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Le SFIDE del FASCISMO in ITALIA

L’eredità romana è uno dei capisaldi dell’ideologia fascista, sia nello spirito, tramite gli esempi degli antichi, che nella forma con la sua monumentalità. I ritratti del Duce negli spazi pubblici, i giganteschi cartelloni per i viali, gli edifici pubblici costruiti con lo stile inconfondibile del razionalismo, le adunate in uniforme, i fasci littori e i bagni di folla di Mussolini sono solo alcuni degli esempi che vengono in mente. Un dato positivo arriva dalla demografia: dal 1922 la popolazione italiana continua a crescere, da 38 milioni si passerà a 44 nel 1939. L’urbanizzazione intanto porta molti comuni a raggiungere e superare i 100mila abitanti. Ma quelli che sembrano dati promettenti impallidiscono davanti ai progressi delle altre grandi potenze sul continente: l’Italia del primo dopoguerra è bruciata ai blocchi di partenza. Questa arretratezza si collega ad una tendenza tipicamente italiana per la tradizione e per le idee conservatrici, due caratteristiche che Mussolini cerca di sfruttare a vantaggio del regime. Se però il fascismo può sembrare conservatore e immobilista, basato sulle antiche tradizioni e strutture sociali del passato, a suo modo è anche progressista con la sua ricerca della creazione di un “uomo nuovo”. Il vero problema di questa idea, ovvero una società ultra militarista dettata dall’avanzamento continuo verso l’utopia fascista, è che si sposa male con le qualità intrinseche dell’Italia, troppo arretrata sia a livello sociale, che economico.Lo stato fascista non ha le risorse per essere pervasivo come gli altri sistemi autoritari europei, quello che manca è la capacità di vincere le classi lavoratrici e le fasce più basse della popolazione. Lo stato fascista non ha le risorse per essere pervasivo come gli altri sistemi autoritari europei, quello che manca è la capacità di vincere le classi lavoratrici e le fasce più basse della popolazione. Il successo più grande del fascismo è dato quindi dalla sua popolarità nella medio e piccola borghesia.

Con la nuova burocrazia nascono numerose vie di scalata sociale e i borghesi sono i maggiori beneficiari delle politiche economiche del regime. Nonostante i video di propaganda e le immagini che ci lascia il regime, il Duce è perennemente alle prese con una parte d’Italia indifferente e refrattaria anche alle azioni più eclatanti

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