“Chiamata al crimine. La letteratura come arma di libertà (Si apre in una nuova finestra)”. Apriamo questo numero 23 di MicroMega+ con il discorso inaugurale del 21mo Festival internazionale di letteratura di Berlino pronunciato dalla scrittrice franco-marocchina Leïla Slimani. Un accorato appello alle donne a uccidere l’angelo del focolare che è in loro per liberare i loro talenti. E un richiamo sul senso della letteratura, che è luogo della complessità e non della cancellazione.
Per un numero crescente di studenti e professori l’idea di classico universale e senza tempo nel regno dell’arte suona arbitraria, vuota e come un alibi per mantenere le relazioni di potere esistenti. Dopo quelli di Mark Edmundson (Si apre in una nuova finestra), Siri Hustvedt (Si apre in una nuova finestra) e Robert Boyers (Si apre in una nuova finestra) pubblichiamo il quarto e ultimo degli interventi su letteratura e cancel culture usciti sulla rivista Salmagundi: “Ripensare le Culture Wars (Si apre in una nuova finestra)” di Rochelle Gurstein.
La Corte Suprema Usa ha recentemente privato le donne texane del diritto all’aborto. All’origine di questa decisione – spiega Massimiliano Saltori (“Come il Partito Repubblicano è diventato il punto di riferimento degli antiabortisti americani (Si apre in una nuova finestra)”) – lo stretto legame tra giurisprudenza e politica americana e il riposizionamento del Partito Repubblicano, passato nel corso degli anni dal sostegno alla completa opposizione all’interruzione di gravidanza.
La vita e la morte, gli embrioni e i bambini, la Chiesa e la politica. I corpi delle donne. Di fronte a chi – come papa Bergoglio recentemente (Si apre in una nuova finestra) – definisce l’aborto un omicidio (e dunque le donne assassine), riproponiamo da MicroMega 1/2008 un confronto tra due donne di diverse generazioni: Mariella Gramaglia e Cinzia Sciuto (“Dialogo sulla Chiesa e i corpi delle donne (Si apre in una nuova finestra)”).
“Dalla riforma agraria al Terrore: Menghistu, il Negus rosso (Si apre in una nuova finestra)”. Dopo il ritratto di Hailé Selassié (Si apre in una nuova finestra), in questo secondo di quattro articoli dedicati ai protagonisti della storia d’Etiopia Federico Bonadonna racconta Menghistu Hailé Mariam, il dittatore comunista che portò il paese fuori dal feudalesimo e fece uccidere mezzo milione di persone nei primi anni di regime.
La bandiera arcobaleno non sventola più. A sessant’anni dalla prima marcia Perugia-Assisi promossa da Aldo Capitini (24 settembre 1961), il movimento per la pace conosce una crisi senza precedenti. L’analisi di Alessandro Marescotti, presidente dell’associazione Peacelink: “La sinistra con l’elmetto ha ucciso il pacifismo (Si apre in una nuova finestra)”.
Buona lettura!