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1942: l’inizio della VITTORIA ALLEATA

Nella primavera-estate del 1942 le potenze dell’Asse raggiungono la loro massima espansione. Il Giappone dominava su tutto il sud est asiatico, su vaste zone della Cina e su vaste zone del Pacifico. In Europa Germania e Italia controllavano indirettamente un territorio di 6 milioni di km2 con oltre 350 milioni di abitanti: Ungheria, Romania, Bulgaria, Slovacchia, Francia di Vichy ruotano attorno all’Asse. Nei territori occupati si cerca di costruire un nuovo ordine basato sul dominio dei vincitori. Il Giappone si poggia sui movimenti indipendenti locali anti europei, la Germania attuò una politica estremamente dura che non lasciava spazio ad autogoverni. Particolarmente dura è stato il trattamento riservato agli slavi considerati inferiori e quindi destinati ad un ruolo meramente agricolo. L’occupazione e lo sfruttamento tramite i campi di concentramento e i campi di lavoro permise alla Germania di avere molte risorse e di tenere standard di vita molto elevati. L’occupazione tedesca costringe a mantenere molte truppe sul territorio per tenere l’ordine. Episodi di resistenza armata al nazismo le abbiamo già nelle prime fasi della guerra organizzate da piccoli gruppi antifascisti legati ai movimenti di liberazione come la Francia Libera di De Gaulle. Nel 1941 questo si intensificò parecchio: in Iugoslavia e Grecia iniziarono movimenti armati e l’attacco all’URSS spinsero i comunisti di tutta europa a imbracciare le armi. D’altro canto in tutta europa esiste il fenomeno del collaborazionismo: molte persone fra i popoli occupati, per opportunismo o per convinzione, aiutarono i tedeschi nella loro occupazione. Fra il 1942 e il 1943 c’è un’inversione di rotta. I primi successi alleati arrivano dal pacifico. Gli USA fermano l’avanzata dei giapponesi con le due Battaglie del Mar dei Coralli e delle Isole Midway: prime battaglie navali che videro un ampio uso delle portaerei. Con la perdita di Guadalcanal nel febbraio del 1943 i giapponesi decidono di andare su un approccio difensivo. L’episodio decisivo di questa fase è sul fronte russo. Nell’agosto del 1942 i tedeschi iniziavano l’assedio di stalingrado sul Volga, città strategica per l’armata rossa e politicamente importante per il nome. Dopo mesi di durissimi combattimenti nel 1942 i sovietici accerchiano le forze tedesche chiuse nella città. A novembre il Generale Paulus si arrende ai sovietici. Negli stessi mesi in Africa arriva una grande vittoria alleata: Ad El Alamein il generale Montgomery si scontra col generale Rommel e a fine ottobre gli alleati lanciano una controffensiva disponendo di una notevole superiorità di uomini e mezzi.  Ai primi di novembre gli italo-tedeschi perdono la battaglia e questo porta ad una ritirata che spingerà le forze dell’asse fino alla Tunisia. Nel frattempo un contingente anglo-americano era sbarcato in Marocco e Algeria (novembre 1942) e chiuse a tenaglia le forze dell’asse che si arrenderanno l’11 maggio del 1943.  La ratio di queste manovre erano dettate dalla volontà di Churchill di chiudere prima la partita in Africa per poi puntare sull’europa continentale mentre Stalin avrebbe preferito uno sbarco in europa settentrionale per alleggerire il carico. Nella conferenza che si tiene a Casablanca nel gennaio del 1943 prevale la linea di Churchill: si decide che caduta l’africa si sarebbe attaccata l’italia per motivi logistici, politici e militari. Inoltre gli anglo americani, per rassicurare i russi l'impegno bellico, si accordano sul principio della resa incondizionata.

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Argomento Seconda Guerra Mondiale

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