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MAPPA - La NASCITA degli STATI UNITI d’AMERICA

Il 3 settembre 1783 viene firmato da entrambe le parti all’Hotel de York il Trattato di Parigi: la Gran Bretagna accetta la sconfitta, le 13 colonie sono libere. Allo stesso tempo per porre fine alla guerra internazionale che era scoppiata si firma il Trattato di Versailles: qui vengono precisati tutti i cambiamenti territoriali tra le grandi potenze e i confini internazionali dei neonati Stati Uniti. Ora che le 13 colonie sono libere, devono organizzarsi in qualcosa di nuovo per poter risolvere numerosi problemi: all’interno dei vari stati sono ancora vive controversie territoriali e ora, con tutta questa nuova terra, chi si prenderà quanto? In fin dei conti le 13 colonie hanno combattuto per la loro autonomia, di cui sono fiere, un governo federale è visto come un’altra forma di oppressione. I contrasti portano rapidamente a nuove spaccature: da un lato abbiamo i federalisti, che credono in un governo accentratore, perlopiù borghesia mercantile della costa; dall’altro abbiamo gli anti-federalisti, rappresentati dai proprietari terrieri del sud. Per pacificare gli animi nel maggio 1787 viene convocata a Philadelphia una Convenzione, un’assemblea costituente, presieduta da George Washington. Gli Stati Uniti si delineano come uno stato federale e Repubblicano sul modello della divisione dei poteri teorizzata dal filosofo illuminista Montesquieu. Il concetto di base di questa divisione è quella del check and balance; ogni ramo della repubblica esiste per assicurarsi che l’altro non guadagni troppo potere. Tutto è pronto: il 4 marzo 1789 si vota per il primo Presidente degli Stati Uniti: George Washington, il generale che ha portato alla vittoria gli americani, è chiamato a guidare il paese. Per pacificare gli animi nel 1791 vengono introdotti i primi emendamenti alla costituzione, dieci, sotto il nome di Bill of Rights, “Legge dei diritti”: gli antifederalisti si possono dire contenti.

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