Mappa concettuale - Come FINISCE la MONARCHIA in FRANCIA?
Con l’inizio dei lavori a Parigi, l’Assemblea Nazionale Costituente comincia a cambiare: non è più il tempo della moderazione degli Stati Generali. La città è in fibrillazione, le idee radicali e i loro leader iniziano ad avere sempre più seguito, ha inizio la lotta politica per il destino di Francia. La libertà di stampa nata dal collasso statale porta la discussione pubblica a diventare sempre più accesa e diffusa, specialmente nella capitale. I temi più scottanti sono i vari decreti dell’Assemblea e quale dovrebbe essere l’obiettivo della Rivoluzione. Questo dibattito è portato avanti da gruppi di individui, che senza saperlo diventano veri e propri politici: i clubs. I clubs nascono come luogo d’incontro di menti affini ma poco a poco diventano qualcosa di nuovo: al loro interno infatti non ci si limita solo alla discussione ma ci si organizza per perseguire i propri obiettivi. I rivoluzionari moderati si riuniscono nel club dei Foglianti, guidati da LaFayette; i radicali invece in quello dei Cordiglieri, formato da ceti medi e popolari. Tra i cordiglieri, che esigono audaci riforme economico-sociali, troviamo altri protagonisti della Rivoluzione: il giornalista Camille Desmoulins, l’avvocato Jacques Danton e l’amico del popolo, dal nome del suo giornale, il medico Jean-Paul Marat. L’alta e il resto della media borghesia si riconosce nel club dei Giacobini, favorevoli all’alleanza con i ceti più bassi. Due avvocati guidano questo club: Jacques-Pierre Brissot e Maximilien Robespierre, presidente del club dal marzo 1790. In questo periodo dagli strati più bassi del Terzo Stato emerge la figura del cittadino piccolo-borghese, proletario urbano difensore dell’uguaglianza sociale e della Rivoluzione democratica: il Sanculotto. Nel frattempo, Luigi XVI fugge da Parigi fino a Varennes ma viene fermato. Il rientro di Luigi XVI e Maria Antonietta è uno spettacolo umiliante: la folla di Parigi è ammutolita. Per proteggere il re la versione ufficiale diventa quella del rapimento aristocratico. Le proteste sono represse nel sangue. La Strage del Campo di Marte spinge sempre più persone a supportare il movimento repubblicano guidato da Cordiglieri, Sanculotti e Giacobini; i moderati e l’Assemblea cominciano a perdere terreno. Finalmente però l’Assemblea Nazionale Costituente, nonostante le difficoltà, ha finito i lavori: il 3 settembre 1791 è votata la nuova costituzione di Francia, nasce la monarchia costituzionale. La Dichiarazione di Pillnitz dell’agosto 1791 non lascia spazio all’interpretazione: il re di Prussia e l’imperatore d’Austria sono pronti ad intervenire in Francia se la rivoluzione avesse attentato ai loro troni. Il 20 aprile 1792 l’Assemblea Legislativa vota quasi all’unanimità la dichiarazione di guerra all’Austria, la Prussia interviene a fianco dell’alleato e anche l’antichissimo Sacro Romano Impero interviene. La Francia ora è in guerra non solo all’interno, ma anche all’esterno. Il 10 agosto 1792 sanculotti e federati, insieme alle 48 sezioni di Parigi, occupano l’Hotel de Ville insediandovi una Comune Insurrezionale popolana. Allo stesso tempo la folla dà l’assalto alle Tuileries, massacrando di nuovo le truppe svizzere a guardia del re. Così, dopo secoli di dominio sulle terre francesi, termina la linea dinastica dei sovrani capetingi: Luigi XVI, re assoluto, diventa il semplice cittadino Luigi Capeto, l’Ultimo dei Luigi.
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