Anche il numero di MicroMega+ di questa settimana presenta ai lettori un focus sulla situazione russo-ucraina. Valerio Nicolosi ci porta a Kiev, in quei primi drammatici giorni dell’invasione russa (“Sette giorni di guerra (Opens in a new window)”).
Marco d’Eramo punta i riflettori sul “Problema Russia (Opens in a new window)”, mettendo in rilievo come quand’anche Putin fosse caduto e l’avventura militare ucraina stoppata, resterà comunque un problema enorme, qualcosa che l’Occidente non ha mai affrontato dopo il crollo dell’Unione Sovietica, vale a dire: quale posto dovrebbe avere la Russia in un ordine mondiale almeno un po’ stabile?
Federica D’Alessio – nel suo “Ritroviamo l’Europa, nazione plurale (Opens in a new window)” – sottolinea che nessuna vicenda come la guerra può farci capire che l’unico ancoraggio identitario che valga la pena di darsi per sapere chi siamo è a partire dallo spazio e dal tempo. Di fronte alle richieste prepotenti e urgenti di solidarietà e schieramento che arrivano non soltanto dal popolo ucraino ma dai popoli dell’est Europa è necessario quindi rimettere in discussione la demagogia dei campi di supremazia egemonica che fanno riferimento agli opposti imperialismi, e riconoscersi nei soggetti della democrazia: i popoli, le nazioni, i partiti, le società, e prima di tutto le cittadine e i cittadini.
Ai russi che cercano di lasciare il Paese è dedicato l’articolo di Maurizio Franco (“Esuli russi (Opens in a new window)”) che cuce assieme le storie di alcuni uomini e alcune donne che in questi giorni hanno voltato le spalle alla Russia sperando con ciò di voltare le spalle anche alla repressione e ai venti di guerra.
Si cambia argomento con l’intervista a John McWhorter di Sascha Chaimowicz (“Se l’antirazzismo diventa una religione (Opens in a new window)”) in cui lo scrittore nero americano critica il movimento antirazzista contemporaneo, più interessato a mettere a posto la coscienza dei propri sostenitori che a migliorare le reali condizioni di vita dei neri.
Chiude il numero il contributo di Fausto Carmelo Nigrelli (“Le città invisibili, le città inevitabili (Opens in a new window)”) che ripercorre l’opera di Italo Calvino dedicata al più umano dei prodotti umani – la città – a cinquant’anni dalla sua pubblicazione.