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Dal metaverso di Facebook, oggi Meta, al riconoscimento biometrico fino al “capitalismo della sorveglianza”. Apriamo questo nuovo numero di MicroMega+ con una lunga intervista di Daniele Nalbone a Carola Frediani, giornalista esperta di sicurezza digitale e autrice della newsletter “Guerre di rete”: “Verso la seconda rivoluzione digitale: il ruolo dei cittadini e l’assenza della politica (Abre numa nova janela)”.

Il blocco del progetto di riconoscimento facciale da parte di Facebook ha riaperto il dibattito sui rischi delle tecnologie, ancora immature, che consentono di identificare una persona mediante i dati biometrici del volto. Ne discutono Matteo Flora, esperto di cybersecurity, e Guido Scorza, componente del Garante per la privacy: “Perché Facebook ha sospeso il programma di riconoscimento facciale (Abre numa nova janela)”.

Dal 2009, quando fu creata la prima moneta completamente virtuale della storia, Bitcoin, alle 14.443 criptovalute di oggi. Come la diffusione incredibile di questo nuovo mezzo di pagamento – non garantito da nessuna autorità centrale e dunque un attacco insidioso all’idea stessa di stato – rischia di minarne il progetto politico. L’approfondimento di Marco d’Eramo: “Bitmagic. La politica delle criptovalute (Abre numa nova janela)”.

Nonostante alcuni importanti accordi su deforestazione, neutralità climatica e riduzione delle emissioni di metano, la conferenza di Glasgow – come spiega Sofia Belardinelli (“Alla COP26 ha prevalso ancora una volta l’ingiustizia climatica (Abre numa nova janela)”) – non ha affrontato le radici della crisi climatica, ignorando le ingiustizie sociali ed economiche a essa correlate.

Torna nelle librerie “La strada di Wigan Pier”, l’indagine che George Orwell realizzò nel 1936 sulle condizioni del proletariato inglese. Un documento di inestimabile importanza – come evidenzia Maurizio Franco (“La strada di Wigan Pier è lunga un secolo (Abre numa nova janela)”) – nel rivelare come il capitalismo, allora come oggi, riproponga le stesse dinamiche di sfruttamento.

Negli ultimi anni la speculazione edilizia ha desertificato il quartiere San Lorenzo di Roma, facendo chiudere i luoghi che creavano cultura, sport e socialità e lasciando spazio a nuovi appartamenti di lusso e allo spaccio. L’inchiesta di Valerio Nicolosi: “Si scrive riqualificazione, si legge speculazione (Abre numa nova janela)”.

Buona lettura!

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