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EARLY ACCESS - BIENNIO ROSSO: La RIVOLTA SPARTACHISTA in GERMANIA

Alla firma dell’armistizio l’esercito tedesco, ancora stoicamente sulle sue posizioni, si disintegra: gli uomini sono stanchi, è tempo di tornare a casa. Il governo tedesco è in questo momento gestito dal Consiglio dei commissari del popolo, presieduto dal socialdemocratico Friedrich Ebert. Questo governo è composto solo da socialisti, compresi i membri del USPD, il Partito Socialdemocratico Indipendente di Germania, una frazione di sinistra che si era staccata dall’SPD nel 1917. La linea moderata dell’SPD si scontra con le aspirazioni dell’USPD e in particolare con un gruppo di ambiziosi rivoluzionari tedeschi: la Lega di Spartaco. Il 5-6 gennaio 1919, una protesta dei cittadini di Berlino per la deposizione di un membro della sinistra da capo della polizia della capitale, sembra l'occasione perfetta per agire. Il governo socialdemocratico schiaccia con il pugno di ferro questa rivolta: il commissario alla difesa Gustav Noske si prende il compito di riportare la calma a Berlino. Il 19 gennaio 1919, tornata la calma, si tengono le elezioni per l’Assemblea costituente. I comunisti del KPD boicottano il voto e i socialdemocratici vincono, senza però raggiungere la maggioranza assoluta. Nel frattempo, dall’altro lato dello spettro politico, la destra comincia a riunirsi intorno ai circoli dei congedati e ai freikorps, sempre più indipendenti e disinteressati a reggere il sistema socialdemocratico. Nel frattempo anche le potenze vincitrici devono fare i conti con un difficile dopoguerra. La vittoria è stata amara, i politici di Francia e Gran Bretagna sono davanti ad anni difficili, anche se non così caotici.

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