18 ottobre - San Luca e il sacro disegno
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San Luca che dipinge la Madonna con bambino; dietro è raffigurato il bue alato, simbolo del Santo - opera di Raffaello
Il 18 ottobre nel calendario tradizionale si festeggia San Luca. Ho appena scoperto essere un santo e una festa interessanti - anche - per il Gioco.
Provo a sintetizzare, sempre a salti, qualche punto.
San Luca fu uno dei quattro evangelisti dei Vangeli canonici. Visse attorno al 70 dopo Cristo, insieme a San Paolo. Scrisse, oltre al Vangelo - unico dei quattro in cui si parla anche dell’infanzia di Gesù - i famosi Atti degli Apostoli, che raccontano appunto le vicende di San Paolo.
Perché è uno snodo importante per il Gioco?
Intanto tradizionalmente segna il passaggio alla stagione buia, notturna - non so se stamattina vi siete accorti, a me sembra che l’aria sia cambiata :-) -, l’ultimissimo periodo utile per la raccolta.
E poi è IL Pittore delle Madonne Nere - e come tale anche il patrono dei pittori.
La storia delle Madonne Nere, antichissime, sarebbe un capitolo a parte - consigliato, se qualcuno vuole approfondire il tema, il libro di Michela Zucca: “La dea della montagna” -. In Italia ce ne sarebbero diversi di quadri attribuiti leggendariamente a San Luca - o al sacro modello pittorico da lui incarnato.
I quadri di San Luca appartengono all’idea bizantina di Icona. Sono dipinti che mantengono un’aura di sacro antico e prezioso. Una creatività Superiore.
Forse il più famoso e conosciuto dipinto è quello della Madonna di San Luca, monumento iconico della città di Bologna, che si trova all’interno della Basilica sul colle, a cui si accede attraverso un serpentone di portici (666 portici - ma anche questa è un’altra storia). Sarebbe stato portato lì, in un pellegrinaggio mitico, da un greco, tale Teocle Kmnya, dalla chiesa di Santa Sofia di Costantinopoli, seguendo misteriose indicazioni trovate dietro al quadro.
Pare infine che le reliquie di San Luca siano conservate a Padova nella chiesa di Santa Giustina, nel transetto di sinistra, dove sarebbero stato trasportate attorno al 700, nel periodo iconoclasta, per evitare proprio che gli inconoclasti le distruggessero.
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