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Mappa concettuale - 1789: Gli STATI GENERALI in Francia

Nel 1786 Calonne convince Luigi XVI nel chiamare un altro organo di tradizione medievale: l’Assemblea dei Notabili, un organo di consiglio formato da membri nominati dal re, richiamati per la prima volta dal 1626. Il dubbio sulla legittimità di questo incontro lo rende inutile, il primo risultato non si fa attendere: Calonne è licenziato e il presidente dell’Assemblea, Etienne Brienne, diventa il nuovo ministro delle finanze. Brienne per prima cosa chiede le tavole economiche del regno: bisogna capire cosa non va. Ma il re si rifiuta di consegnare i dati. Luigi XVI, dopo aver mandato a casa l’Assemblea dei Notabili, decide di andare a cercare un altro luogo dove chiedere denaro per la corona. La scelta ricade sul parlamento più grande e ricco di Francia, quello di Parigi: sicuramente i sudditi saranno felici di accettare più tasse in nome della Francia. Luigi XVI si sbaglia di grosso: davanti non ha un gruppo di sudditi indifesi e ignoranti, ma un insieme di nobili, clero e alto borghesi coscienti dei loro diritti. L’incontro è un disastro. Nell’agosto del 1788 arriva l’annuncio così tanto temuto: la Francia è in bancarotta. Il ministro Brienne viene cacciato dal re. Luigi XVI decide di richiamare Necker mentre arrivano notizie che l’annata di raccolti è stata devastata da grandinate in tutta la Francia: la situazione è disperata. Necker, davanti allo stato di cose, decide di consigliare il re a convocare un’antica assemblea, l’unica capace di autorizzare nuove tasse: gli Stati Generali. Gli Stati Generali sono basati sui tre ordini: nobiltà, clero e terzo stato. Per accedere all’aula i vari deputati devono essere eletti con un suffragio maschile censitario. La modalità standard della chiamata degli Stati Generali esige anche la stesura di speciali documenti, i cahiers de doléances, i quaderni delle lagnanze: tutte le comunità del regno, divise per ordine, hanno il diritto di fare richieste e proposte.

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