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Mappa Concettuale - Il FALLIMENTO del 1848 in ITALIA

Il ritiro inglorioso dei piemontesi a ovest aveva sconvolto la popolazione del Lombardo-Veneto, non potranno contare che su loro stessi per essere liberi. La Repubblica di San Marco continua a resistere ben sapendo di essere circondata, mentre in Sicilia la rivoluzione separatista continua. Messina viene bombardata per ordine di Ferdinando II, per questo sarebbe stato soprannominato “Re Bomba”. Nello Stato della Chiesa, i democratici fanno la loro mossa: il 15 novembre del 1848 il ministro Pellegrino Rossi viene assassinato. Pio IX, alla richiesta del popolo di convocare un’Assemblea nazionale costituente, decide di lasciare Roma e a novembre si rifugia a Gaeta, sotto la protezione di Ferdinando II. Il 9 febbraio l’Assemblea, dominata dai democratici, dichiara decaduto il potere temporale dei papi e annuncia, in un clima di festa, la nascita della Repubblica Romana. Gli avvenimenti a Roma investono anche il Granducato di Toscana: Leopoldo II perde il controllo della situazione e decide di abbandonare Firenze per andare a Siena e poi a Santo Stefano. Nasce un governo provvisorio. Il 15 febbraio 1849 nasce ufficialmente la Repubblica Toscana mentre anche Leopoldo fugge a Gaeta da Ferdinando II, raggiungendo il papa. Il 29 marzo 1849 viene formato un altro triumvirato, questa volta a Roma: Giuseppe Mazzini, Carlo Armellini e Aurelio Saffi guidano la Repubblica Romana. La Repubblica Romana chiama a raccolta patrioti da tutta la penisola: Carlo Pisacane, veterano delle rivolte francesi, e Goffredo Mameli, autore del Canto degli Italiani, raggiungono la città eterna. Carlo Alberto è convinto di una cosa: bisogna ritornare a combattere. Viene appositamente chiamato un generale esperto, il polacco Wojciech Chrzanowski, per assumere la guida dell’esercito. L’armistizio di Salasco viene stracciato. Il 20 marzo hanno inizio ufficialmente le operazioni militari. L’esercito piemontese, forte di 100 mila uomini, si prepara allo scontro con Radetzky. Approfittando di uno scontro tra generali piemontesi su dove posizionarsi per fermare gli austriaci, spezza le forze di Carlo Alberto a Novara: è una disfatta, l’esercito piemontese è totalmente sconfitto. Il re di Sardegna non ha via d’uscita: il giorno stesso della sconfitta di Novara, decide di abdicare. Lascia il trono a suo figlio, Vittorio Emanuele II, per poi ritirarsi a Oporto, in Portogallo. Mentre Brescia sta eroicamente resistendo, il 24 marzo 1849, Radetzky e Vittorio Emanuele II si trovano a Vignale per firmare un nuovo armistizio. Nel frattempo, per quanto riguarda tutte le repubbliche nate durante questo periodo, il loro destino è segnato. Il 4 luglio, Roma smette di combattere, Garibaldi decide di spostarsi a Venezia, ormai ultima roccaforte repubblicana in Italia. Allo stremo, assediata dai nemici e sfinita dal colera, la Repubblica di San Marco resiste fino al 24 agosto 1849 quando Venezia si arrende agli austriaci. La stagione delle rivoluzioni democratiche finisce con il ritorno al trono di Leopoldo II in Toscana, di Ferdinando II a Napoli e di Pio IX a Roma.

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