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Mac&Cheese #41 - Aspettando l’endorsement

Cari abbonati e care abbonate, il numero di Mac&Cheese che state leggendo è molto particolare. Non solo porta la firma di un’ospite che seguiamo sempre con piacere, ma sovverte qualsiasi regola di FOMO e di corsa al real time che il mondo digital e i social media normalmente impongono. Ma che noi, al contrario, non riteniamo la più stringente.

Reduci dall’ondata swiftiana che ha travolto l’Europa e Milano lo scorso luglio e in vista delle elezioni sempre più imminenti, abbiamo chiesto a Elena Refraschini (Opens in a new window) - che insegna inglese e cultura americana e che studia da anni la comunicazione e il peso culturale di Taylor Swift - di inquadrare il ruolo della cantautrice all’interno della corsa verso il 5 novembre.

Elena ha chiuso il suo pezzo il pomeriggio del 10 settembre e, poche ore dopo, come sappiamo, l’endorsement più atteso della storia pop è arrivato. 

Con Marta, però, abbiamo preso una decisione: non aggiornare il pezzo ma presentarlo così com’era stato scritto in origine. La newsletter di Elena - lo vedrete - cristallizza al meglio il contesto dell’attesa e con esso un pezzo molto significativo di attualità americana. Racconta infatti due generazioni a confronto nel rapporto con la politica, con la celebrity culture e con la percezione di sé. E il nostro desiderio era comprendere meglio proprio quel contesto, quell’attesa e quella tensione.

In un certo senso, è questa la nostra risposta alla domanda: quanto l’endorsement influirà sul voto?

Buona lettura, ci ritroviamo comunque nelle ultime righe per trarre qualche conclusione insieme!

È stata l’estate di Taylor Swift. Ma che dico, l’anno di Taylor Swift. Il suo The Eras Tour, che si prospetta essere il più remunerativo della storia (Opens in a new window) della musica, è iniziato a marzo 2023 e da allora non passa giorno senza che il suo nome appaia sui giornali.

Qualche storia sparsa ci è utile per dare la misura di cosa significhi dominare la conversazione pubblica negli Stati Uniti, che sia sull’industria musicale, sull’economia, sull’arte, sulla moda, sul cinema e sì, anche sulla politica.

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