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Mac&Cheese #37 - Nei boschi

Cari abbonati e care abbonate, dopo lo Utah (avete accolto con entusiasmo il tour tra cultura mormone e mamme influencer (Opens in a new window), ne sono molto felice) questo mese ci addentriamo in un territorio che la newsletter non ha ancora esplorato.

Prima di partire, però, voglio dare un caloroso benvenuto a tutte le persone che si sono unite a noi nelle ultime settimane. Grazie per il vostro sostegno, spero che in Mac&Cheese possiate trovare stimoli e spunti interessanti per osservare gli Stati Uniti da nuovi punti di vista! 

Occupo ancora qualche riga per ringraziare gli iscritti e le iscritte alla membership che lo scorso mese hanno risposto al sondaggio: io e Marta vi avevamo chiesto di condividere le vostre impressioni sui contenuti in abbonamento e ci avete proposto riflessioni utilissime. Ne approfitto per rispondere ad alcune delle vostre osservazioni su Mac&Cheese.

  • Per chi ha apprezzato le penne che si sono alternate durante la mia maternità: anche io e Marta siamo molto soddisfatte dell’esperimento e continueremo a ospitare, di tanto in tanto, voci diverse che arricchiranno Mac&Cheese di preziosi contributi;

  • Una delle proposte suggerite è quella di aggiungere a Mac&Cheese un file audio, tipo podcast, che permetterebbe a chi lo desidera di sostituire la lettura con l’ascolto: è un’idea che mi piace, ma che in questo momento non si sposa con i tempi, il flusso di lavoro e l’organizzazione che danno vita a questa newsletter. Più ancora di questo, tuttavia, c’è l’intenzione di Marta - che io sposo - di diversificare i contenuti della membership e curare a fondo i format di ognuno: questa newsletter - così ricca di immagini, link e riferimenti concatenati nel testo - ha bisogno che voi teniate gli occhi sullo schermo. È solo così che dà il meglio di sé: attraverso la lettura e l’interazione di informazioni diverse. Sono consapevole del poco tempo che ognuno di noi ha per leggere e rimanere al passo con quello che ci piace (una sensazione che provo in prima persona) e proprio per questo vi ringrazio per la passione con cui mi seguite! Ricordate che l’archivio di Steady è sempre aperto per voi e i pezzi di ogni mese sono recuperabili quando volete e potete.

  • Alcune e alcuni di voi mi hanno fatto notare che, talvolta, la newsletter è parecchio lunga: lo so bene! Mi spiego meglio: spesso gli argomenti che scelgo per Mac&Cheese “maturano” in me per mesi. Lavoro con continue ricerche, approfondimenti, raccogliendo materiale fino a quando la storia da condividere con voi è pronta. Talvolta è difficile tagliare alcuni dettagli che rendono ai miei occhi ancora più peculiare ciò che ho scelto di raccontare e che danno ulteriori strade di esplorazione a chi vuole approfondire ulteriormente i temi in autonomia. Quando sarà possibile, ci proverò!

E a questo proposito, è ora di buttarci nell’argomento che ho scelto questa volta. Buona lettura e buon viaggio!

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Ero una ragazzina quando per la prima volta ho ascoltato MTV Unplugged in New York (Opens in a new window), il primo live album dei Nirvana, registrato durante un concerto intimo e oscuro nel quale la band si era esibita per MTV nel novembre 1993, qualche mese prima del suicidio di Kurt Cobain, avvenuto nell’aprile 1994.

In particolare, fu l’ultima traccia dell’album a stregarmi davvero: “Where Did You Sleep Last Night? (Opens in a new window)” non era stata scritta o composta dai Nirvana, ma era una delle cover che la band aveva portato sul palco per l’occasione, insieme ad altri pezzi originali.
Con gli anni ho studiato “Where Did You Sleep Last Night?” e le sue origini: mi sono così immersa in una storia lontana e in un territorio difficile da esplorare, anche se le parole e le note di questo brano si sono rivelate un’ottima guida. 

https://open.spotify.com/intl-it/track/551qy5vUgrUfEUc4dCNfht (Opens in a new window)

Nella versione del brano eseguita dai Nirvana, la voce di Cobain esprime dolore, paura e insieme tenerezza mentre si rivolge, in un ritornello che si ripete più volte, a una ragazza. 

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