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Mappa Concettuale - Il CONGRESSO di VIENNA e la RESTAURAZIONE

Per definire il nuovo corso iniziato il 18 settembre 1814, con l’apertura del Congresso di Vienna, lo storico svizzero Karl Ludwig von Haller conia il termine “restaurazione”. Regno Unito, Russia, Austria e Prussia, che hanno trionfato su Napoleone, spingono per un ritorno a buoni rapporti tra la politica e la religione: un’alleanza del trono con l’altare. In questo periodo la Chiesa, sostenuta dalle varie monarchie, riprende potere: la fede, non la ragione, deve guidare l’uomo della restaurazione. Così sostiene il savoiardo Joseph de Maistre, uno dei massimi ideologi di questo periodo, ponendo il cattolicesimo come base necessaria per la nuova Europa. De Maistre non è l’unico a presentare tesi reazionarie critiche dell’Illuminismo. Un nuovo movimento culturale inizia a farsi strada: il romanticismo. A Vienna, tra il primo novembre 1814 e il 9 giugno 1815, sono presenti centinaia di rappresentanti di stati grandi e piccoli. Nonostante questo solo quattro uomini alla fine prendono le decisioni più importanti. Questi sono: Lord Castlereagh per il Regno Unito; il principe Klemens von Metternich per l’Austria; il conte Nesselrode per la Russia e il principe di Hardenberg per la Prussia. Anche per la Francia c’è un rappresentante: il principe di Talleyrand, veterano delle assemblee rivoluzionarie e ministro degli esteri sotto Napoleone. Un principio cardine dell’intero congresso è quello di legittimità: Napoleone aveva spodestato decine di regnanti, ora ogni dinastia deve tornare al proprio rispettivo trono. L’idea di equilibrio alla base del congresso si concretizza nel concetto di “concerto europeo”. Sono vari gli accordi siglati a Vienna, ma ce n’è uno sopra tutti gli altri: la Santa Alleanza. La Santa Alleanza, firmata il 26 settembre 1815, ha una forte carica religiosa: il diritto di intervento nelle questioni europee deriva dalle responsabilità dei regnanti davanti a Dio. Nel novembre 1815 anche il Regno Unito decide di dar vita ad una sua alleanza, senza però coinvolgere Dio: la Quadruplice alleanza con Russia, Prussia e Austria. Nel 1818 sarebbe stata invitata anche la Francia, formando così la quintuplice alleanza. Mentre le grandi potenze si alleano dando vita a questo nuovo assetto, anche la penisola italiana vive un periodo di grandi cambiamenti e, per molti, un ritorno alla normalità. Nonostante la Santa Alleanza, gli accordi bilaterali e il ritorno di duchi, granduchi e re, la penisola non sarà mai più la stessa. Napoleone ha lasciato qualcosa, un germe, un’idea per un popolo da secoli diviso che neanche la più dura repressione avrebbe potuto fermare: l’idea di Italia.

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