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New York e il Rock

Ci sono tanti posti a New York dove il rock è di casa. E dove, in passato, è fiorita tutta la musica che ci piace, nei vari sottogeneri.

Basti pensare ad un quartiere come il Greenwich Village, quartiere popolare, stravagante e bohémien, che fin dai primi del Novecento ha saputo affermarsi come sinonimo d’arte, musica alternativa e controcultura a New York. quartiere degli intellettuali della Beat Generation. Un quartiere ricco di locali, ritrovi, librerie che negli anni ha visto convergere artisti, scrittori e musicisti di ogni genere, da Jimi Hendrix  fino a Jack Kerouac.

A partire dalla fine degli anni ’40 del secolo scorso, il Greenwich Village – semplicemente il Village per gli “amici” – iniziò a costruire il suo genius loci, ovvero a trasformarsi da un anonimo, quasi noioso, quartiere di New York nel centro della nuova cultura americana.È il periodo della beat generation, di un movimento contraddistinto da una comunanza di istinti ribelli e una concezione anti-conformista della vita, di Allen Ginsberg e Jack Kerourac e di una generazione di giovani americani che esibisce il proprio malessere

Una delle vie più caratteristiche del Village è Macdougal Street dove, fra le tante insegne al neon, c'è uno dei locali storici del rock: il Cafe Wha? (115 Macdougal St). Bob Dylan, Jimi Hendrix, Bruce Springsteen, questi sono solo alcuni dei nomi comparsi in questo storico locale, che nella sua lunga storia (dal 1959) ha visto esibirsi praticamente tutti i grandi personaggi della musica rock e non solo.

A poca distanza, il pittore Andy Warhol ha installato il suo studio, La Factory, e si prepara ad ampliare gli orizzonti dell’arte di questi anni, rivoluzionando il modo stesso di fare arte e i suoi contenuti. Dal Village preleva un gruppo di giovani musicisti, i Velvet Underground, capitanati dal geniale Lou Reed e da John Cale, e ne fa il “suo” gruppo. Ad essi affianca l’affascinante modella tedesca Nico.

L’album Velvet Underground & Nico è un colossale flop dal punto di vista commerciale, ma porta in sé una carica innovativa destinata a rivoluzionare la musica del futuro. Oggi è considerato una pietra miliare della musica rock.

Sempre dal Village passano una marea di musicisti. Attratti dall’atmosfera magica che si respira. Solo per fare qualche nome: David Crosby, Paul Simon, Joan Baez, Tim Hardin, Harry Nilsson, Richie Havens, e Bruce Springsteen, The Boss, la cui musica è da sempre dedicata agli esclusi, quelli per cui “il sogno americano” non vale.

Ma per non fare una newsletter kilometrica vorrei porre l'attenzione su due luoghi precisi e molto speciali. Si tratta di un locale e di un hotel: il CBGB&OMFUG e il Chelasea Hotel.

CBGB

«Per quelli che non hanno visitato il posto, pensate al bagno di casa vostra ma solo un po' più grande, coperto di graffiti e con puzza di piscio di cane praticamente ovunque per il fatto che il proprietario Hilly Cristal lasciava i suoi cani liberi di scorrazzare nel locale, una cosa che il compianto Joey Ramone trovava spassosa» (Alan Parker)

Il CBGB è un leggendario club rock aperto nel 1973 sulla Bowery e dove si esibivano le band che hanno fatto la storia del rock americano e non solo. Conoscere la sua storia e ricostruire passo passo chi ci ha suonato e chi lo ha frequentato ci permette di rivere come era la New York di Blondies, dei Talking Heads, dei Misfits, di Joan Jett ma anche dei Green Day e Guns’n’Roses.

Era situato nel Lower East Side di Manhattan: per la precisione, si trovava al 315 di Bowery Street. Fu inaugurato il 10 dicembre 1973. L'obiettivo inziale che  il Sig. Kristal, il propietario, si pose era quello di dar vita ad un locale dedicato principalmente alla musica Country, Blues e Bluegrass. Infatti, il nome CBGB & OMFUG è l’acronimo di Country Blue Grass Blues and Other Music For Uplifting Gourmandizers, anche se poi il posto divenne celebre come punto di riferimento e luogo di nascita dei movimenti punk e new wave di New York. Nel 1974 al CBGB si esibirono per la prima volta i Television. Da quel momento in poi, il palco del 315 di Bowery Street diventerà uno degli spazi preferiti dei gruppi della scena underground newyorkese.

Esordirono al CBGB anche Patti Smith e Lenny Kaye: era il 14 febbraio 1975.

Il 5 maggio 1974 fu poi la volta degli Stillettos (di cui faceva parte anche Debbie Harry), che facevano da spalla ai Television, e poi dei Blondie formatisi subito dopo (originariamente si facevano chiamare Angel & The Snakes), e dei Ramones.

Sarà con un concerto di Patti Smith nel 2008 che il CBGB chiuderà i battenti per sempre. Adesso è un negozio di John Varvatos

Questo è il video di Red Hot Moon dei Rancid, girato proprio dentro al CBGB,

https://youtu.be/664npiDuTI4 (Si apre in una nuova finestra)

Chelsea Hotel

E' uno storico Hotel di New York che si trovava sulla 23rd Street.
La storia di questo hotel è molto interessante. Venne costruito nel 1884 e la sua architettura esteriore e pure gli interni hanno sempre mantenuto quel che di gotico vittoriano che fa molto bohemien. Un edificio di 12 piani - che all'epoca della sua costruzione era l'edificio più alto di New York - con una grande scalinata interna e balconate con ringhiere floreali caratteristiche. E se all'inizio era solo un condominio, venne poi adibito ad Hotel fino alla sua chiusura. L'edificio c'è ancora ma dal 2018 è in restauro quindi è chiuso.

Ma cosa c'entra un hotel con la storia del rock?  Il Chelsea Hotel è diventato un luogo mitico, un luogo che non solo ha cullato le notti di pezzi da novanta della cultura popolare americana, ma che ha visto anche consumarsi al suo interno pagine rosa e pagine nere che sono passate alla storia e che per questo è stato omaggiato da poeti, cineasti e musicisti. 

La canzone di Leonard Cohen Chelsea Hotel #2  è dedicata alla relazione che ebbe con una giovane Janis Joplin proprio quando entrambi alloggiavano al Chelsea Hotel.

Leonard Cohen - Chelsea Hotel #2 (Si apre in una nuova finestra)

I remember you well in the Chelsea Hotel,
you were talking so brave and so sweet,
giving me head on the unmade bed,
while the limousines wait in the street.
(Leonard Cohen, Chelsea Hotel #2)

Uno dei primi ospiti del Chelsea Hotel è stato Mark Twain che ha portato poi in dote tutta una serie di scrittori dalle anime dannate. Charles Bukowski, Tennessee Williams e Jean-Paul Sartre, abitarono e spesso crearono le loro opere al Chelsea Hotel, seduti nella hall tra i loro pari. E la sua fama espolderà durante il periodo della Beat Generation. William Borroughs scrisse qui Il Pasto Nudo e leggenda vuole che  proprio qui Jack Kerouac abbia scritto in tre settimane, nel 1951, il rotolo di 36 metri che divenne il suo capolavoro nonché l’inno di una generazione, On the road.

Nel 1953 il poeta Dylan Thomas fu trovato morto nella stanza 205 dopo aver ingurgitato 18 bicchieri di whiskey ed essersi congratulato con se stesso per l’impresa sul suo diario. Aveva 39 anni. Anni dopo un certo Robert Allen Zimmerman, che deve proprio al poeta gallese il suo nome d’arte, ovvero Bob Dylan, venne in pellegrinaggio sulle tracce del suo mito, e scrisse canzoni come Blonde on Blonde nella 211.

Questo albergo era un vero e proprio rifugio sia per artisti emergenti che non sapevano dove andare sia per artisti già affermati che ricercavano un certo stile di vita e una continua sollecitazione. Basti pensare ad Arthur Miller che venne qua a leccarsi le ferite dopo la fine del suo matrimonio con Marylin Monroe.
Ma gran parte del mito dell'Hotel scaturì dalla presenza di musicisti celebri che vi alloggiarono.

Quì potevi imbatterti in una tormentata Edie Sedgwick, che diede fuoco alla sua camera da letto mentre si appiccicava le ciglia finte, a lume di candela, in preda allo speed
Sarà nella camera più ecomica, la 204, che vissero per lungo tempo insieme, all'epoca della loro relazione, Patti Smith e Robert Mapplethorpe, che iniziarono proprio qua una a scrivere poesie (e poi canzoni) e l'altro a scattare foto con una vecchia Polaroid. Erano magrissimi, vivevano di stenti e facevano la fame. Lei girava con un vecchio impermeabile grigio e un cappello "a là Majakovskij (diceva) e lui speranzoso di poter un giorno mostrare le sue foto a Andy Warhol che aveva aperto la sua Factory, fucina ed esibizione di talenti artistici all'avanguardia proprio lì a New York.
Patti Smith anni dopo scrisse su quegli anni del Chelsea e della sua storia con Mapplethorpe un libro bellissimo, Just Kids.


“Qui tutti sembravano aver qualcosa da offrire  e nessuno sembrava avere denaro” (Patti Smith)

Sarà sempre quì, in questa cornice di rock maledetto, che si consumerà negli atti finali la storia d'amore tra Sid Vicious, secondo bassista dei Sex Pistols, e della sua ragazza Nancy Spungen.
Nancy era una groupie di Philadelphia che segue in Inghilterra i Pistols e inizia una relazione malata fatta di amore, sesso ma soprattutto droga con Sid. Sid Vicious era una persona molto incasinata. Anche il sito ufficiale dei Sex Pistols ammette che la sua tossicodipendenza creò problemi alla band, che interruppe un tour già funestato da molti litigi interni. Spungen aveva alimentato le rispettive dipendenze e, secondo il tour manager Nils Stevenson, Sid iniziò a “disprezzare qualsiasi cosa tranne Nancy e l’eroina”. I Sex Pistols si sciolsero dopo un’ultima performance a San Francisco nel gennaio 1978.

Sarà proprio nel 1978 che i due si trasferiranno a vivere al Chelsea Hotel e sarà qua che una mattina Sid chiamerà la reception dell'hotel per chiedere aiuto: Nancy, 20 anni, giaceva sul pavimento dissanguata a morte. “Vicious, che fu ritrovato mentre vagava nei corridoi in stato d’agitazione, venne arrestato e accusato di averla assassinata”, ha scritto l’inglese Independent. “All’inizio confessò il crimine, ma successivamente negò tutto. Diceva che al momento dell’omicidio era ancora addormentato”. Le teorie sulla morte di Nancy continuano a circolare ancora oggi, e molti suggeriscono che Vicious non fosse il vero colpevole. Qualcuno è convinto che l’accoltellamento sia stato il risultato di una rapina andata male. Qualcun altro dice che fu lei, che aveva un certo gusto per i gesti drammatici, a colpirsi da sola, e Vicious non riuscì ad aiutarla perché aveva preso troppa droga. Il documentario del 2009 Who Killed Nancy? suggerisce che Vicious non l’avrebbe mai potuta uccidere poiché “fuori gioco” per colpa dei farmaci.
Dopo la seconda scarcerazione Sid morì a inizio 1979 per una overdose di eroina, portata ad una party proprio da sua madre.

Qui trovate il libro di Laura Pezzino A New York Con Patti Smith (Si apre in una nuova finestra), oppure qua trovate il libro di Patti Smith Just Kids (Si apre in una nuova finestra).

Buon ascolto

Elisa Morini

@la.spettinata

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