità esperienziale (le nostre affinità, i nostri hobby e le nostre abilità) e diversità cognitiva (il modo in cui affrontiamo i problemi e pensiamo alle cose).

Ma perchè è importante capire il tema delle diversity e le sue implicazioni pratiche? 🤔

Come abbiamo iniziato ad accennare riguardo i BIAS cognitivi (se ve lo siete persi, tornate a MAG #9) la magica macchina che è il cervello umano è da sempre orientata alla sostenibilità energetica 🌳, perchè, ahimè, le risorse energetiche che abbiamo (dentro e fuori di noi) non sono infinite (e questo è oggi più reale che mai (Si apre in una nuova finestra)).

Per questo motivo, e non possiamo farne a meno, prediligiamo, o anzi desideriamo i pattern a noi familiari. Come spiega molto bene questo articolo di Psychology Today (Si apre in una nuova finestra)l’80% del peso del cervello umano è dato dalla neocorteccia la cui struttura di base è organizzata su gruppi di neuroni chiamati “riconoscitori di schemi" (pattern recognizer) che si stima siano 300 milioni. Questo motiva la nostra preferenza umana verso ciò che già conosciamo. Motivo per cui ci sentiamo più a nostro agio con chi è simile a noi, ha interessi ed abilità simili e la pensa come noi.

Ma andiamo al motivo per cui sei qui, le implicazioni sul lavoro!

IMPLICAZIONE: DANGER AREA 🚫

Nella nostra quotidianità, quando scegliamo sistematicamente ciò che ci risulta noto, o simile a noi perdiamo l’occasione di imparare cose nuove, assumere punti di vista diversi e sviluppare soluzioni innovative.

Pensa alle occasioni in cui hai, ad esempio, preferito chiacchierare a pranzo con un collega del tuo team anziché conoscere qualcuno di nuovo, a quando sei stat* felice di trovarti in un gruppo di lavoro in cui tutti la pensavano allo stesso modo, o a quanto sia stato facile fin da subito interagire con chi avesse riferimenti comuni ai tuoi o fosse cresciuto nel tuo stesso paese.

Ora non fraintendermi, è bello trovare persone simili a noi, è più facile lavorarci insieme, ma come dicevamo (e ammettiamolo, senza vergogna), ci sono degli spazi di opportunità per crescere che è utile conoscere e su cui si può lavorare.

Se tutti continuassimo a fare solo ciò che abbiamo sempre fatto, lavorassimo o frequentassimo solo le persone simili a noi, non solo sarebbe difficile creare innovazione ma vorrebbe dire dare vita a dei contesti e settori completamente chiusi ed inaccessibili a chi non rispecchia gli standard di similitudine.

Proprio come racconta questo post di factanza (Si apre in una nuova finestra) riguardo i settori e ruoli che continuano a perpetrare gli stessi modelli “da sempre”, in cui la diversità è assente e i requisiti di accesso sono sempre gli stessi.

BENEFIT DELL’ESSERE APERTI AL DIVERSO 👍

  • Conoscere cose, esperienze e punti di vista a cui non avremmo accesso interagendo con persone con un vissuto, modo di pensare, provenienza o orientamento sessuale uguale o simile al nostro. Seppur più difficile (per i motivi spiegati sopra) la possibilità di arricchirci lasciandoci influenzare da qualcuno di diverso da noi sono molto più alte.

Ma allora come possiamo allenarci alla diversità?

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