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Montanarium dà voce alle terre alte italiane ed europee e a chi le abita

Progetto web indipendente sulle montagne italiane e su chi le abita e lavora, tra tradizione, innovazione e disinteressi politici
di Erica Balduzzi, reporter indipendente

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Il 35,2% del territorio italiano è montuoso, il 41,6% collinare. Il nostro Paese è percorso dalle due dorsali delle Alpi e degli Appennini, da cui deriva un territorio caratterizzato da una grande varietà di esperienze d’alta quota: comunità, villaggi, vallate, dialetti e tradizioni montane rappresentano un patrimonio immateriale articolato e di grande valore. Un valore che passa soprattutto dalla capacità di vivere quotidianamente in territori difficili, spesso svantaggiati e marginali dal punto di vista dei servizi, della logistica e del clima. 

Sono anche territori che hanno vissuto un fortissimo spopolamento, con la perdita contestuale di memorie e identità locali e una narrazione collettiva “negativa”, volta più a raccontarne le difficoltà che non le potenzialità.

Al tempo stesso, le montagne sono diventate nel corso degli ultimi decenni teatro sempre più amato di sport connessi alla dimensione d’altura e località turistica apprezzata e frequentata. Questo ha portato con sé anche una narrazione della montagna che, se da un lato vi ha avvicinato molte più persone e aumentato la consapevolezza sulla bellezza e fragilità di queste aree, dall’altro spesso ignora o tratta marginalmente le genti che le abitano.

Montanarium vuole invece tornare a dare la parola a chi la montagna la vive e tiene viva quotidianamente, scontrandosi con potenzialità e criticità della vita nelle terre alte. Montanarium è una raccolta di testimonianze, ma anche uno spazio di confronto e di discussione sul tema dell’abitare le Terre Alte a tutto tondo. Nasce dal desiderio di restituire la dignità della narrazione a quelle comunità e quelle persone che, fuori dai circuiti turistici montani, vivono e lavorano la montagna nella sua complessità e durezza, spesso nella carenza di servizi e marginalizzati da politiche territoriali poco attente alle “ossa” del Paese. Perché vivere in montagna è e deve essere un diritto, non un atto di eroismo. E perché accanto ai “resistenti delle terre alte” ci sono anche uomini, donne, anziani e bambini che sono solo questo: persone, ciascuno con la sua storia. 

È un progetto di reportage indipendente, trasparente e partecipato.