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Mappa Concettuale - GIUSEPPE MAZZINI e l’INIZIO del RISORGIMENTO

In Francia, dopo la morte di Luigi XVIII, il successore Carlo X viene cacciato dal trono per la sua politica antiliberale; al suo posto viene chiamato, a luglio, il duca Luigi Filippo d’Orleans come nuovo re dei francesi “per volontà della nazione”. L’instabilità investe anche l’Italia: nel febbraio 1831 i ducati emiliani e le Romagne insorgono. Tutto parte da Modena: i carbonari, guidati dall'avvocato Enrico Misley e dal commerciante Ciro Menotti, avviano i loro piani per creare un regno d’Italia centro settentrionale. A Bologna il 26 febbraio 1831 nasce il governo provvisorio delle Province Unite, organo di unione dei governi nati dai ducati in mano ai rivoltosi. I regnanti supportati dalla Santa Alleanza ricorrono di nuovo al pugno di ferro contro i ribelli. Dopo l’ennesimo fallimento una cosa diventa certa: l’organizzazione settaria non sta funzionando, senza le masse non si andrà da nessuna parte. Di questo è convinto un intellettuale genovese, classe 1805 e carbonaro dal 1827, patriota della causa italiana: Giuseppe Mazzini. Il dibattito vede due schieramenti: da un lato troviamo i democratici, di cui Mazzini fa parte, che vedono nell’iniziativa popolare la via per l’unificazione, con l’obiettivo finale di creare una repubblica italiana. Dall’altro lato abbiamo i moderati che contano più sul supporto dei regnanti italiani per cacciare l’occupante. Per loro la soluzione ideale è il federalismo dei vari stati della penisola e non l’insurrezione. Mazzini nel frattempo si sposta in Francia, a Lione e poi a Marsiglia, dove incontra l’ex ufficiale piemontese Carlo Bianco di Saint-Jorioz e fonda una nuova società segreta. A Marsiglia, nel giugno del 1831, Mazzini stende il programma per un suo movimento: la Giovine Italia. La priorità assoluta è una sola: l’indipendenza dallo straniero. L’Italia di Mazzini sarebbe stata “una, libera, indipendente e repubblicana”. La guerriglia popolare contro un nemico più organizzato e addestrato, anche se sanguinosa, per Mazzini avrebbe aiutato lo spirito identitario e unitario degli italiani. La vittoria sarebbe arrivata solo con la caduta dei due pilastri della restaurazione: l’Impero austriaco e lo Stato della Chiesa.

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