Mentre in Africa vi sono nazioni che non sono riuscite a vaccinare nemmeno il 3% della popolazione e i ricavi realizzati da Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Johnson & Johnson hanno toccato cifre stratosferiche, la Commissione europea – alleata d’acciaio di Big Pharma – continua a opporsi alla moratoria sui brevetti dei vaccini anti Covid. Un argomento tabù anche per gran parte dei media. Perché? Quali pressioni ci sono? In apertura di questo numero di MicroMega+ Vittorio Agnoletto denuncia “Le relazioni pericolose tra politica, comunicazione e Big Pharma (Si apre in una nuova finestra)”.
Da Giorgetti a Brunetta, da Gelmini a Tabacci, da Fornero a Maroni. Questi e altri personaggi politici della Seconda Repubblica, sostenitori delle politiche liberiste dell’ultimo ventennio, sono stati richiamati con incarichi diversi al governo per portare il paese fuori dalla crisi. Loro che l’hanno prodotta. Nell’articolo “I Gattopardi di Draghi (Si apre in una nuova finestra)” Mario Barbati traccia un bestiario della restaurazione all’italiana.
Dalla nuova edizione critica de “Il Memoriale di Aldo Moro” – come evidenzia Stefania Limiti (“Caso Moro, la Dc non è innocente (Si apre in una nuova finestra)”) – emerge con forza la responsabilità di una scelta politica: quella di lasciare che il presidente della Democrazia cristiana, rapito dalle Brigate Rosse, scomparisse dalla scena politica anche a costo di annientare la sua stessa vita.
“L’Afghanistan la commuoveva, la rapiva con i suoi paesaggi, la sua gente e, soprattutto, con le sue immense ferite”. Alberto Negri ricorda l’amica e collega Maria Grazia Cutuli, inviata del “Corriere della Sera” uccisa il 19 novembre 2001: “Maria Grazia è ancora in viaggio verso Kabul (Si apre in una nuova finestra)”.
La provocazione di Giorgetti sul “semi-presidenzialismo di fatto” ha generato una discussione non all’altezza della gravità delle parole del ministro. Per salvare il nucleo parlamentare della Repubblica – spiega Alessandro Volpe (“Salvare il parlamentarismo dalla sua attuale controfigura (Si apre in una nuova finestra)”) – non bastano appelli generici o denunce morali. Occorre compiere alcuni passi normativi. Ecco quali.
Il secondo stato più popoloso dell’Africa si trova oggi in una crisi che rischia di sfociare in una guerra civile che potrebbe compromettere la stabilità del già precario scacchiere geopolitico del Corno d’Africa. L’analisi di Federico Bonadonna: “L’Etiopia sull’abisso della guerra civile (Si apre in una nuova finestra)”.