Albedo Newsletter - N°18
Ciao, questa è la newsletter Albedo, e io sono Sebastiano Santoro, scrittore di Duegradi. L’albedo è la capacità di un corpo di riflettere i raggi solari. I cambiamenti climatici stanno provocando, tra le altre cose, lo scioglimento dei ghiacciai; e la scomparsa di queste estese superfici chiare sta alterando l’albedo terrestre. L’obiettivo di questa newsletter è creare uno spazio condiviso in cui idee e storie sull’Antropocene e sui cambiamenti climatici possano sedimentare e, allo stesso tempo, riflettersi e diffondersi un po’ ovunque. Come i raggi solari quando colpiscono il nostro pianeta, appunto. Uno spazio utile perché quella che stiamo vivendo è un’epoca di cambiamenti, non solo climatici. Albedo cercherà di raccontarli, in tutte le forme possibili, dalla fiction alla non-fiction, e lo farà in cinque parti.
La prima è una sorta di editoriale;
la seconda è un consiglio di lettura;
nella terza c’è un piccolo promemoria sugli ultimi articoli pubblicati da Duegradi;
la quarta contiene link per offerte di lavoro e corsi di formazione, perché anche il mondo del lavoro sta cambiando;
l’ultima, la quinta parte, è un tentativo di misurare in cifre i cambiamenti che stiamo vivendo.
Cosa c’è dietro Albedo
Nel suo moto di rivoluzione intorno al Sole, lungo cui descrive un’orbita ellittica di 946 milioni di chilometri che percorre a una velocità di 108 km/h, esattamente oggi, 20 giugno alle ore 22:51, fuso orario italiano, il pianeta Terra presenterà in direzione del Sole il suo angolo massimo o minimo - a seconda che ci troviamo nell’emisfero boreale o australe - tra il proprio asse di rotazione e il piano orbitale terrestre. Ovvero, detto in altre parole, sta per cominciare l’estate.
Le previsioni per questa stagione estiva (Si apre in una nuova finestra), in quanto a ondate di calore e temperature massime, non sono così ottimali: d’altronde veniamo dai 12 mesi di fila (Si apre in una nuova finestra) più caldi mai registrati sul pianeta dagli esseri umani. Era difficile aspettarsi qualcosa di diverso. E cosa si fa di solito quando fa caldo? Si beve molto, e soprattutto ci si sbraca. E allora anche qui ad Albedo abbiamo deciso di sbottonarci un po’, e parlare del lavoro e delle persone che ci sono dietro questa newsletter. Insomma farci conoscere meglio. Partiamo da questo editoriale.
Ci sono io, dunque, che ogni giorno penso e scrivo l’editoriale che stai leggendo. Dico ogni giorno perché letteralmente è così. Spesso le idee mi vengono nei momenti più insoliti della giornata, cioè mentre sto facendo tutt’altro (sapete quella cosa che disse Conrad, “come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?”, ecco, è un po’ così). Una volta terminato di scrivere, intorno al 13 o 14 di ogni mese, inserisco il materiale grezzo in una cartella condivisa. Da qui il testo passa nelle mani di Luca Famooss Paolini, il quale oltre a essere il caporedattore di Duegradi è anche il primo lettore di questa newsletter, cioè colui che ne conosce, prima la forma embrionale, e poi quella finale. Insomma il primo editor di Albedo, che corregge le imprecisioni o le imperfezioni, ne cura la leggibilità (soprattutto quando a volte la mia penna se ne va per conto suo) e dà consigli per rendere coerente e omogeneo lo stile. Si può dire che, tra gioie e dolori, Luca fa questo lavoro tutti i mesi. Salvo qualche rarissimo imprevisto.
Capita a volte che il testo di Albedo venga revisionato anche da qualcun altro, che esprime un parere o una critica. Non sempre i pareri e le critiche sono tempestivi. A volte vengono annunciati, e poi tardano ad arrivare.
Comunque, contemporaneamente alla correzione del testo, il team grafico di Duegradi cura la veste visiva della newsletter, le illustrazioni ed eventualmente le infografiche da aggiungere alla parte scritta. Chi gestisce questa fase deve essere molto creativa: a volte a causa dei miei ritardi è costretta a pensare a un’illustrazione prima ancora di leggere il testo dell’editoriale, deve cioè immaginarselo leggendo il solo titolo. Ed è così che ogni mese, a ridosso della pubblicazione, mi arriva un messaggio da Viola Madau, la capogruppo del team che mi chiede suppergiù questo:
Dopodiché il testo viene completato da Riflessi, l’ultima sezione della newsletter gestita da Chiara Falduto, una delle fondatrici di Duegradi. Dopo tanti giri di parole, Riflessi è uno spazio in cui si tenta di rappresentare in cifre numeriche tutta la complessità dei cambiamenti che stiamo vivendo. È un’operazione di semplificazione e di traslitterazione non semplice da fare. Ma quando è fatta bene, riesce, con pochi numeri, ad essere più espressiva di tante parole.
Giunti a questo punto il testo corretto, insieme alle grafiche e a Riflessi, viene inviato alla fase di pubblicazione, sarebbe a dire a Elia Ferraccioli, che è colui che si prende la briga ogni 20 del mese di inviarti Albedo. Oltre all’invio e alla puntualità, Elia ha anche un compito ingrato: quello di risolvere tutti i problemini tecnici che sopravvengono prima e dopo l’invio. E questo può succedere a tutte le ore del giorno. Anche di sabato mattina, mentre stai per pranzare…
Così com’è Albedo è ora pronto per passare nelle mani del team social, in particolare Chiara Camporese, che ne cura didascalia e pubblicazione. Da questo momento in poi il testo non è più qualcosa di ristretto a poche persone che fanno parte di una chat di Duegradi, ma diventa un insieme di idee e di parole che arrivano alla mail personale di più di 1.000 iscritti, oltre a tutti i lettori e le lettrici che abbiamo sui social. Da questo momento in poi, in pratica, Albedo non è più cosa nostra, ma diventa proprietà di tutti e tutte che lo leggono, e a loro volta pensano e scrivono cose ispirate da ciò che hanno letto. Questo passaggio è il più bello ed emozionante di tutti. E anche il più imprevedibile. Da un lavoro circoscritto, di cui conosciamo bene i procedimenti (a volte anche gli intoppi), il testo viene da te, da voi, riassemblato, risignificato, riconsegnato con forme e interpretazioni nuove. Questo viaggio dall’interno all’esterno di Duegradi, e poi di nuovo ritorno alla mia casella mail, è la cosa che più ci emoziona. Ed è così fin dai primi numeri inviati. Ormai quasi due anni fa.
A dire il vero, se tu potessi leggere la chat su cui progettiamo e creiamo Albedo, capiresti che a noi che ci occupiamo della newsletter, in realtà, non ci vuole molto a farci emozionare. Le reazioni a cuoricino abbondano sotto molti messaggi.
Insomma Albedo è una newsletter che coinvolge almeno tre rami di Duegradi, tra redazione, team grafico e parte social. Il procedimento è suppergiù questo che ti ho descritto. Non sempre, ma a volte l’editoriale circola anche tra i nostri scrittori o le nostre scrittrici. Lo scorso testo su Calvino ad esempio è stato letto da una parte della redazione. Vi riporto qui alcune delle reazioni.
Giordano Zambelli, che mensilmente cura la Rubrica Le parole sono importanti (Si apre in una nuova finestra), mi ha condiviso una riflessione, che è anche un’aggiunta, un completamento (perché appunto ‘le parole sono importanti’), del discorso che si faceva sui chatbot (se non lo hai letto, recuperalo qui (Si apre in una nuova finestra)). Giordano mi scrive: “Mi sono un attimo fermato a riflettere quando hai scritto: "Pensare è, sì, ricombinazione creativa e originale di idee e di simboli letti o visti o ascoltati, e quindi alla portata di qualsiasi AI". I large language models (i modelli su cui è basata chatgpt) funzionano come grandi motori probabilistici, lo dico in maniera un po' impropria e semplificata, ma di base quello che fanno è predire la parola successiva più probabile in un testo, sulla base del database (sterminato) a cui attingono. Pur trattandosi ovviamente di operazioni complessissime, mi viene da dire che l'AI dei modelli linguistici disponibili oggi è ancora molto lontana dalla ricombinazione creativa e originale che il nostro cervello è capace di fare, nel senso che tutto quello che produce e che scrive non lo sta 'capendo' nel modo in cui lo capiamo noi. Sono strumenti estremamente potenti, molto utili, ma fanno una cosa molto diversa (e in parte complementare) rispetto a quello che fa il cervello umano..”. Insomma, scrive Giordano: “è legittimo continuare a chiedersi in che modo la nostra e l'intelligenza artificiale si assomigliano o divergono, ma forse per il momento siamo ancora più lontani di quanto crediamo di essere, noi e le AI.”
Per cui: salvi noi, salvi i chatbot. Giochiamo in due campionati diversi, forse non c’era nemmeno bisogno di scomodare Calvino per capirlo (ma lo confesso, di fronte alla sua tomba, la tentazione che ho avuto a chiederglielo è stata troppo forte).
Ribadisce con parole diverse il concetto che giochiamo in due campionati diversi, anche Viola, la nostra grafica e illustratrice: “Da creativa professionale ho avuto più di un mental breakdown sull'AI e quel punto esclamativo deciso dopo il tuo ‘No!’, mi ha fatto sorridere. Hai ragione, l'esperienza umana è preziosa”.
L’esperienza umana è preziosa. Sarebbe d’accordo anche Luca, il nostro caporedattore, che nell’ultima correzione fa inconsapevolmente da contrappunto a Viola lasciando questo commento autobiografico: “non sai quanto mi hanno toccato le parole su Italo Calvino e sulla sua "vitale esitazione". Vitale nel senso che è una esitazione incernierata alla sua vita, al suo modo di essere. Così come al mio. Un perenne senso di logorante indecisione.”
Ci lasciamo così, con un dubbio, un senso di esitazione, che un po’ tutti e tutte ci portiamo appresso, come un’ombra che ci segue passo passo, e che forse sarà la cifra con cui si misurerà questo secolo che ci attende. Il dubbio è questo: riusciremo a cambiare in tempo il modo con cui produciamo energia, mangiamo, consumiamo, insomma il modo con cui le nostre società stanno al mondo? E riusciremo a cambiare anche noi stessi, il modo con cui ci relazioniamo con l’altro - umano e non umano - il modo con cui facciamo i conti con la nostra vulnerabilità, il fatto di essere una tra le tantissime specie viventi che ha vissuto e che vivrà su questo pianeta, ma che al contempo è stata capace di alterarne i ritmi biologici e geologici, allora ci riusciremo?
Non lo so. Nessuno lo sa. Elia però una cosa ce la ricorda, cioè che ad agosto, Albedo va in vacanza. Per cui il prossimo, quello di luglio, sarà l’ultimo numero prima della pausa estiva.
Noi ci risentiamo a luglio. Parleremo di guerra e di conseguenze ecologiche dei conflitti armati. Se vuoi condividere qualcosa la mail è sempre la stessa, sebastiano.santoro@duegradi.eu (Si apre in una nuova finestra). Passa un buon inizio estate, e occhio all’angolo tra asse di rotazione e piano orbitale terrestre! Ciao!
Consigli di lettura
I consigli saranno monotematici. Il fatto è che da poco si sono concluse le elezioni per il Parlamento europeo. Elezioni importantissime perché nei prossimi 5 anni c’è in ballo il futuro del Green deal (e non solo quello… com’era la faccenda dell’esitazione?). Si prevedeva un’avanzata dell’estrema destra un po’ ovunque. Così è stato, ma non nelle proporzioni di quelle che erano le stime iniziali. I risultati sono agrodolci (Si apre in una nuova finestra): la maggioranza che guidava lo scorso Parlamento avrebbe retto.
I partiti ecologisti però hanno perso voti (Si apre in una nuova finestra): sono passati da 74 a 53 seggi. La sconfitta è forte soprattutto in Francia e in Germania. Tendenza opposta in Spagna, Italia e in Olanda dove hanno guadagnato nuovi seggi. Alleanza Verdi-Sinistra, da noi, fa ben sperare (Si apre in una nuova finestra) (lista più votata dai fuorisede, e terza per il voto degli under 30).
Ad ogni modo, se sarà confermata Ursula Von der Leyen come presidenta della Commissione europea, avrà bisogno dell’alleanza (Si apre in una nuova finestra) con l’eurogruppo dei Verdi.
A futura memoria: un’analisi degli impegni sul clima (Si apre in una nuova finestra) presi dalle liste italiane durante la campagna elettorale.
A proposito delle destre: sembra che annullare il divieto (Si apre in una nuova finestra) di vendere auto a motore termico a partire dal 2035 sia uno dei primi loro obiettivi.
Gli ultimi articoli di Duegradi
Anche su Duegradi abbiamo coperto l’evento dell’elezioni europee. Con questo articolo di Stefano Cisternino e Cecilia Consalvo che analizzano (Si apre in una nuova finestra) i programmi elettorali delle varie liste italiane…
… e con la rubrica mensile di Giordano Zambelli Le parole sono importanti, che per questo mese (Si apre in una nuova finestra) si è dedicata a decostruire la retorica del buon cibo, della farina di grillo e della carne sintetica.
Lavoro e formazione
Climate Journalism Award 2024 (Si apre in una nuova finestra) per lavori sul cambiamento climatico.
Se avete proposte sul tema "supporting the youth climate justice movement", potete inviarle alla rivista Nonprofit Quarterly (Si apre in una nuova finestra) (occhio, scade a breve!).
Tra Lecce, Bologna, Sassari e Milano, il Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici cerca (Si apre in una nuova finestra) un bel po’ di ricercatori/ricercatrici.
A Verona la Lega Anti Vivisezione cerca un/a responsabile (Si apre in una nuova finestra)sportello contro il maltrattamento.
Riflessi: qualche numero dal pianeta Terra
115,9 miliardi,
l'importo in USD che i paesi sviluppati hanno fornito e mobilitato per l'azione climatica nei paesi in via di sviluppo nel 2022. Raggiungendo questo livello, i paesi sviluppati hanno raggiunto per la prima volta il loro obiettivo di 100 miliardi di USD a cui si erano impegnati nel 2009. Tuttavia, l'obiettivo è stato raggiunto con un ritardo di 2 anni.