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In apertura di questo nuovo numero di MicroMega+ due interventi sulla guerra in Ucraina. Nel primo, Daniel Cohn-Bendit – uno dei protagonisti del Sessantotto ed ex europarlamentare dei Verdi tedeschi – intervistato da Cinzia Sciuto, spiega perché è giusto sostenere anche con le armi l’Ucraina e auspica un maggiore protagonismo dell’Europa: “In Ucraina è in gioco il futuro dell’Europa (Öffnet in neuem Fenster)”.

Nel secondo, Marco d’Eramo evidenzia come, martellati dagli orrori perpetrati in Ucraina e con tutta la propaganda di guerra presa da una furia interventista difficile da far rientrare, in Europa ci stiamo dirigendo a passo di carica verso lo scontro nucleare: “Soddisfatti e radioattivi. La guerra in Ucraina e la minaccia atomica (Öffnet in neuem Fenster)”.

Escono in Italia “Generazione offesa” di Caroline Fourest e “La nuova intolleranza” di Puckrose/Lindsay, due saggi necessari per fare il punto sulla faglia sismica dell’identitarismo politico. Ne scrive Federica D’Alessio: “Nuove tribù e politiche identitarie: il potenziale distruttivo della “mia verità (Öffnet in neuem Fenster)”.

Per la serie “La politica che (non) c’è (Öffnet in neuem Fenster)” Daniele Nalbone intervista Monica Di Sisto (Dal G8 di Genova alla guerra in Ucraina, Di Sisto: “Siamo sempre noi, quelli della complessità” (Öffnet in neuem Fenster)), giornalista e vicepresidente di Fairwatch, ONG di economia solidale. Al centro, due anni di pandemia e, ora, lo scenario della guerra in Ucraina. In mezzo, il ritorno di un attivismo politico che non si vedeva da tempo.

(Öffnet in neuem Fenster)Dal liberalismo all’ambientalismo: dove va la sinistra? (Öffnet in neuem Fenster) (Öffnet in neuem Fenster) è l’interrogativo al centro della riflessione di Nicolò Bellanca a partire dal volume “La conquista dei diritti” di Emanuele Felice (Il Mulino). Per Bellanca il paradigma dei diritti non basta a distinguere destra e sinistra, perché più che i diritti conta il modo con cui li si ottiene, mantiene e applica: contano le lotte per la giustizia e per il potere.

Secondo l’ultimo rapporto di Reporter Senza Frontiere Atene è scesa all’ultimo posto in Europa per la libertà di stampa. Un poco invidiabile primato – scrive Alessio Giussani ( (Öffnet in neuem Fenster) (Öffnet in neuem Fenster)Libertà di stampa, perché la Grecia è maglia nera tra i paesi UE (Öffnet in neuem Fenster) (Öffnet in neuem Fenster)) – di cui è responsabile il governo di Nuova Democrazia, promotore di numerose iniziative deleterie per il pluralismo e la libertà dei giornalisti.

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