Skip to main content

Perché il Gioco? - La strategia di Peter Pan

Il Bambino è Padre dell’Uomo

- William Wordsworth -

"Nella pancia del Pescecane" | 32x24 - Tecnica Mista | Pinocchio Tav. 9 Antonello Palladino

PERCHÈ USARE IL GIOCO COME STRATEGIA TRASFORMATIVA?

Ho letto un libro. Si intitola “La strategia di Peter Pan”, è del 1995 e l’ha scritto Aldo Carotenuto, studioso e psicoanalista junghiano che mi è sempre stato molto simpatico.
La parola “infantile”, nel parlato comune, ha un’accezione sicuramente negativa e anche l’espressione “strategia di Peter Pan” viene di solito intesa per indicare una forma di nevrosi di colui o colei che non vuole crescere. Nel suo libro Carotenuto invece spiega come mantenere tratti infantili - fra cui sicuramente rientra la pratica del gioco - possa risultare per gli uomini una strategia evolutiva più interessante - vincente.
E capovolge il teorema comune.

CAPO

VOLGERE

CAPOVOLGERE


Così, a salti, ecco alcuni punti del libro interessanti. Si potrebbe provare ad accostarli, come in un collage, al gioco.

“La capacità di dare significato agli eventi è la chiave di volta della nostra salute psicologica. Se ci chiedessero quali sono le persone più felici, potremmo rispondere che sono coloro i quali sanno conferire sempre nuovi sensi ai fenomeni, per i quali il mondo è attraente, vario, sempre oggetto di meraviglia”

FONDAMENTI DI UNA “COLLAGE-TERAPIA”

Riguardo poi all’idea di frammentazione e di ricerca di unità di senso - di cui sono attraversati molti dei Giochi dell’Altopiano del Nolan:

“Il termine “trauma” significa “ferita”, quasi la divisione in due, ovvero la necessità di scindersi per poter comprendere. Senza dolore non si dà comprensione delle cose ovvero non si dà aperture sulle cose perché le cose, semplicemente, non sembrano disposte ad aprirsi.”

e poi:

“Individuazione, individuo significa “non diviso”, pertanto diventare individui significare divenire se stessi, esseri umani interi, inscindibili e differenziati dalla psiche collettiva, conscia e inconscia.”

*)

“Il genitore è la ferita. In termini letterali questo significa che riteniamo responsabili i nostri genitori; ma lo stesso enunciato, visto come metafora, può significare che ciò che ferisce ci può essere anche genitore. Le nostre ferite sono i padri e le madri dei nostri destini.”
- James Hillman -

Poetico Hillman, indubbiamente.

NEOTENIA

Una buona parte del libro è dedicata alla neotenia, termine coniato dal biologo tedesco Julius Kollmann - dal greco neos - nuovo - e teinos - trattenere, ritardare -per indicare il processo di estensione nel tempo dello sviluppo del feto per alcuni anfibi. L’antropologo Ellis fu il primo ad applicare la definizione all’uomo. L’uomo, infatti, ha una caratteristica evolutiva molto particolare, sorprendente, un vero e proprio enigma: è la specie in cui il periodo di gestazione e le altre fasi dello sviluppo fino all’adolescenza sono le più estese - cosa che, se ci pensiamo, ha un’apparente svantaggio: i cuccioli di uomo sono infatti per molto più tempo rispetto a tutte le altre specie vulnerabili, esposti a rischi e bisognosi di cure e protezione. A questo si aggiunge un’altra stranezza: “dato che nel corso dell’evoluzione dei primati si è appurata una tendenza generalizzata a estendere sia il periodo di gestazione che gli altri stadi dello sviluppo, e visto che negli uomini tali periodi sono più lunghi rispetto alle scimmie antropomorfe, ci si aspetterebbe allora una fase di gestazione più estesa nell’uomo. Al contrario il neonato nasce dopo nove mesi di gravidanza e in una condizione di forte immaturità che renderà necessaria una lunga educazione allo sviluppo”.
Se ti interessa questo argomento ne parla in maniera molto chiara e interessantissima Telmo Pievani, evoluzionista e filosofo della scienza in questo video:

https://youtu.be/6LVR9ImYpX4?si=9G82dnl745R7lL4e (Opens in a new window)

Scrive infine Carotenuto:

Il gioco ha una funzione di elaborazione simbolica di contenuti affettivi e ideativi che trovano nell’attività ludica il territorio privilegiato di metabolizzazione”.

"...nel camminare sentì che i suoi piedi sguazzavano in una pozzanghera d'acqua grassa e sdrucciolona, e quell'acqua sapeva di un odore così acuto di pesce fritto, che gli pareva d'essere a mezza quaresima.

E più andava avanti, e più il chiarore si faceva rilucente e distinto: finché, cammina cammina, alla fine arrivò: e quando fu arrivato...che cosa trovò? Ve lo do a indovinare in mille: trovò una piccola tavola apparecchiata con una candela accesa infilata in una bottiglia di cristallo verde, e seduto a tavola un vecchiettino tutto bianco, come se fosse di neve o panna montata, il quale se ne stava lì biascicando alcuni pesciolini vivi, ma tanto vivi, che alle volte mentre li mangiava, gli scappavano perfino di bocca."

Cap.XXXV delle Avventure di Pinocchio

Ciao

Topic Gioco e Giocare

0 comments

Would you like to be the first to write a comment?
Become a member of L'Altopiano del Nolan and start the conversation.
Become a member