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Si parla di: shortage, PNNR, Next Generation EU, Direttiva SUP, Versalis, Horizon Europe, Sibur e TAIF,  Bio-on, Adriano Olivetti, Andrea Polenghi e Lady Be, freeformer, economia circolare

Questa è la prima uscita della newsletter PoliMoka: va quindi considerata una sorta di Numero Zero. Mi piacerebbe ricevere vostri commenti, critiche e consigli su contenuti, taglio editoriale (troppo lunga, troppo corta?), livello di approfondimento e interessi. Potete commentare sia sulla pagina di PoliMoka (Si apre in una nuova finestra) che riporta gli stessi contenuti della newsletter, ospitata in Steady, oppure inviandomi una mail a contatta@polimoka.it (Si apre in una nuova finestra)

Buona lettura
Carlo Latorre

Ipse dixit

Draghi, presentando il PNRR alla Camera: "Nell’insieme dei programmi che oggi presento c’è il destino del Paese, la misura di quello che sarà il suo ruolo nella comunità internazionale, la sua credibilità e reputazione come fondatore della UE e protagonista del mondo occidentale". Nientepopodimenoché! avrebbe detto nel secolo scorso Mario Riva

Punti di vista

Pagheremo caro, pagheremo tutto?

Lo shortage generalizzato di materie plastiche, ancor più degli aumenti dei prezzi, sta annegando sul nascere la "mini ripresa" dell'economia italiana. Ma non va meglio nell'approvvigionamento di altre materie prime fondamentali come legno o metalli. L'Europa sta pagando a caro prezzo la politica di dechimizzazione (si perdoni il termine) avviata ormai da qualche decennio, che ha comportato una forte dipendenza da regioni che - in una situazione come quella attuale - privilegiano lo sviluppo delle loro industrie downstream: la chimica di base e la petrolchimica diventano così fattori di competitività per l'intero settore manifatturiero e sarà sempre più difficile competere ad armi pari con paesi che, oltre a costi della manodopera più bassi, potranno avvalersi anche di materie prime a buon mercato.

In una recente audizione alla Camera dei Deputati, l'AD di Versalis ha illustrato chiaramente i termini della questione: il cracking di Porto Marghera non è  competitivo, poiché il costo di produzione dell'etilene veneziano è tre volte superiore rispetto a quello di impianti in Medio Oriente e tra il 50 e il 60 percento più alto di quello sintetizzato negli Stati Uniti. Lo stesso discorso può essere fatto per gli impianti che producono PVC o polietilene, commodities utilizzate in numerosi comparti industriali, dall'auto al medicale, dal mobile e design all'edilizia. L'Europa rischia così di diventare un mercato 'residuale', dove dirottare le sovracapacità quando serve, ma di cui si può fare a meno in periodi di shortage.

Ai produttori europei di materie plastiche non andrebbe imputato tanto un utilizzo a volte disinvolto della Forza maggiore - fenomeno congiunturale - quanto il disinteresse a riportare in Europa un fattore chiave della produzione e presidiarne la competitività. 

Finiremo per rimpiangere l'IRI?

Succede in Italia

Prendi i soldi e scappa...

La settimana appena trascorsa è stata monopolizzata, in termini mediatici, dalla presentazione in Parlamento del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), o Recovery plan, che prevede investimenti pari complessivamente a oltre 222 miliardi di euro. All'asse “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica” sono destinati 68,6 miliardi, anche se alla sezione che più interessa il nostro settore, quello della gestione rifiuti e progetti di economia circolare, toccheranno poco più di 2 miliardi di euro. Se sono pochi o tanti dipenderà essenzialmente dai progetti che verranno finanziati, se erogati a pioggia o concentrati su interventi strategici. La versione presentata al Parlamento italiano non contiene infatti le schede tecniche in dettaglio (presenti invece nel plico inviato a Bruxelles), senza le quali ogni giudizio va sospeso.

É molto probabile che la maggior parte dei fondi sarà destinata a colmare l'atavico gap infrastrutturale nella gestione dei rifiuti, mentre servirebbero risorse anche per la ricerca e l'innovazione di processo e di prodotto.
Ci consola il fatto che a presiedere il Ministero della Transizione ecologica ci sia Cingolani e non il Generalissimo Costa, che non celava la sua vocazione plastic-free. Il Piano sarà ora sottoposto alla Commissione europea, dove già giacciono documenti analoghi depositati da Francia, Germania e Spagna (Energia Oltre (Si apre in una nuova finestra) ha pubblicato una veloce disamina dei tre dispositivi).
Hanno già consegnato il piano anche Portogallo, Grecia e Slovacchia. L’approvazione dei primi documenti presentati dai paesi membri sarà pianificata durante la riunione dell’Ecofin del 18 giugno.

Il PNRR rientra nel più ampio programma Next Generation EU varato dalla UE, del valore di 750 miliardi di euro, con l'obiettivo di "riparare i danni economici e sociali immediati causati dalla pandemia di coronavirus per creare un'Europa post Covid-19 più verde, digitale, resiliente e adeguata alle sfide presenti e future". Un'interessante analisi su questo strumento è stata elaborata da The European House - Ambrosetti (qui PDF (Si apre in una nuova finestra)).

Non mancano incognite e lungaggini:  i 27 Paesi UE devono ancora ratificare la decisione sulle risorse proprie (necessarie per finanziare il piano) e 10 sono ancora in sospeso. Serviranno poi due mesi alla Commissione, a partire dalla presentazione dei piani, per la valutazione e la presentazione di una proposta di finanziamento al Consiglio. Quindi occorre un passaggio in Consiglio europeo per lo sblocco dei fondi, mentre il Parlamento europeo sarà chiamato  a valutare i piani nel rispetto degli obiettivi ambientali.

SUP all'italiana

Il Parlamento italiano ha approvato nei giorni scorsi la Legge di delegazione europea, che in un sol botto recepisce nel nostro ordinamento 39 direttive europee, tra le quali - all'articolo 22 - la famigerata Direttiva (UE) 2019/904 sulla riduzione dell'incidenza di determinati prodotti di plastica sull'ambiente, più brevemente Direttiva SUP (QUI (Si apre in una nuova finestra) il testo completo). 

La principale novità è la possibilità di  utilizzare plastica compostabile conforme alla norma UNI EN 13432, pur con non meglio specificate "percentuali crescenti di materia prima rinnovabile" negli articoli monouso  destinati ad entrare in contatto con alimenti vietati dalla Direttiva (allegato, parte B) qualora "non sia possibile l'uso di alternative riutilizzabili".
In altre parole, via libera a posate, piatti, cannucce, contenitori per fast-food...

Porto Marghera cambia faccia

Protagonista non della settimana, ma del mese appena trascorso, è Versalis, con l'annuncio della chiusura degli ultimi grandi impianti petrolchimici di Porto Marghera (cracking e aromatici), i cui dettagli sono stati ufficializzati nel corso di una audizione presso le Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera dei Deputati il 20 marzo scorso (articolo di Polimerica (Si apre in una nuova finestra)). Un progressivo smantellamento del petrolchimico, ormai alle fasi finali, che chiude oltre un secolo di storia della chimica nazionale (QUI (Si apre in una nuova finestra) una cronologia del polo veneziano 1970-2018 a cura dell'Università di Venezia).

Versalis ha anche annunciato fermi per manutenzioni ordinarie e straordinarie, tra giugno e luglio, nei poli di Brindisi e Mantova. Si tratta di progetti annunciati da tempo, ma la decisione di fermare gli impianti in un periodo di shortage di materie plastiche e ripetute chiamate di forza maggiore ha fatto storcere il naso a molti.

Altri orizzonti

Horizon Europe  2021-2027

La ricerca europea ha un nuovo piano di medio termine: Horizon Europe  2021-2027, che riceve il testimone da Horizon 2020. Nel complesso, saranno investiti nei prossimi otto anni oltre 95 miliardi di euro per progetti di digitalizzazione e innovazione delle PMI, decarbonizzazione delle attività industriali e sostegno ai sistemi sanitari dei paesi membri per prepararsi alle future pandemie. Un miliardo di euro andrà alla ricerca di base, stanziato dal Consiglio europeo della ricerca. Una presentazione in italiano del nuovo piano è scaricabile QUI (Si apre in una nuova finestra).

Qui sotto, invece, la struttura preliminare del piano:

Fusione in Russia

Nel mondo industriale si segnala l'annuncio della fusione delle attività petrolchimiche delle società russe Sibur e TAIF, quest'ultima con base in Tatarstan (articolo su Polimerica (Si apre in una nuova finestra)). 

É la stessa TAIF che il 21 aprile scorso ha affidato a NextChem (Maire Tecnimont) e MET Development, il compito di valutare ed eventualmente co-sviluppare un nuovo impianto per la produzione di polimeri biodegradabili nella regione. Ed è sempre lei che aveva siglato due anni fa un accordo di licenza con la bolognese Bio-on (in seguito fallita) per la produzione di bioplastiche a base PHA. E, a proposito di Bio-On, la  Procura di Bologna ha deciso di procedere con la richiesta di rinvio a giudizio dei vertici dell'azienda (articolo su Polimerica (Si apre in una nuova finestra)), una settimana prima dell'apertura dell'asta per la vendita degli assets aziendali (dettagli sull'asta QUI (Si apre in una nuova finestra)).

Da ascoltare

L'occasione perduta

Si chiama "Olivetti, l’occasione perduta" il podcast diffuso sul portale del Sole 24 Ore e sulla piattaforma Spotify, dedicato alla figura di Adriano Olivetti, imprenditore innovativo, illluminato e 'fuori dal coro, scomparso nel 1960 all'età di 59 anni (biografia su Wikipedia (Si apre in una nuova finestra)). 

Scritto e letto da Paolo Colombo, docente di storia all'Università Cattolica di Milano, il podcast parte da una suggestione potente: come sarebbe l'Italia se Olivetti e imprenditori come lui (non molti a quei tempi), invece di essere osteggiati e talvolta tolti di mezzo (la sua morte suscita ancora oggi qualche sospetto, al pari di quella di Mattei), avessero avuto la possibilità di cambiare in meglio questo paese?
Una domanda che resta un'ipotesi. Precorritore nei calcolatori elettronici e, qualche anno più avanti, anche nei primi personal computer, Olivetti - dopo la morte del suo mentore - è stata smembrata e relegata alla costruzione di macchine meccaniche da calcolo e per scrivere, mentre la divisione elettronica ceduta a General Electric. Con un colpo di coda qualche anno più tardi con la gestione di Carlo De Benedetti.

https://stream24.ilsole24ore.com/podcasts/olivetti-l-occasione-perduta-AEkeq2C (Si apre in una nuova finestra)

A differenza dei moderni tycoon votati al profitto e al successo personale, Adriano Olivetti era, prima di tutto, un imprenditore illuminato, che dotava i suoi stabilimenti - prima ancora che gli venisse chiesto dai dipendenti - di mense con alimenti freschi, biblioteche, nidi e spazi teatrali, negli stessi anni in cui alla Fiat gli operai lottavano per avere uno spazio comune dove mangiare. Primo a introdurre nel nostro paese la settimana corta, invitava architetti di fama per progettare le fabbriche e noti designer per dar forma ai prodotti, perchè anche una macchina da scrivere doveva essere bella, oltre che funzionale. E per questo non piaceva agli industriali del suo tempo.
L'approccio scelto da Colombo per il podcast è colloquiale, divulgativo e, per i miei gusti, un po' troppo enfatico. Ma gli spunti sono interessanti.
Perché tirare fuori oggi Olivetti dal dimenticatoio? Semplice: lo scorso 11 aprile si sono festeggiati i 120 anni dalla nascita.

Da vedere

Plastica per l'arte

Segnalo questa mostra, che non ho però avuto ancora occasione di visitare. Si tiene fino al 13 giugno a Palazzo Marliani Cicogna di Busto Arsizio con il titolo “Plastica per l’arte il valore del riciclo”. Ad esporre sono due artisti che utilizzano la plastica in modo creativo: Andrea Polenghi e Lady Be, quest'ultima nota nel mondo delle materie plastiche per la sua collaborazione con Amaplast e le performance dal vivo in alcuni eventi del settore, quali Plast e K2019. 

Lady Be, al secolo Letizia Lanzarotti, da oltre dieci anni crea opere d'arte partendo da oggetti di plastica raccolti nelle spiagge, in mercatini e nelle scuole, utilizzando la tecnica “eco-mosaico”. Nelle mani dell'artista, i materiali di scarto si trasformano in opere d'arte, invece di finire in discarica o nell'inceneritore, vero e proprio upcycling creativo. In mostra a Palazzo Marliani Cicogna ritratti di personaggi famosi, come Tesla, Darwin, Guglielmo Marconi, Leonardo da Vinci, Mao Tse Tung, Anna Frank, oltre a contemporanei, come Lady Gaga, Vasco Rossi e Vittorio Sgarbi.

Andrea Polenghi, classe 1951 a Milano, utilizza invece cannucce colorate in plastica - presto fuorilegge in Europa - con un tecnica “puntiforme” con la quale compone ritratti di personaggi famosi come Andy Warhol, Mick Hagger o il Dalai Lama.

La  mostra è gratuita, ma - in tempi di Covid19 - la prenotazione è obbligatoria, almeno un giorno prima della visita, telefonando al numero 0331 635505 negli orari di apertura del museo.

Next Week

Liberi di formare

Arburg Italia terrà il 6 maggio alle ore 11 un webinar dedicato alla tecnologia di manifattura additiva freefromer per applicazioni industriali, che - a differenza di altre tecniche di stampa 3D - utilizza gli stessi granuli impiegati nello stampaggio ad iniezione, invece di filamenti o polveri. Nel corso dell'incontro online interverranno esperti dell'azienda tedesca e utilizzatori. Al termine degli interventi è prevista  una sessione di Q&A per approfondire i tempi di interesse. Registrazioni QUI (Si apre in una nuova finestra).

Ripensare la plastica

"Idee, progetti e tecnologie per ripensare la plastica nell’economia circolare" è il titolo del webinar in programma il prossimo 6 maggio dalle ore 11 alle 12, organizzato dalla Fondazione Mario Diana e ospitato sulla piattaforma InnovationVillage. Ci si deve registrare QUI (Si apre in una nuova finestra).

Da vaschetta a vaschetta

Sempre il 6 maggio (giornata piena), alle ore 16, l'Università di Bologna organizza un webinar dedicato al progetto Ricircola, che si pone l'obiettivo di recuperare in circuito chiuso le vaschette alimentari in materiale plastico.
QUI (Si apre in una nuova finestra) il programma completo in PFD e QUI (Si apre in una nuova finestra) il modulo per iscriversi.