Tra deliri di Sugar Bombs e l’irrefrenabile scioglievolezza
Ma voi vi siete mai chiesti che sapore ha la carne di iguana radioattiva? Io no e sinceramente non so nemmeno se mai la assaggerei. Ma poi una volta che ti ci ritrovi in quella situazione che fai? Dai agio alle tue paranoie oppure cerchi di sopravvivere in qualsiasi modo possibile?
E’ un po’ lo stesso quesito che secondo me si è posta Lucy MacLean all’uscita dal Vault 33. Se non sai quello di cui sto parlando, forse io e te dobbiamo sederci sul divano e gustarci la serie di Prime Video “Fallout”. Magari mentre ci mangiamo una buona pizza.
Ormai ho concluso la serie dedicata al videogioco di Bethesda da quasi una settimana e posso tranquillamente affermare che si tratta di un prodotto che si gode in estrema tranquillità senza annoiare e che finalmente riesce a trasportare lo spirito di un mondo di gioco all’interno di un prodotto audiovisivo(ma che termini oggi eh).
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Certo! Avevamo già avuto il buonissimo esempio della serie di The Last of Us, ma chi si aspettava che nel giro di poco tempo avremmo avuto un nuovo prodotto che prende ispirazione da un videogioco cosi fatto bene. D’altronde siamo abituati a vedere sempre il peggio noi videogiocatori quando si tratta di trasposizioni. Vi devo ricordare il film di Doom? Meglio di no…
Non è tutto oro in quel dell’inferno, ma si scioglie che è una bellezza
Poi ovviamente dobbiamo toccare l’argomento scottante, nel verso senso della parole. Un po’ di numeri fa, vi ho detto che avevo iniziato finalmente Diablo 4. Un po’ perplesso, un po’ ovviamente anche scottato da come ne parlavano tanti colleghi è inutile dire che un po’ ero condizionato. C’è da dire però che ho cercato in ogni modo di avvicinarmi al gioco senza alcuna presunzione, un po’ con la voglia di andare in giro e spaccare le osse ai demoni che mi si parassero davanti.
Ma tutto questo poi si è scontrato con la dura verità di un titolo che un po’ mi ha annoiato, non tanto come storytelling e idea narrativa, anzi di quello ne parleremo dopo. Quello che più ho trovato pesante è stato il pacing del gioco che ho trovato un po’ lento e soprattutto non molto remunerativo dal punto di vista della crescita del personaggio. Non solo per le scelte di equip che si possono fare, ma anche e soprattutto per la quantità di skills e passive che si possono sbloccare attraverso l’albero delle abilità.
Per quanto riguarda invece il filo narrativo l’ho trovato invece on point. E uso questo termine per dirvi che secondo me da quel punto di vista c’è stato un grosso passo avanti, con cinematiche suggestive e soprattutto anche con un po’ di regia che aiuta sempre a spezzare un po’ il ritmo, soprattutto durante le sessioni di gioco più lunghe. Oltre a questo c’è sicuramente da fare un plauso per le ambientazioni, ma su questo Blizzard e il team di Diablo ci hanno sempre trattato bene, eppure però tutto questo non riesce a tenere in piedi un titolo che da sempre ha fatto del gameplay il suo fulcro.
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TELOCONSIGLIO #13✨
Il TELOCONSIGLIO di oggi invece è un po’ particolare perché si tratta di un “gioco alla peppe” come li ho definiti la volta scorsa. Se avete amato A Short Hike, non potete assolutamente perdervi Lil Gator Game. Non starò qui a spoilerarvi molto, ma immaginate di dover far avventure un piccolo coccodrillo e fare amicizia con tutti gli abitanti dell’isola. Insomma un gioco “cozy” che vi permetterà di staccare un po’ il cervello e immergervi in un mondo pieno di gentilezza e divertimento.
//RASSEGNA STANCA📰
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Chiacchiere e Pad #40
"What Are Ya Buying?"
-Merchant, Resident Evil 4, 2005