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PEARL HARBOR: perché il GIAPPONE ha attaccato gli STATI UNITI?

Il Giappone nel 1937 aveva iniziato una campagna di conquista contro la Cina e aveva mire espansionistiche su tutto il sudest asiatico. Nel settembre 1940 entra a far parte del patto tripartito Roma Berlino Tokyo e già nel luglio del 1941 occupa l’Indocina francese (approfittando della situazione europea). Stati Uniti e Gran Bretagna decretano in risposta un blocco delle esportazioni verso il Giappone e per non piegarsi alle richieste occidentali l’Impero decide la strada della guerra per recuperare le risorse. Il 7 dicembre del 1941 il Giappone, senza aver dichiarato guerra, attacca con l’aviazione la flotta americana ancorata a Pearl Harbor distruggendola in buona parte. Nei mesi successivi, approfittando della netta superiorità navale, i giapponesi avviano una grande campagna di conquista e nel maggio del 1942 controllano Filippine (USA), Malesia e Birmania (britanniche) e l’indonesia (olandese). Pochi giorni dopo Pearl Harbor anche Germania e Italia dichiarano guerra agli Stati Uniti. Il conflitto diventa mondiale. A Washington D.C. nel dicembre del 41 e nel gennaio del 42 si tiene una conferenza di tutte e 26 le nazioni in guerra con Germania, Italia e Giappone. Qui viene firmato il patto delle nazioni unite, in cui i contraenti si impegnano a tener fede ai principi della Carta Atlantica, a combattere le forze fasciste e a non concludere paci o armistizi separate. Nella primavera-estate del 1942 le potenze dell’Asse raggiungono la loro massima espansione. Nei territori occupati si cerca di costruire un nuovo ordine basato sul dominio dei vincitori. Il Giappone si poggia sui movimenti indipendenti locali anti europei, la Germania attuò una politica estremamente dura che non lasciava spazio ad autogoverni. Particolarmente dura è stato il trattamento riservato agli slavi considerati inferiori e quindi destinati ad un ruolo meramente agricolo. I piani per l'Europa orientale si basano su una colonizzazione agricola del grande Reich. Questo approccio portò alla morte di 6 milioni di civili sovietici e 2 milioni e mezzo di polacchi. Un altro popolo che venne discriminato, imprigionato e ucciso fu quello ebraico spalmato in tutta europa, in particolare nella parte orientale. Già prima della guerra le leggi tedesche discriminavano gli ebrei, durante la guerra questi furono confinati nei ghetti con obbligo di portare la stella al braccio. Vengono anche deportati nei campi di concentramento. Nel 1942 viene affidata alle SS la “Soluzione Finale”: eliminare fisicamente tutti gli ebrei tramite i campi di sterminio.

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Argomento Seconda Guerra Mondiale

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