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Mappa concettuale - NAPOLEONE e la CAMPAGNA d’ITALIA

Il Direttorio a guida della Francia è convinto che una politica espansionistica sia il miglior modo per esportare la Rivoluzione oltre i confini francesi. Già durante il periodo della Convenzione, nel 1793, erano iniziate campagne dirette verso il Belgio, l’Olanda e i principati tedeschi della Renania. All’inizio del 1796 è tempo per il Direttorio di agire: iniziano i preparativi per una grande operazione contro gli Asburgo, il simbolo delle forze antirivoluzionarie. La Francia forma due eserciti guidati da Jourdan e Moreau, due generali di provata abilità, con lo scopo di entrare nei territori tedeschi. L’obiettivo è marciare su Vienna. Come diversivo viene preparato un terzo esercito, guidato dal giovane generale Napoleone Bonaparte: l'Armée d’Italie è destinata a tenere impegnate le forze piemontesi e austriache nel teatro italiano. Nato il 15 agosto del 1769 ad Ajaccio, in Corsica, è cittadino francese per questione di mesi: a maggio l’isola era stata annessa al Regno di Francia dopo un tentativo fallito di indipendenza durante il collasso della Repubblica Genovese. Si associa ai giacobini durante il loro periodo di potere, venendo incaricato di riconquistare Tolone ai ribelli monarchici appoggiati dagli inglesi. Tolone viene riconquistata grazie ad un piano ideato dal giovane Bonaparte: per le sue azioni sarebbe diventato, a soli 25 anni, generale. Con la caduta dei giacobini Napoleone cade in disgrazia, ma per poco: la sua abilità bellica è comparabile alla sua bravura politica e nei salotti di Parigi risale rapidamente la scala gerarchica di Francia. Durante questi incontri fa la conoscenza di Giuseppina Beauharnais, vedova di un generale ghigliottinato sotto il Terrore e sua futura moglie: si sarebbero sposati il 9 marzo 1796, poco prima della campagna d’Italia. Grazie alla Viscontessa di Beauharnais, il giovane Bonaparte conosce Paul Barras, uno dei membri più influenti del Direttorio: non è un caso che venga scelto proprio Napoleone per difendere il Direttorio dalla protesta realista del 5 ottobre 1795. Nel giro di pochi giorni, dal 13 al 27 aprile 1796, con manovre fulminee, Napoleone sconfigge ripetutamente le truppe sabaude e costringe i piemontesi a capitolare. L’armistizio di Cherasco, firmato il 28 aprile, sancisce che il re Vittorio Amedeo III di Savoia riconosca l’annessione francese di Nizza e dell’alta Savoia, con la cessione di fortezze vitali e il libero passaggio militare: il Regno di Sardegna è fuori dai giochi. Il 18 aprile 1797 a Leoben, in Austria, l’imperatore Francesco II firma un accordo preliminare con Napoleone: l’Austria cede tutti i suoi territori italiani alla Francia.

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