Calcerò #33 – Un’Italia minore
Calci da fermo, 6/24 - Un grossolano errore di prospettiva, denari cinesi e una piccola e bella realtà
Ciao a tutti, ben ritrovati.
L’eliminazione dell’Italia dall’Europeo è appena di ieri: si prende qui dieci righe, non di più. Ci sarà modo per tornarci su.
Ah, giusto per completezza: Gravina non dovrebbe dimettersi a seguito dell’Europeo. Avrebbe dovuto farlo già da quattro anni, e per motivi molto più seri di una sconfitta.
Fischio d’inizio.
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Trentarighe, 6/24
Caccia al colpevole, dopo un Europeo pessimo per gli azzurri. È l’Italia peggiore di sempre? Non necessariamente; di sicuro, però, tra le peggiori è quella più pompata. Eppure questa è un’Italia minore, non da ieri, e la vittoria di Euro 2021, meritata ma figlia di diverse coincidenze fortunose, ora può essere riletta con il giusto distacco. Definire il tabellone nato dai gironi “debole” e guardare la Svizzera (e tante altre) dall’alto in basso, per una Nazionale che l’ultima partita ai Mondiali l’ha giocata nel 2014, all’Europeo si è qualificata solo ai playoff e ai gironi ha giocato bene un tempo su sei, era un grossolano errore di prospettiva.
L’Italia, in fondo, è tornata dalla Germania appena pochi giorni dopo di me: ad accredito ritirato, qualche partita l’ho vista, ma molto altro mi ha interessato in termini di organizzazione. A margine, un aspetto politico-economico che racconta ancora molto dell’Uefa, delle sue relazioni e degli alleati di Alexander Ceferin, una volta persa Gazprom: dei 13 official partner di Euro 2024, (Öffnet in neuem Fenster) sei sono cinesi, contro i quattro di tre anni fa. Presente ancora il Qatar, stavolta come Visit Qatar, nel 2021 come Qatar Airways. Non è solo una questione di business
Infine, complimenti e applausi al St.Ambroeus, promosso nella A del CSI milanese e campione provinciale. Cosa c’entra con Calcerò? C’entra la filosofia, perché c’è qualcosa da imparare da un progetto sociale il cui gruppo squadra è composto da ragazzi di 15 nazionalità diverse, garantendo l’accesso alla pratica sportiva a tutte e a tutti, soprattutto a coloro che, per motivi sociali ed economici, rischierebbero concretamente di restarne esclusi. Cinque squadre, un centinaio di giocatori, qualche centinaio di soci sostenitori, una comunità che cerca di supportare i suoi membri sotto il versante linguistico, legale, lavorativo. Non che sia fondamentale, però poi a volte si vince anche in campo. Non male.
Triplice fischio.