Skip to main content

Faeries, came take me out of this dull world

Tre fatine in un paesaggio nevoso, si tengono per mano e sembrano stare facendo dei passi di danza. Indossano dei vestitini svasati bianchi, hanno i capelli riccioluti rossi e un paio di ali verde chiaro a testa. L'illustrazione è di Ida Rentoul Outhwaite. (Opens in a new window)

Fate, venite e portatemi via da questo mondo noioso

Questo mese sono stata costretta a confrontarmi col rifiuto. Ho corso un rischio, mettendomi consapevolmente nell’odiosa condizione di dover convivere con un’ansia sempre crescente e a tratti paralizzante. È stato come tirare un moneta e guardarla girare su se stessa a mezz’aria per mesi. Cosa sarebbe uscito? E io, come avrei reagito? Quando è arrivata la risposta ho cercato di tenerla in sospeso ancora per un po’. Ormai quello stato di fluttuazione era diventato confortante: finché la moneta era mezz’aria non poteva tradirmi.
Alla fine è uscito il lato che non avevo scelto, è arrivato il rifiuto. I seguenti due giorni sono stati un coacervo d’ansia, imbarazzo, vergogna, tristezza, pentimento. Come trovare un senso a quello che era successo? Forse, per il solo fatto di aver corso quel rischio, mi aspettavo di essere ripagata, come se le due cose fossero in successione lineare, consequenziale, logica.

Ad aiutarmi a rimettere in prospettiva quello che mi è capitato è arrivato il Fante di Coppe (Opens in a new window) che rappresentava la lezione dell’anno passato nella stesa (Opens in a new window) che abbiamo utilizzato durante l'incontro online del 23 gennaio. Come tutti i Fanti (ma forse un po’ più degli altri) è legato al Matto (Opens in a new window), lə giovanə che sta entrando nella fase dell’adolescenza ma non ha ancora perso lo spirito sognatore dell’infanzia. Per me era lo specchio della me bambina – o della bambina che è in me – che si concede di desiderare l’impossibile, di attingere alle sue emozioni (le coppe) senza temerle, in poche parole si concede di vivere. È per lei che ho deciso di correre questo rischio, per non doverla guardare ed essere costretta a dirle “non ci abbiamo neanche mai provato”.

Proprio con lo spirito del Fante di Coppe e del Matto ci auguro di affrontare questo mese 🐟

Arcani Minori & Astri 2.0

Ve l’avevo promesso e come dice Ambra (Opens in a new window) se prometto poi mantengo: è tornata la rubrica sugli Arcani Minori 🎉
Per l’occasione vi do una breve spiegazione di che cosa troverete in questa sezione – potete anche rispolverare il primo video (Opens in a new window) che feci su Instagram: per memorizzare i significati degli Arcani Minori faremo ricorso alle associazioni astrologiche che Pamela Colman Smith e Arthur Edward Waite inserirono nel loro mazzo (quello noto col nome di Rider Waite Smith (Opens in a new window) o RWS). Gli Arcani (sia maggiori che minori) sono associati ad astri e transiti perché compartecipano al loro significato archetipico e sfruttare questi collegamenti iconografici e/o concettuali è un buon esercizio mnemonico oltre che stimolante!
In passato ho cercato di seguire i transiti astrologici man mano che si verificavano, ma poi ho perso il ritmo e in ogni caso non tutti i transiti mi avrebbero permesso di stare al passo (alcuni si verificheranno tra 10 o 20 anni e non mi pare il caso di farvi aspettare così tanto per parlare degli Arcani Minori a loro associati). Ma visto che oggi, 5 febbraio, Mercurio entra in Aquario possiamo parlare del 6 di Spade:

6 di Spade del mazzo Rider Waite Smith: una persona di spalle in piedi su una barca sulla quale si trovano, sedute, altre due figure di spalle (presumibilmente una persona adulta e un bambino/a) e davanti a loro 6 spade dritte incastonate sulla barca. La barca sta salpando.

Le carte di Spade, si sa, spaventano un po’. Le scene rappresentate sono spesso desolanti, conflittuali, di poco conforto e quella del 6 di Spade non è da meno: 3 persone di spalle si allontanano, ammantate, da noi che le guardiamo. Non sappiamo da cosa si stanno congedando né dove si stanno dirigendo. Per provare a risolvere questo enigma scomponiamo la carta nei suoi elementi minimi e poi cerchiamo di ricomporli per capire la storia che ci stanno raccontando.
Sebbene l’acqua abbia un ruolo di rilievo, questa carta è tutta d’aria. Mercurio, l’Aquario e le spade sono legati all’aria, l’elemento impalpabile che associamo all’intelletto, alla comunicazione e alle idee. Quando pensiamo all’aria è difficile immaginarla immobile, l’idea di movimento è connaturata a questo elemento ed è proprio il tema principale di questa carta. E non potrebbe non esserlo, visto che sia Mercurio che l’Aquario sono due personaggə che faticano a stare fermə. Il movimento a cui ci riferiamo può non essere letterale, fisico, ma anche solo mentale. Le persone qui rappresentate trasmettono un senso di stanchezza, forse debolezza, ma non si arrendono, vanno avanti, si allontanano da ciò che può aver causato questo stato di cose. L’acqua può rappresentare la natura fortemente emotiva di questo viaggio, questa transizione. Le spade sulla barca sono il nostro bagaglio: vogliamo tenerlo con noi o è il caso di liberarcene? Cecilia Lattari (Opens in a new window), nel libretto de “I Tarocchi dello Zodiaco (Opens in a new window)” da cui sto attingendo a piene mani per questa rubrica, scrive di questa carta: la sconfitta è solo una transizione grazie alla speranza.

Vi condivido un’ultima suggestione, slegata da qualsiasi manuale o lettura “tradizionale”. Quando ho tirato fuori questa carta dal mazzo per preparare la rubrica mi è venuta in mente la frase

From the river to the sea, Palestine will be free

Il manuale sopracitato di Cecilia Lattari recita anche “un viaggio che da un luogo non sicuro va verso una riva calma”, la speranza di una liberazione dall’oppressione genocida dello stato illegittimo d’Israele e di un ritorno verso la riva calma e libera della Palestina è l’immagine che non riesco più a slegare da questa carta, un 6, che in alcune interpretazioni numerologiche rappresenta l’armonia.

P.S.: vi sconsiglio di cercare su Google “From the river to the sea” se non volete farvi venire la gastrite, perché i risultati delle prime 2 pagine sono quasi tutte schifezze sioniste che accusano i palestinesi (pensate!) di usare lo slogan con intenti genocidi nei confronti degli israeliani. Non stupiamoci: la distorsione della realtà è da sempre un’arma del colonialismo.

🍉

Lə compagnə di viaggio del mese: Pamela Colman Smith

Visto che l’ho citata più su, la compagna di viaggio del mese di febbraio nonché madrina della prima newsletterina vera e propria non può che essere Pamela Colman Smith. Nacque il 16 febbraio 1878 a Londra sotto il segno dell’Aquario da padre statunitense e madre jamaicana. Visse a lungo tra Londra, New York e Kingston, in Jamaica, dove scoprì il folklore della terra materna che la stimolò alla realizzazione di alcune raccolte di fiabe jamaicane tra cui la più nota è “Annancy Stories (Opens in a new window)”. A Londra frequentò teatri, circoli artistici e letterari, lavorò come sceneggiatrice, illustratrice e conobbe William Butler Yeats (la citazione che dà il titolo alla newsletterina di questo mese è sua, dall’opera teatrale “The Land of Heart's Desire (Opens in a new window)”) che la introdusse all’ordine iniziatico della Golden Dawn dove conobbe Arthur Edward Waite e con lui iniziò a lavorare al mazzo di tarocchi ormai celeberrimo che porta, almeno adesso, anche il suo nome. Dico “almeno adesso” perché per moltissimi anni, e purtroppo per tutta la durata della sua vita, il nome di Pamela Colman Smith fu rimosso dalla sua creazione che si trovava in commercio col nome di William Rider, l’editore, e di Waite, descritto come creatore e designer del mazzo. Purtroppo il suo lavoro non fu mai debitamente riconosciuto e nonostante il suo spirito inarrendevole e combattivo non raggiunse mai il successo che meritava. Solo di recente è stata riscoperta e il suo immenso lavoro rivalorizzato anche dalla scelta di inserire il suo nome nel titolo del mazzo.

Pamela Colman Smith rappresentata come una Regina o un Re di un mazzo di tarocchi Rider Waite Smith con penna e telo da disegno in mano, luna e mare alle spalle, un bastone e una coppa alla sua destra e un pentacolo e una spada ai suoi piedi. L'autore è James Boyle. (Opens in a new window)

Una curiosità dal retrogusto amaro che ho scoperto qui (Opens in a new window): pare che Pamela abbia convissuto per 40 anni con la sua “amica di sempre” (leggi: compagna) Nora Lake che fu del tutto esclusa dalla sua eredità, contrariamente alle volontà dell’artista. Purtroppo, a quanto sembra, molti aspetti della vita di Pamela Colman Smith sono stati dimenticati o deliberatamente cancellati. Il minimo che possiamo fare è dire il suo nome e ricordarla tutte le volte che possiamo.

Ci leggiamo il mese prossimo!
Chicca 🔮