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I will come to you, River

Ho pensato molto alla newsletter di questo mese. Ho iniziato a pensarci prima ancora di concretizzare questo progetto. D’altronde è giugno, è il mese del pride, un’occasione di celebrazione e di lotta a cui ho sempre dato una grande importanza, specialmente negli ultimi due anni per via del mio percorso di riscoperta – di me stessa, della mia identità, del mio orientamento.

Negli ambienti che frequento, per fortuna, pride equivale a rivolta. “The first pride was a riot” è una frase che rivendichiamo con orgoglio e rabbia, contro tutte le forme di rainbow washing messe in atto da aziende e governi per trasformare quella che era ed è sempre stata una lotta in un prodotto di consumo. E visto che siamo in tema, non posso non citare il più grande e grave caso di rainbow washing del nostro secolo, ovvero quello messo in atto da Israele.

Una delle provocazioni che filo-israeliani e sionisti amano sfoderare di fronte alle persone queer e appartenenti alla comunità LGBT+ che si espongono a difesa del popolo palestinese è la seguente: come puoi difendere un popolo che in quanto musulmano/arabo/islamico non esiterebbe a privarti dei tuoi diritti di persona queer anziché schierarti a favore di Israele, che è uno stato progressista e LGBT-friendly?
Tralasciando il fatto che basta fare una semplice ricerca online per accorgersi che Israele non è (era) il paradiso che dice(va) di essere in quanto a diritti civili per le persone queer/LGBT+, il punto è un altro e cioè, citando le parole di Crystal (Öffnet in neuem Fenster) (una drag queen inglese che sta usando la sua piattaforma per parlare della causa palestinese):

Even if the people in power in Palestine wanted me dead for who I am, that could never justify the killing that we’re seeing. Also, the idea that queer liberation will emerge from a bombing campaign is outrageous.

[trad.: Anche se le persone al potere in Palestina mi volessero morto per chi sono questo non giustificherebbe le uccisioni che stiamo vedendo. Inoltre, l’idea che la liberazione queer possa emergere da una campagna di bombardamento è oltraggiosa.]

Non credo ci sia molto altro da aggiungere in merito, da parte mia, dunque vi lascio con uno degli articoli di Queers in Palestine (Öffnet in neuem Fenster) a proposito del pride, intitolato proprio “No Pride with Genocide!”: qui (Öffnet in neuem Fenster).

Ci sono due bandiere da portare in piazza quest’anno 🏳️‍🌈 🇵🇸

Fare qualcosa

Questo mese lə compagnə di viaggio assume la forma di un Google Doc al quale ho lavorato insieme all’amica e sorella Donatella (@d.on.in.a (Öffnet in neuem Fenster)) in cui abbiamo cercato di raccogliere una lista di raccolte fondi e strumenti utili per aiutare la causa e il popolo palestinesi. Continueremo ad aggiornarlo e lo ritroverete anche sui nostri profili social, chiaramente sentitevi liberə di diffonderlo e condividerlo:

STRUMENTI PER LA PALESTINA (Öffnet in neuem Fenster) 🍉

Arcani Minori & Astri 2.0

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Lo scorso 26 maggio Giove è entrato nel segno dei Gemelli. La carta associata a questo transito è l’8 di Spade, o “Signore della Prigionia” come lo ha chiamato la Golden Dawn. Ho scelto di mostrarvi la versione realizzata da Federico Salis (Öffnet in neuem Fenster) per il suo Supernova Tarot (Öffnet in neuem Fenster) perché mi pare si avvicini a quello a cui istintivamente ho collegato questa carta la prima volta che l’ho vista: il bondage. Non serve conoscere la pratica in maniera approfondita per sapere che si basa sul consenso, sulla volontà di legare e farsi legare e non sulla costrizione.

Quando Giove è in Gemelli si dice che è “in esilio”, una posizione tradizionalmente considerata svantaggiosa ma che, come mi piace mettere in luce qui, può essere tra le più stimolanti perché dal conflitto viene il cambiamento. Giove, pianeta espansivo, si trova qui confinato da bende e spade. Le spade, rappresentative dell’aria, possono forse indicare i pensieri rapidi, le idee volatili e le opinioni mutevoli tanto care ai Gemelli? Moltə vedono in quelle spade una prigione per impedire che la persona al centro possa uscire, e se invece fossero una difesa per impedire che qualcunə di sgradito possa entrare? Se rappresentassero la delimitazione di uno spazio sacro e sicuro in cui siamo perfettamente padronə di ciò che stiamo vivendo e subendo, anche se da fuori potrebbe sembrare il contrario?

La persona al centro sta in piedi su un bacino d’acqua, metafora di vita. Qui non c’è aridità, non c’è morte, anzi, c’è la possibilità di evolvere:

[…] come il bruco nel bozzolo che si trasforma.

Dal manuale “Tarocchi RWS (Öffnet in neuem Fenster)” di Sasha Graham

Ascolto consigliato: River (Öffnet in neuem Fenster) di Ibeyi

Appuntamenti Terapeutici 📅

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Giovedì 6 giugno, in occasione della Luna Nuova in Gemelli, ci sarà la prima diretta del progetto che io e Chiara (@clairebluecat (Öffnet in neuem Fenster)) abbiamo ideato e lanciato qualche settimana fa. Si tratta di un appuntamento mensile live (che verrà salvato sotto forma di podcast su Spotify, se gli dei della tecnologia ci assistono) in cui parleremo di astri e tarocchi, ma anche femminismo, politica, libri, film in amicizia. Speriamo sarete con noi 🌙

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È partito a maggio un ciclo d’incontri di lungo respiro che coprirà tutto l’anno fino al prossimo marzo. Ogni incontro è basato sulla festività della ruota dell’anno (Öffnet in neuem Fenster) che si celebra in quel periodo. Gli 8 Sabba saranno uno spunto per le stese e gli esercizi che metteremo in pratica nel corso degli incontri che saranno fruibili anche singolarmente. Per non andare troppo in là con la calendarizzazione il ciclo sarà diviso in 3 fasi, la prima:

  • LITHA, 25 GIUGNO

  • LUGHNASADH, 20 AGOSTO (era il 13, ma ho dovuto spostarlo per via di sopraggiunti impegni inderogabili 🥺)

La partecipazione ai singoli incontri prevede una quota d’iscrizione di 5€.

Rimane solo un posto per gli incontri di Litha e di Lughnasadh ❗

Per prenotarvi o chiedere info rispondete a questa mail o scrivetemi all’indirizzo tarocchiterapeutici@gmail.com (Öffnet in neuem Fenster)

Ci leggiamo il mese prossimo!
Chicca 🔮