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Mappa Concettuale - La SINISTRA STORICA di Agostino DEPRETIS (1876-1887)

L’inizio della fine per la Destra Storica sono le elezioni politiche del 1874. La Destra prende il 53,6% di voti riuscendo a vincere a livello nazionale con un margine minimo. E’ dal sud che arriva il vento del cambiamento. La Sinistra Storica per vincere in maniera schiacciante nelle regioni meridionali aveva sfruttato il sentimento di abbandono e di frustrazione degli elettori: il paese appare diviso, il Parlamento pure. Il governo avrebbe resistito fino al dibattito sulle ferrovie, in quel momento in mano ai privati, che la Destra Storica vuole statalizzare. Lo scontro con la Sinistra è durissimo: il 18 marzo 1876 il governo perde la maggioranza in Parlamento, Minghetti è costretto ad andarsene. La Destra Storica è caduta: Vittorio Emanuele II convoca l’ex mazziniano Agostino Depretis, esponente della sinistra storica, per formare un nuovo governo. Depretis proviene dalla tradizione liberal-progressista piemontese ed ha l’appoggio sia della Sinistra che di parte della Destra Storica. Nel novembre 1876 si presentano alle urne circa 350 mila sui 600 mila degli aventi diritto. A pesare è l’astensionismo cattolico. Il risultato è schiacciante: con quasi il 60% dei voti gli elettori confermano la fiducia a Depretis e la Sinistra Storica. Il governo guidato da Depretis sarebbe durato dal 1876 al 1887, interrotto solo due volte nel 1878 e nel 1879-81 dalla presidenza di Benedetto Cairoli. Non è solo il Parlamento a cambiare, anche i re si succedono: il 9 gennaio 1878 muore uno degli eroi del Risorgimento, Vittorio Emanuele II, e il trono passa al figlio Umberto I. Il ministro dell'istruzione Michele Coppino firma nel 1877 un'importantissima legge: l’obbligo scolastico arriva al nono anno d’età. Nel 1882 si mette mano alla riforma elettorale e si allarga il suffragio. Gli elettori passano dal 2,2% al 6,9% della popolazione, un salto da 600 mila a 2 milioni di aventi diritto. L’avvento della Sinistra Storica in questi anni non è dovuta solo alle vittorie elettorali: l’assenza di differenze ideologiche marcate tra i due schieramenti permette ad azioni impensabili. I moderati della Sinistra e della Destra Storica si uniscono in un grande blocco centrista, con l’obiettivo di isolare i due lati più estremi del parlamento: repubblicani e conservatori. Con il trasformismo si cerca di promuovere una politica moderata e di consolidare lo Stato liberale e monarchico. In questa situazione la vera vittima è la stabilità: i governi sono dirottati da singoli parlamentari, sciogliendosi e riformandosi continuamente. In questa situazione i programmi di riforme più complessi stentano a decollare. Per supportare ancora di più i gruppi industriali e finanziari, la Sinistra decide, nel luglio del 1887, di abbandonare la linea di libero scambio abbracciando il protezionismo.

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