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Mappa Concettuale - DESTRA STORICA e SINISTRA STORICA in Italia

Il 17 marzo 1861 è una data storica: l’Italia si è finalmente unita. Ma l’unità dei confini non ha risolto tutti i problemi di una nazione profondamente divisa. Camillo Benso conte di Cavour, architetto dell’Unità d’Italia, muore il 6 giugno 1861 a Torino, la nuova capitale del Regno. Nei suoi ultimi rapporti Cavour aveva analizzato la situazione italiana: la frattura tra nord e sud non accenna a diminuire, anzi. Il crollo del Regno delle Due Sicilie, orchestrato da forze legate ai territori del nord, influisce sul modo in cui i nuovi italiani vivono l’unità. L’agricoltura contribuisce al 60% del PIL mentre i settori secondario e terziario sono ancora in via di sviluppo. Il reddito pro capite si attesta sui livelli dell’Europa più povera. Nonostante fosse ideologicamente orientato verso il decentramento amministrativo, Cavour si adopera sul piano parlamentare per l'affermazione di un sistema amministrativo centralistico ispirato al modello napoleonico. Infatti l’unità, in questo periodo, è percepita come troppo fragile per lasciare spazio ad autogoverni locali. Inoltre re Vittorio Emanuele II ha un altro grande problema: il debito. Al Palazzo Carignano di Torino troviamo due schieramenti: la destra e la sinistra “storiche”, così definite dai futuri studiosi del periodo. Questa divisione nasce dalle varie proposte con cui la classe politica italiana vuole risolvere i problemi del regno. Entrambe le fazioni sono formate da aristocratici e alto-borghesi, eletti a suffragio maschile censitario, come stabilito dallo Statuto Albertino. In questi anni quindi la campagna elettorale è affare di salotti e cerchie ristrette; non esistono infatti veri e propri partiti con grandi differenze ideologiche nel regno. La Destra Storica rappresenta i moderati, eredi del connubio cavouriano. I più illustri esponenti sono: i piemontesi Alfonso La Marmora, Quintino Sella e Giovanni Lanza ; i lombardi Stefano Jacini ed Emilio Visconti Venosta; gli emiliani Luigi Carlo Farini e Marco Minghetti e il toscano Bettino Ricasoli. Il cuore politico della Sinistra Storica è la piccola e media borghesia: professionisti, imprenditori ed alcuni industriali sono la sua base elettorale. Nelle sue fila militano noti patrioti mazziniani e garibaldini del Partito d’Azione: Francesco Crispi, Agostino Bertani e Benedetto Cairoli. Altri invece appartengono alla sinistra costituzionale piemontese come Agostino Depretis.

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