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Mappa concettuale - Napoleone e la campagna di RUSSIA

Nel 1810 lo Zar Alessandro I aveva osato ritirarsi dal blocco continentale, venendo meno agli accordi della pace di Tilsit. La scelta di Alessandro I di lasciare il blocco e riprendere normali rapporti con gli inglesi diventa l’unica via per garantire l’indipendenza alla Russia. Dopo due anni di organizzazione e di lavori, il 24 giugno 1812 tutto è pronto: 500 mila uomini ricevono l’ordine di varcare il confine con la Russia. Ha inizio la guerra. Davanti alla potenza della Grande Armée, l’esercito russo inizia a ritirarsi nella steppa, una tattica già adottata contro gli svedesi. Quella che doveva essere una campagna breve e decisiva entra nel suo secondo mese di guerra: la colonna sterminata francese arranca nelle pianure della steppa russa. L'idea che prende piede, diffusa dalla propaganda zarista e dagli sfollati, è che la colonna francese sia la personificazione delle forze del male e Napoleone non altri che l'AntiCristo. In ogni città, villaggio, paese e insieme di isbe, i francesi trovano resistenza: una guerriglia a difesa della “Santa Russia”, guidata spesso dai pope ortodossi o dai cosacchi. Il 17 agosto 1812 a Smolensk, nel cuore del territorio russo, l’esercito dello zar guidato dai generali Bagration e Barclay rifiuta una battaglia decisiva contro quello francese. La ritirata russa però non può continuare in eterno: richiamato Kutuzov a guidare le armate russe, si decide che l’avanzata di Napoleone sarà fermata alle porte di Mosca. Il 7 settembre 1812, sulla Moscova, nel villaggio di Borodino, Kutuzov sfida Napoleone. Il 14 settembre l’esercito francese si trova all’ombra della Cattedrale di San Basilio: Mosca è caduta, la richiesta di pace è inviata allo zar Alessandro. Dopo più di un mese di attesa, il 19 ottobre, Napoleone capisce di aver già aspettato troppo. Lo zar non cederà ed è necessario andarsene: è ordinata la ritirata generale. Napoleone era partito da Mosca con un esercito già stremato, solo 30 mila uomini sarebbero arrivati a Vilna, in Russia, a novembre. La Grande Armèe non esiste più: appena arrivati in territorio alleato, le ultime diserzioni per tornare a casa portano il totale delle truppe sotto Napoleone a meno di 8 mila uomini.

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