Mappa concettuale - La CRISI DELL’ANCIEN RÉGIME in FRANCIA
Alla fine del Settecento il Regno di Francia è una potenza in declino. Guerre perse, umiliazioni, tasse e crisi economiche pesano come un macigno sul futuro della monarchia. E’ solo questione di tempo prima che il sistema crolli, nelle fiamme di una Rivoluzione. In un’età come quella di fine Settecento, un sistema basato sulle consuetudini feudali è fuori tempo massimo: la fisiocrazia e il liberismo non possono tollerare forme così arcaiche di economia. Non a caso la Francia è attanagliata da una crisi economica ormai decennale: le casse dello stato, svuotate dalle guerre di Luigi XIV e dalle spese folli di Luigi XV, hanno bisogno di riprendersi. Ma Luigi XVI, salito al trono nel 1775 a soli 21 anni, decide di ascoltare i cortigiani, spesso indistinguibili dai ministri, e vendicare l’umiliazione della rovinosa guerra dei sette anni. Nel 1778 decide di intervenire nella guerra di rivoluzione americana e a nulla valgono le preghiere del ministro delle finanze Turgot. Turgot però era già stato sostituito nel 1777 da Jacques Necker, un banchiere di origini svizzere, che si prende carico di sanare le finanze del regno. L’obiettivo di Necker è quello di mostrare i numeri incoraggianti, nascondendo i costi della guerra con l’Inghilterra: il piano fallisce, la popolazione capace di analizzare i dati si concentra sulle spese folli della corte, causando il licenziamento di Necker pochi mesi dopo. La crisi però non fa altro che peggiorare: raccolti su raccolti vanno male, portando il costo del frumento a raddoppiare. Per risolvere questa situazione, Luigi XVI deve agire in fretta, non ha molto tempo prima che tutto il sistema crolli. Ma dopo generazioni in cui la monarchia aveva agito senza freni e senza risponderne a nessuno, a chi può chiedere aiuto un re assoluto?
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