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MicroMega+, il numero del 12 gennaio 2024

Su MicroMega+ di questa settimana parliamo di:
quelle bombe che non sentiamo cadere; etica e politica per Norberto Bobbio; le politiche ambientali del Brasile; Ariel Sharon; Paul Karl Feyerabend; Happy Days compie 50 anni.

GUERRABombardamenti umanitari (Opens in a new window) di Marco d'Eramo
La “catastrofe umanitaria” richiama “l’emergenza climatica”. La disperata impotenza degli operatori dell’Onu e delle Ong nelle macerie della Striscia di Gaza non può non far venire in mente quella degli attivisti ambientali intenti a ripulire sterminati litorali pattumiere di plastiche, gli uni e gli altri a svuotare l’oceano con un cucchiaino, impossibilitati ad alleviare quel che vorrebbero, e dovrebbero, invece sanare. In modo simmetrico, quando si chinano comprensivi “sul disastro umanitario” di Gaza, i pensosi consessi delle potenze mondiali replicano come cloni i vertici sulla salvaguardia dell’ambiente. E i crimini di guerra e i tribunali internazionali vengono invocati solo per il nemico.

IL PENSIERO - Etica e politica (Opens in a new window) di Norberto Bobbio
Nel ventennale della sua morte, ricordiamo il grande filosofo e politologo Norberto Bobbio con questo articolo che scrisse per MicroMega nel primo anno di vita della rivista, il 1986. Qui l’autore analizza le diverse interpretazioni del rapporto fra morale e agire politico, in una discussione che all’epoca investiva la crisi dello Stato di diritto, e identifica cinque maniere di giustificare il divario fra morale comune e condotta politica, interrogandosi sui termini e i confini della questione morale, e la sua rilevanza nell'Italia di allora.

AMBIENTEPolitiche ambientali, l’ambiguità del Brasile (Opens in a new window) di Claudia Fanti
Alla Cop 28, recentemente tenutasi a Dubai, il presidente brasiliano Lula si è prodigato in dichiarazioni altisonanti sulle conquiste e gli obiettivi del Paese in ambito di politiche ambientali. Ma la realtà dei fatti confligge con la bontà delle parole, data la sempre maggiore produzione di idrocarburi, soprattutto petrolio, e la deforestazione zero dell’Amazzonia presentata come un obiettivo ideale da perseguire non si sa come né quando. Quanto Lula promette con le parole il suo omologo colombiano Gustavo Petro lo sta realizzando con i fatti, diminuendo drasticamente la produzione di petrolio nonostante costituisca una delle maggiori fonti economiche del Paese.

 IL PERSONAGGIOAriel Sharon, l’uomo pronto a tutto per Israele (Opens in a new window) di Christian Elia
Quando arrivò la notizia della morte dell’ex Primo ministro d’Israele Ariel Sharon, comunicata dalla sua famiglia alla stampa con una fredda nota rilasciata l’11 gennaio 2014, nessuno si era dimenticato di lui. E già questa è una notizia, perché giaceva in un letto nella sua amata fattoria di Havat Shikmim in coma dal 2006. Perché la vita di Ariel Sharon non è stata una vita comune. Se lasciare il segno, avere un impatto, può essere un metro per giudicare un’esistenza, di sicuro quella di Sharon è stata come uno dei mezzi corazzati che era abituato a guidare in battaglia.

 IL FILOSOFO - Paul Karl Feyerabend e la parabola della ragione (Opens in a new window) di Fabio Minazzi
Esattamente un secolo fa, il 13 gennaio 1924, nasceva Paul Feyerabend, filosofo della scienza austriaco. In aperta polemica con il falsificazionismo popperiano, Feyerabend ha cercato di fondare un’epistemologia anarchica, difendendo il relativismo più estremo. Il suo debito con Popper però non si è mai estinto.

 TV Happy Days, compie 50 anni la serie che ha eternato l’american way of life (Opens in a new window) di Fabio Bartoli
Il 15 gennaio 1974 andava in onda il primo episodio di una serie destinata a entrare nella storia della cultura pop. Le avventure di Happy Days, trasmessa in un periodo difficile della storia recente americana, segnata dal conflitto in Vietnam, si collocano nei rassicuranti e idealizzati anni Cinquanta. La casa dei Cunningham, ideale di famiglia borghese americana, ha costituito un sereno rifugio per milioni di americani e non solo, arrivando anche in Italia a segnare una generazione che avrebbe ricordato con nostalgia “gli anni di Happy Days e di Ralph Malph”.