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Dovresti voltarti soltanto per ammirarti allo specchio

Mi ero ripromessa di scrivere due post al mese, ma ultimamente impegnarmi a districare i miei pensieri mi è parsa una sfida più ardua del previsto. Nonostante non siano in tanti a leggermi, sono comunque dispiaciuta "to let someone down", di deludere qualcuno. Ultimamente le parole in italiano mi sfuggono tra le dita e mi lasciano annaspare in una pozza di pensieri e frasi un po' raffazzonate. Non ho più scritto perché sono stata licenziata e ogni volta che ho troppo tempo disponibile mi perdo. Esatto, mi perdo come quando ero bambina e durante le sagre di paese riuscivo a sgusciare via dalle mani di mia madre e correvo via troppo velocemente, fermandomi solo quando mi rendevo conto di aver perso di vista i suoi orecchini giganti e i suoi capelli ossigenati. "Non è colpa tua, è la recessione.", mi hanno detto. "Non possiamo più pagarti.". Vancouver ha messo a dura prova la mia pazienza. Questo lato del Canada è costellato di montagne, laghi e paesaggi che tutti potrebbero considerare obiettivamente suggestivi, ma con me non ha mai funzionato.

In autunno la pioggia batte sulle vetrine e sull’asfalto grigio, gelida come le acque del Cocito o le chiappe di una strega. In estate i raggi roventi del sole rendono le foreste incandescenti e le fiamme distruggono tutto ciò che osa a provare ad interrompere il loro rovente cammino. Nella famigerata parte est della città uomini e donne di ogni età spalmati sui marciapiedi cercano nuovi buchi sulla superficie consumata delle loro braccia a penzoloni. Le signore asiatiche con le borse griffate li commiserano schifate e si aggrappano al loro caffè all'aroma di cartone e di radici e di calzini vecchi che hanno acquistato per la modica cifra di sette dollari canadesi. Il totem dai colori sgargianti che spezza il grigiume dall'altra parte della strada ti ricorda che stai camminando su un terreno rubato che non ti apparterrà mai, ma il grattacielo in costruzione comprato da un magnate cinese ti sbeffeggia e ti ricorda che non puoi nemmeno permetterti quella brodaglia caffeinata, figuriamoci il terreno dal passato belligerante.

Ho mollato tutto e sono scappata dall'altra parte del mondo per un uomo irlandese dai capelli lunghi e gli occhi celesti. Presumo che questo sia l'effetto che mi fa l'Irlanda, mi scombussola la mente e mi fa prendere e partire senza voltarmi indietro. Galway è il mio rifugio sicuro, il cappuccino sulla passeggiata di Salthill guardando le onde scagliarsi contro le rocce, i musicisti di strada e i vecchietti pazzi e sdentati seduti ai banconi di legno che hanno visto e sentito le storie più strampalate. Torneremo nella mia vera casa dai prati verdi (dissetati a dovere dalla pioggia incessante) ad ottobre, ma non sappiamo ancora nulla di preciso sul da farsi. E forse va bene così.

Tre foto polaroid raffiguranti Camilla con un cucciolo di cane, un tramonto sulla spiaggia e Camilla con un cappello.

Durante questo mese e mezzo d'assenza ho compiuto 28 anni, come ho accennato nel primo post. A parte la crescita di nuovi capelli bianchi pericolosamente vicini alla fronte e quindi ben in vista e nuove rughette d'espressione che posso ancora strategicamente nascondere con la frangetta, ci sono altre novità dovute ad una nuova saggezza acquisita grazie alla mia veneranda età. Ho ricominciato ad andare in terapia, principalmente per tenere a bada le mie frequenti fasi depressive e per incrementare la mia autostima. Ho passato anni a sprecare tempo prezioso detestando con ogni fibra del mio corpo le ex dei miei fidanzati. Ma non è soltanto un’antipatia superficiale, qui stiamo parlando di un odio atavico: io e le ex del mio ragazzo siamo come il Kosovo e la Serbia, come Jennifer Aniston e Angelina Jolie (io ovviamente vorrei essere la Jolie), come il capitalismo e il comunismo. Solamente che la gelosia retroattiva può divorarti il fegato e lasciarti con l'amaro in bocca e piena d'insicurezze, anche se il tuo ragazzo ti venera come se fossi Charlize Theron appena uscita dalla pubblicità di Dior con le chiappe ricoperte d'oro.

Sto cercando di vincere le mie insicurezze e capire il mio valore e non sto scrivendo questo post per vantarmi, ma ho deciso di risaltare le mie capacità perché magari posso aiutare qualcuno nella mia stessa posizione a cui capita di leggere le mie parole a volersi un po' più bene.

Il passato non si può cambiare, e tutti abbiamo un paio di ex, qualche decisione affrettata dovuta a un bicchierino in più e troppo tempo perso alle spalle. Dovete essere migliori amiche delle ex del vostro amato? Assolutamente no. Dovete evitare di influenzare negativamente il vostro presente e smettere di collezionare informazioni sulla nonna, il cane, le amiche e il parrucchiere dell'ultima ex bionda del ragazzo con cui uscite? Sarebbe consigliabile.

La mia psicologa mi ha spronata (o meglio dire quasi costretta) a scrivere una lista di caratteristiche positive che riconosco in me e di leggerla ogni volta che quella familiare morsa allo stomaco si ripresenta e mi riempie d'ansia.
Vi consiglio di fare lo stesso.

Lista di tratti positivi.
Argomento Riflessioni

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