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Stand Up Against War - Il rock contro la guerra

Non so se abbiate mai visto quel capolavoro cinematografico che è Apocalypse Now, di Francis Ford Coppola. Se non lo avete fatto, recuperatelo e soffermatevi su una scena ben precisa carica di pathos: il capitano Willard (interpretato da Martin Sheen) risale il fiume Nung. Nel mentre, Mr. Clean accende la sua radiolina a transistor facendo partire Satisfaction dei Rolling Stones.

La tensione, l’angoscia, l’ansia, l’inquietudine dei soldati svaniscono per lasciare spazio alla spensieratezza, alla voglia di vivere e divertirsi, alla libertà appesa a un filo. Satisfaction è quella sottile linea che separa la vita dalla morte e, in quel minuto e mezzo scarso in cui fa da colonna sonora al film, è il perfetto manifesto di cosa furono quegli anni della guerra del Vietnam per i ragazzi venuti dagli States.

Abbiamo detto varie volte, soprattutto con la classe di Crazy Train, come il Rock sia nato come controcultura, ossia l'espressione culturale di alcune componenti minoritarie della società che esprimono dei valori e dei comportamenti molto diversi e spesso opposti rispetto al paradigma dominante. Quindi la musica Rock diventa, dagli anni '60 in poi, espressione anche del disagio contro l'idea di guerra. I movimenti pacifisti e flower-power nati in California e poi diffusi in tutto il mondo si opponevano all'idea della Guerra Fredda che dagli anni '50 faceva sentire la sua cappa sulla società (benchè fosse una guerra mai combattuta si viveva costantemente con l'idea di essere in uno stato di guerra); e dal Vietnam in poi questa cosa subiì un'impennata.
La canzone Give Peace a Chance, scritta da John Lennon durante il bed-in insieme a Yoko Ono, divenne l’inno del movimento pacifista contro la guerra nel Vietnam. Pochi mesi dopo la sua uscita, il 15 novembre del 1969, centinaia di migliaia di manifestanti si radunarono a Washington per quella che rimase la più celebre protesta contro la guerra. Cantavano tutti Give peace a chance e tra un coro e l’altro l’attivista Pete Seeger gridava “Stai sentendo, Nixon?” e “Stai sentendo, Agnew?”, rivolto al presidente e al suo vice: “Date una chance alla pace”.

Sembra che l'ho presa larga e forse è un po' cosi, ma dobbiamo sempre intendere che il rock più di qualsiasi altro genere musicale è andato di pari passo ai grandi cambiamenti culturali, pure quelli che riguardavano la politica.
Per arrivare a tempi più recenti, che ci riguardano in modo particolare, pensiamo alla guerra Ukraina-Russia. I combattenti ucraini hanno scelto un loro inno particolare, e si tratta di We're not gonna take It dei Twisted Sister.

I Twisted Sister sono un gruppo americano molto attivo negli anni '80. Non so come inquadrarli come genere, ma se qualcuno ha bisogno di categorizzazione si possono definire glam metal/hair metal. Alla band questa definizione non piace tanto: però possiamo dire che hanno dei riff di chitarra abbastanza metal ma molto catchy e orecchiabili uniti poi ad una presenza scenica molto animalesca. Fate conto che tra trucco e parrucco, la band sembra uscita da Mad Max ma truccati di rosa.
«Non credo che i Twisted Sister siano "glam" perché esso significa fascino e noi non siamo affascinanti. Dovremmo essere chiamati "Hid" perché noi siamo orribili.»

Il frontman dei Twisted Sister Dee Snider ha dichiarato di approvare pienamente che il popolo ucraino utilizzi il brano "We're Not Gonna Take It" come grido di battaglia difendendo il proprio paese invaso dall'esercito russo.

Con un messaggio pubblicato su Twitter il rocker, di origine ucraina, ha scritto:

"Approvo assolutamente che gli ucraini usino 'We're Not Gonna Take It' come grido di battaglia. Mio nonno era ucraino, prima che fosse inghiottita dall'URSS dopo la seconda guerra mondiale. Non può succedere nuovamente a queste persone! #FUCKRUSSIA".

Non è la prima volta che Dee Snider concede l'utilizzo del brano per cause sociali o scopri umanitari. Nel 2019 ha dato il permesso dell'utilizzo a tutti quei politici che sostenevano il diritto delle donne contro gli abusi.


E pensare che questa canzone era entrata nella lista dei Filthy Fifteen stilata dall'associazione americana Parents Music Resource Centre nata nel 1985 con lo scopo di valutare sotto il profilo morale ed educativo il contenuto dei prodotti discografici, in particolare per quanto riguardava i riferimenti sessualipiù o meno espliciti che essi veicolavano. L'associazione venne fondata da Tipper Gore, la moglie del futuro vice presidente Al Gore sotto la presidenza Clinton.
per intenderci la PMRC è quella che mette le etichette Parental Advisory Explicit lyrics sulle copertine dei nuovi album o singoli in uscita.
La canzone dei Twisted Sister, dicevamo, entrò nella classifica dei Filthy Fifteen perchè inneggia alla violenza in modo molto esplicito.

Qua sopra potete vedere Frank Zappa, Dee Snider dei TW e John Denver testimoniare in Senato (!!!) per le accuse che la PMRC muoveva ai testi delle loro canzoni. Robe da matti, comunque!

Pensate la soddisfazione di vedere che la propria canzone è diventata un supporto di resistenza e inno alla vita!

We've got the right to choose and there ain't no way we'll lose it
This is our life, this is our song
We'll fight the powers that be just, don't pick our destiny 'cause
You don't know us, you don't belong

We're not gonna take it
No, we ain't gonna take it
We're not gonna take it anymore

I Twisted Sister vanno visti oltre che sentiti come nella migliore tradizione anni '80, quindi vi beccate pure il video :D

https://youtu.be/4xmckWVPRaI (Opens in a new window)

Nel caso che vi ho descritto sopra, We're not gonna take it non è una canzone sulla guerra, ma viene adottata per la sua carica come supporto alla lotta. E se prima di continuare a leggere l'avete sentita non credo possiate darmi torto.

Ma nella storia del rock, numerose sono le canzoni che parlano di guerra, e ca va sans dire, in toni sempre poco lusinghieri.

Cranberries - Zombie

Zombie è il primo estratto dall’album “No Need to Argue” pubblicato nel settembre del 1994, e senza dubbio è il più grande successo dei Cranberries. La canzone, composta dalla compianta Dolores O’Riordan, è una denuncia verso il contesto di violenza in cui versava l’Irlanda del Nord nel 1993. In particolar modo Zombie è stata scritta in memoria di due ragazzi, Jonathan Ball e Tim Parry, morti in un attentato dell’IRA a Warrington, in Gran Bretagna, il 20 Marzo 1993.

Gli zombie sarebbero coloro che non vedono, ormai assuefatti come dei morti viventi, l'insensatezza della violenza senza fine capace di «spezzare il cuore di un'altra madre»

In your head they're still fightin'
With their tanks, and their bombs
And their bombs, and their guns
In your head
In your head they are dying

https://open.spotify.com/track/7EZC6E7UjZe63f1jRmkWxt?si=c0c0851859774160 (Opens in a new window)

Guns 'n'Roses - Civil War

Il brano dei Guns N’Roses Civil War, estratto dall’album “Use Your Illusion II”, è stato pubblicato il 3 Marzo 1993. La canzone, scritta dal frontman Axl Rose e dal chitarrista Izzy Stradlin, si scaglia contro l’insensatezza della guerra. Nel testo, molto duro e diretto, ci sono tanti riferimenti ad avvenimenti realmente accaduti: la guerra civile in America, l’uccisione di Kennedy e la situazione instabile del Vietnam. Si tratta di una canzone di protesta contro la guerra (Opens in a new window) e nel testo si dice che una guerra civile che "serve solo a nutrire i ricchi e a far morire di fame i poveri". Lo stesso significato dell'espressione guerra civile è contestato alla fine del brano, con il verso: "Ma poi cosa c'è di civile in una guerra?"

And I don’t need your civil war
It feeds the rich while it buries the poor
Your power hungry sellin’ soldiers
In a human grocery store
Ain’t that fresh
I don’t need your civil war

https://open.spotify.com/track/6i4Qi1mJxXjqNIL9HfJhRs?si=808c46eaa590483d (Opens in a new window)

U2 - Sunday Bloody Sunday

Sunday Bloody Sunday, il cavallo di battaglia del gruppo irlandese U2, è contenuta nell’album del 1983 War. Il brano racconta del “Bloody Sunday”: la domenica di sangue che si verificò il 30 Gennaio del 1972 nella città di Derry. In quell’occasione l’esercito del Regno Unito sparò verso i partecipanti disarmati di una manifestazione uccidendo 14 persone e ferendone altre 14. Paul David Hewson, in arte Bono, all’epoca dei fatti era un ragazzino di appena undici anni, ma nonostante la tenera età rimase profondamente colpito dall’episodio di insensata violenza. Come si può sentire nella registrazione dal vivo dell'album Under a Blood Red Sky, Bono precisa che non si tratta di una delle "rebel song" tradizionali nel repertorio musicale irlandese, ma è la reazione incredula e scandalizzata di un giovane, cresciuto in un ambiente familiare interconfessionale (madre protestante e padre cattolico) nella Repubblica d'Irlanda di fronte all'odio e alla violenza fratricida che divide coloro che dovrebbero essere uniti nel nome di Dio.

I can't believe the news today
Oh, I can't close my eyes and make it go away

How long, how long must we sing this song?
How long? How long?

'Cause tonight
We can be as one
Tonight

https://open.spotify.com/track/6qa36OkEeQqGaWlOcpjlGD?si=d6d6745018df49a5 (Opens in a new window)

Black Sabbath - War Pigs

War Pigs (originariamente Walpurgis), estratto dall’album Paranoid, è uno dei brani di maggior successo dei Black Sabbath. Con i suoi 7 minuti e 54 secondi il brano si scaglia con veemenza contro tematiche importanti come la politica e la guerra: causata dai ricchi e dai potenti e combattuta dai poveri.  Scritta dal bassista Geezwer Butler (e si sente!) lui, Ozzy Osbourne e soci esprimono tutta la sofferenza e la preoccupazione dei giovani occidentali per la guerra in Vietnam.

Generals gathered in their masses
just like witches at black masses
evil minds that plot destruction
sorcerers of death's construction
in the fields the bodies burning as the war machine keeps turning
death and hatred to mankind
poisoning their brainwashed minds

https://open.spotify.com/track/0W35nxtHtFlseSojmygEsf?si=9a9cfdf533c445ec (Opens in a new window)

Jefferson Airplane - Volunteers

I Jefferson Airplane e le loro canzoni erano una parte molto importante della protest scene di San Francisco degli anni '60. In un periodo in cui i volontari (ma anche i non volontari) partivano per il Vietnam questa canzone propone un tipo diverso di volontari, i volontari della nuova generazione, del pacifismo americano. La canzone è un vero e proprio inno alla resistenza dell'"Amerca Alternativa". Volunteers era la canzone che dava il titolo ad uno degli album più significativi dei Jefferson Airplane, pubblicato nell'aprile del 1969 e veicolo per la grande popolarità del gruppo in USA a cavallo tra i '60 e i '70. Ovviamente è stato uno dei brani utilizzati, e tra i più efficaci, nella esibizione del gruppo a Woodstock nel mese di agosto dello stesso anno. Canzone simbolo di un'epoca e più volte utilizzata a questo scopo, la più nota sicuramente è nell'episodio della manifestazione a Washington nel film Forrest Gump.

One generation got old
One generation got soul
This generation got no destination to hold
Pick up the cry

https://open.spotify.com/track/1ov3LQ1iQJgkN4KvgIs6lI?si=c609a88661354af5 (Opens in a new window)

Altri

Ho lasciato volutmente fuori capolavori significativi come Blowin' in the wind di Bob Dylan e altre, perchè molto conosciute e da sempre contestualizzate.
Vi metto però altre canzoni, che potete recuperare ascoltandole ai link qua sotto:

Marvin Gaye - What's Goin' on (Opens in a new window)
Bruce Springsteen -
Born in the USA (Opens in a new window) (che mi raccomando: NON è una canzone che parla dell'orgoglio di essere americani!!)
Jimi Hendrix - Machine Gun (Opens in a new window)
Metallica -
Disposable Heroes (Opens in a new window)
Megadeth -
Set the world afire (Opens in a new window)
System of a Down -
Boom! (Opens in a new window)

Buon Ascolto

Elisa Morini
@la.spettinata

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