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MAPPA CONCETTUALE -ROBESPIERRE e il TERRORE in FRANCIA

Nel 1793 la Repubblica Francese sta cadendo a pezzi: tra sconfitte militari e crisi economica, nelle aule della Convenzione Nazionale si iniziano a cercare i colpevoli. Parigi è in un clima perenne di agitazione, sarebbe bastato davvero poco per far sprofondare la situazione nella violenza più assoluta, nella paura, nel terrore. Nelle aule della Convenzione Nazionale inizia lo scontro finale tra girondini e montagnardi. L’accusa verso gli uomini di Brissot è di aver perso il controllo della situazione, cosa abbastanza vera. I dibattiti si fanno sempre più accesi e violenti finché il 2 giugno 1793 si arriva alla resa dei conti: una folla organizzata dalle sezioni parigine alleate dei giacobini circonda la Convenzione. 60 dipartimenti su 83 rovesciano le municipalità giacobine nella cosiddetta rivolta federalista: Tolone consegna agli inglesi la squadra navale del Mediterraneo e viene occupata. La situazione è disperata. In questo clima di grande cambiamento i giacobini decidono di varare una nuova Costituzione, il 24 giugno 1793: la democrazia diventa totale. In tutto questo le donne non vengono mai chiamate in causa, solo Olympe de Gouges avrebbe difeso i diritti delle rivoluzionarie, fondando il club delle Tricoteuses. La sua “Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina” però sarebbe stata respinta dalla Convenzione. Nel frattempo a Parigi un’altra donna finisce sulla bocca di tutti: Charlotte Corday, una monarchica in cerca di vendetta per i girondini giustiziati. Il 13 luglio 1793 assassina l’amico del popolo, Jean-Paul Marat. La morte di un personaggio così prestigioso della Rivoluzione porta ad una svolta autoritaria il Comitato di Salute Pubblica. Il 27 luglio 1793, dopo rimpasti più o meno violenti, entra a farne parte anche il giacobino Robespierre, che da lì a poco ne sarebbe diventato protagonista. Oltre il Comitato di Salute Pubblica un altro organo regna sulla vita politica della repubblica: il Comitato di Sicurezza Generale. La ghigliottina reclama le teste di decine, centinaia, migliaia di nemici della rivoluzione: nell’ottobre del 1793 Maria Antonietta è seguita da 21 deputati girondini. Arriva poi l’ora dei rivoluzionari della prima ora che hanno perso ogni utilità per la causa. In questo clima di violenza i radicali, come gli arrabbiati e i seguaci di Jacques-René Hébert, gli hebertisti, riescono a forzare la Palude a misure sempre più estreme. Una di queste è la scristianizzazione della Repubblica Francese: le chiese vengono chiuse o adibite al culto della dea Ragione, eredità del deismo illuminista; le feste religiose sono soppresse e i preti spinti a sposarsi. Il sistema del Terrore intanto continua: con la legge del 4 dicembre 1793 i ministeri sono aboliti, tutto il potere centrale, dai distretti ai comuni, passa al Comitato di salute pubblica. Sempre il Comitato, nel marzo 1794, ne ha avuto abbastanza degli estremisti montagnardi, hebertisti e arrabbiati: il 24 marzo sono tutti arrestati, processati e giustiziati. Ha inizio il Grande Terrore, in cui Robespierre prende le redini della Repubblica. Gli indulgenti, così chiamati i moderati, vengono colpiti dal Comitato e i loro leader, Danton e Desmoulins, processati e giustiziati nell’aprile del 1794. La “legge di Pratile” del 22 pratile dell’anno II, ovvero il 10 giugno 1794, cancella ogni parvenza di legalità: il Tribunale Rivoluzionario può ora condannare sospetti solo per “convinzione morale” dei giudici, senza alcuna testimonianza. La Dichiarazione dei diritti dell’Uomo diventa carta straccia.

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