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Essere poveri? Una colpa. I percettori del Reddito di cittadinanza? Trattati come criminali. I politici? Disinteressati a capire. Soluzioni? Un radicale cambiamento culturale. In questo nuovo numero di MicroMega+ un’intervista di Daniele Nalbone – la prima della serie “La politica che (non) c’è” – a Chiara Saraceno (“Non è un Paese per poveri (Si apre in una nuova finestra)”), sociologa e coordinatrice dell’Osservatorio sull’Rdc voluto dal governo, le cui proposte per migliorare la misura di welfare sono state ignorate da tutti, a partire da Draghi.

Per una società basata sul dissenso (Si apre in una nuova finestra)”: in questa “lectio” tenuta in occasione della festa per i 120 anni della Camera del Lavoro di Reggio Emilia, Tomaso Montanari, storico dell’arte e rettore dell’Università per gli Stranieri di Siena, spiega perché la Costituzione, a partire dall’articolo 9, è stata pensata per essere uno strumento di rivoluzione. Al centro del suo intervento, la cultura.

Da un secolo il Vaticano rivendica la totale appartenenza di Dante alla cattolicità. Un tentativo di appropriazione ardito. Perché – come evidenzia Michele Martelli (“Dante laico ed eretico (Si apre in una nuova finestra)”) – il sommo poeta è storicamente il primo teorico occidentale della separazione tra politica e religione. E la Commedia e altri suoi scritti pullulano di feroci invettive antiecclesiastiche e antipapali.

Il 15 dicembre di sessant’anni fa si concludeva con la condanna alla pena capitale il processo al criminale nazista Adolf Eichmann. Per l’occasione riproponiamo da MicroMega 4/91 una conferenza del 1964 di Hannah Arendt (“La responsabilità personale sotto la dittatura (Si apre in una nuova finestra)”) nella quale la grande studiosa del totalitarismo difende il suo libro sul processo Eichmann e argomenta la possibilità della resistenza del singolo anche nei regimi più oppressivi.

La cultura occidentale deve molto a Ludwig Feuerbach per aver indicato la via di un nuovo umanesimo che non trae origine dalla presenza di Dio nell’uomo ma dalla presenza dell’uomo a sé stesso. Su queste basi diventa possibile una civiltà fondata su un sentimento universale di solidarietà verso il prossimo. Una riflessione di Teresa Simeone: “Dio, l’ottativo del cuore umano divenuto tempo presente (Si apre in una nuova finestra)”.

“Noi preti operai rappresentiamo un’interpretazione del Concilio Vaticano II”. Dal volume “Il prete, la professione e la fabbrica” di Giuseppina Vitale (Edizioni Studium), proponiamo una intervista a don Roberto Fiorini, direttore della rivista “Preti Operai” (“La mia vita da prete operaio (Si apre in una nuova finestra)”).

Buona lettura!

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