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MAPPA CONCETTUALE: L’ITALIA alla VIGILIA della SECONDA GUERRA MONDIALE

Alla fine del 1935 davanti alle sanzioni imposte da Francia e Gran Bretagna il regime fascista decide di aumentare ancora di più la sua politica autarchica. L’autarchia è una politica di guerra mascherata dato che si basa specialmente sull’autonomia delle materie prime e della produzione industriale. Però la guerra non c’è, quindi l’Italia per difendere una formula economica chiusa è costretta ad alzare il muro del protezionismo oltre ad aumentare gli investimenti in combustibili e prodotti sintetici. Difatti non solo l’autarchia porta ad una crescita lenta, quasi nulla, ma anche ad un aumento dei prezzi generali e di conseguenza a danneggiare i ceti più bassi della popolazione. Una popolazione che vede prima con curiosità poi con ansia le mosse di politica estera del Duce in Europa. In questi anni l’Italia decide da che parte stare e sembra che i richiami di Adolf Hitler abbiano colto nel segno a Roma. L’avvicinamento al Terzo Reich è visto con ansia, gli obiettivi della Germania sono chiari a tutti, Mussolini incluso: obiettivi raggiungibili solo con una nuova guerra. L’unica via da percorrere è quella di aumentare ancora di più il controllo del regime sullo stato italiano: una nuova stretta totalitaria cala su tutti i livelli della società. Il Partito Nazionale Fascista vede ampliate le sue funzioni portando nel 1939 alla fine della Camera dei Deputati sostituita dalla Camera dei Fasci e delle Corporazioni. Tutto questo è tollerato se non direttamente supportato dalla popolazione.

Ma a volte basta un passo falso per rovinare un consenso granitico. Nel settembre del 1938, dopo un lungo periodo di propaganda rivolta alle masse e con la pubblicazione di studi appositamente finanziati dal regime, vengono introdotte in Italia le cosiddette leggi razziali. Un fallimento su quasi tutta la linea, persino la Chiesa che fino a quel momento aveva coesistito pacificamente con il regime si trova in disaccordo con il Duce; non tanto per la discriminazione, ma per la sua giustificazione

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