Quella della musica per l'anima
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Vorrei cominciare questo numero di Chiacchiere e Pad con un ringraziamento a chi sta continuando a leggere questo progetto, che piano piano sta prendendo forma e che dopo sole poche issue già vede il suo primo ospite comparire. Devo essere sincero, quando ho pensato a chi chiamare per parlare di musica e videogiochi non ho avuto dubbi e sono subito corso a chiedere una mano al mio amico Andy. Che presto leggerete più sotto e che sicuramente vi farà immergere in un mondo che magari non conoscevate. Ho pensato a questo tema un paio di settimane fa e quindi eccoci qui. Presto ci saranno tante altre novità, ho intenzione di espandere ancora di più Chiacchiere e Pad, ma per farlo ho davvero bisogno di tutto il supporto possibile da voi che mi leggete. Ho ricevuto un ottimo riscontro dalla scorsa settimana e sono sicuro che il gap da colmare per poter raggiungere i prossimi obiettivi è ancora molto lungo, ma piano piano ce la faremo.
-Mi hai stravolto la vita-
Vi avviso già dall'inizio, questo sarà un numero che metterà molto a nudo noi stessi, e forse anche voi che ci leggerete. Come detto prima, in questa issue di Chiacchiere e Pad avremo un ospite che leggerete più in basso. L'idea di parlare di musica e videogioco mi è venuta una sera che ascoltavo per la centesima volta (ma che dico anche di più), la colonna sonora di Death Stranding. Mentre momenti di vita e videogioco mi passavano davanti gli occhi, ho capito che avevo bisogno di buttare giù qualcosa di personale. In prima battuta pensavo di farci un articolo, ma poi ho pensato che questo era il luogo giusto e che il viaggio andasse affrontato insieme ad un amico, che capisse quello che volevo esprimere. Ecco come è nato questo numero, dalla "Necessità". Il mio rapporto con la musica e con le soundtrack lo definirei quasi catatonico. Ho cominciato molto tardi a capire quanto i due mondi siano vicendevolmente importanti l'uno per l'altro. E ho impiegato anni, anche per essere preso emotivamente da tutto questo. Come racconto sempre, forse dovevo attendere il gioco giusto. Dovevo attendere l'età adatta per capire e le esperienze di vita che piano piano riempivano la mia valigia da sognatore.
Sarà banale, sarà sciocco, ma ho capito in fondo che tutto questo è successo più o meno recentemente. Ovvero la prima volta che mi sono davvero emozionato per un gioco, e non perché stessi vedendo qualcosa di bello (anche se credo di essere un soggetto a cui la sindrome di Stendhal, colpisce forte). Ero li davanti allo schermo, vedendo una bambina ed un uomo che parlavano, in sottofondo un banjo. Per me quella era estasi pura, quell'immagine era famiglia, era calore ed era tenerezza. Non starò qui a raccontare di come The Last of Us mi abbia cambiato la vita, e forse se sto scrivendo questa newsletter, lo dobbiamo anche a quell'opera. Voglio raccontarvi di quella volta che io e la musica siamo entrati in sintonia al di fuori della concezione classica.
Un po' di giorni fa, qualcuno mi ha detto che sono "un jukebox vivente", riesco a ricordare i testi delle canzoni e cantarle sentendole anche a volume basso o quando c’è folla. Ma c'è un però ho un grosso problema con i titoli e gli artisti, dannazione. La cosa che mi ha fatto sorridere di quell'apprezzamento è che da un lato è molto vero, ci sono musiche, ci sono melodie che ci rimangono dentro. Aldilà del media con cui le abbiamo scoperte, l'importante è che abbiamo sempre "l'epifania" del momento in cui le sentite nostre la prima volta. D'altronde si sa, la musica da sempre accompagna l'uomo nella sua crescita e nelle sue esperienza, è come se fosse la descrizione perfetta dei momenti che viviamo. A volte ci fermiamo davanti a dalle canzoni ed esclamiamo "Wao, questa è scritta per me". Il senso però è diverso, è che noi esseri senzienti viviamo le stesse emozioni e non ci accorgiamo di quanto le persone che ci stanno intorno possano avere i nostri stessi problemi e vivere le nostre stesse gioie.
Ma allora perché quando ascolto la colonna sonora di Death Stranding, mi passa la vita davanti? Perché quando ascoltiamo "Future Days" noi videogiocatori pensiamo a Joel ed Ellie, come immagine riflessa di qualcuno a cui vogliamo del bene. Perché il videogioco è questo, mette a nudo noi stessi e mette a nudo chi lo crea. Non voglio andare lontano nel tempo, perché non c'è bisogno alcuno, il videogioco è diventato maturo e adulto. Racconta non solo le vite di personaggi di finzione, ma anche traumi vissuti, racconta storie di dolore e di peccato. Racconta di vite spezzate e di battaglie. Per chiudere e lasciare spazio ad Andy, voglio consigliarvi di fare un wrap up, dopo questa newsletter. Di prendervi del tempo per voi se ancora non lo avete fatto durante la giornata, e concedervi 10 minuti di musica. Ascoltatela ad occhi chiusi e pensate a quando avete ascoltato quel brano o quell'album la prima volta. Non deve essere legato ad un videogioco, o a qualsiasi altro media. L'importante è che significhi qualcosa per voi. Chiacchiere e Pad come vi dicevo è proprio questo.
-Nostalgia e chiavi del cuore-
di Andy Bercaru
Non vi nascondo che ho ricominciato queste righe di testo svariate volte, cancellando in totalità dei pensieri che in qualche modo non mi sembravano facessero giustizia al tema. Non perché io non apprezzi l’argomento, ma perché l’importanza di esso è estremamente preziosa per il sottoscritto. In fin dei conti sto parlando di due sfere artistiche che mi hanno definito come la persona che sono oggi. Parlare di musica e videogiochi è un po' come parlare dei propri genitori per me. Potenzialmente, nessuna delle parole che leggerete darà la giusta importanza al mio amore verso questi due rami artistici. Però, alla fine a questo serve Chiacchiere e Pad, giusto? Stiamo pur sempre dentro un “format” dove la persona dietro la tastiera fa ballare i propri sentimenti senza timore… e oggi io mi sento un po' come Baryshnikov… ovvero libero ad inseguire il flusso ed esprimere al meglio la mia passione.
Chi mi conosce sa già quanto la musica ed i videogiochi siano stati estremamente importanti per il sottoscritto. Casualmente, entrambe le cose sono entrate nella mia vita in un periodo alquanto strano, ovvero quando i miei veri genitori hanno deciso di separarsi. Chiamatelo destino, fortuna o semplice casualità. La cosa certa è che questi due rami sono diventati i miei “genitori” adottivi in maniera involontaria. Perché, nel momento del bisogno, c’era sempre una canzone sul mio vecchio Walkman (si… sono COSÌ vecchio) e un videogioco ad accompagnare le mie giornate e farmi scoprire nuovi sentimenti. Da una parte la musica mi insegnava a sperimentare coi suoni, mentre i videogiochi a viaggiare con la mente. La musica accendeva in me il desiderio di cantare, mentre i videogiochi mi davano la forza di credere nei miei sogni. Insomma… come esattamente due genitori, queste due cose mi hanno accudito nei momenti di buio e mi hanno dato la spinta nei momenti di insicurezza.
Tuttavia, pur avendo questo amore immenso per i due rami artistici menzionati prima, in giovane età non riuscivo ancora a vedere il gigantesco potenziale della fusione tra musica e videogioco. Pur sviluppando sentimenti piacevoli verso ambo le sfere, per me era ancora difficile capire quanto la musica ed i videogiochi andassero in simbiosi. Per tanto tempo ho vissuto il mondo musicale e videoludico come due entità quasi separate. L’Andy musicista non conosceva bene l’Andy videogiocatore, e per tanto tempo queste due mie personalità sono rimaste separate. Fino a quando… i due Andy non conobbero una cosa che gli accomunava… ovvero la nostalgia.
Forse per questo motivo quando metto in sottofondo anche per solo pochi secondi Dearly Beloved la vita mi “flasha” davanti agli occhi, ricordandomi periodi più felici. Sono quelle poche note di pianoforte che mi portano a tempi più felici e sicuri. Una melodia che non solo ha definito la grandezza di un colosso come Kingdom Hearts, ma ha anche scritto le pagine della mia vita. E potrei farvi ancora tantissimi esempi di come questi due mondi hanno aiutato una persona come me. Potrei raccontarvi di quella volta che Guitar Hero mi spinse a imparare a suonare la chitarra. Di come grazie a Need for Speed Underground conobbi gli Static-X. Di quel momento in cui, per le prime volte nelle sale LAN, sentì per la prima volta Breaking the Habit. Insomma… potrebbero sembrare tutto delle coincidenze scollegate e per come le sto raccontando io con queste parole, effettivamente il tutto da quella impressione.
Ma dove voglio arrivare esattamente con questo? Semplicemente vorrei farvi capire che, queste casualità, così come hanno definito me hanno definito anche tanti altri artisti che oggi sono leggendari. Prendiamo Mick Gordon o Geoffrey Day per esempio: queste due persone sono e saranno decisamente due pilastri della musica videoludica moderna. Il primo addirittura possiamo considerarlo il “Hanz Zimmer” del panorama videoludico, avendo dato vita ad una moltitudine di soundtrack che oggi sono emblematiche (BFG Division vi suona familiare?). Però, pur non avendo le certezza, sono quasi pronto a scommettere che senza “l’ausilio” del mondo videoludico, questi nomi sarebbero passati decisamente in sordina. Cosi come la grossa fama di gruppi più mainstream non sarebbe stata la stessa se questi non sarebbero finiti nelle OST di diversi giochi (es. Three Days Grace che senza Smack Down Vs Raw 2007 sicuramente avrebbero avuto bisogno di più tempo per emergere). E lo stesso si potrebbe dire anche dei videogiochi in questione che hanno usato le opere di certi artisti… senza quelle determinate canzoni, probabilmente certi videogiochi non sarebbero ricordati con così tanto amore e nostalgia oggi. Fatevi questa domanda: “Se non fosse per Get Low di Lil John, mi ricorderei ancora di NFS: Underground nella stessa maniera?”. Per quanto la domanda potrebbe sembrare stupida, capirete da solo quanto sia importante la parte musicale dentro il mondo videoludico e viceversa.
In conclusione… a dire il vero non so nemmeno cosa aggiungere. Come dicevo all’inizio, parlare di queste cose non è mai facile. Però, sarò sempre grato a questi due mondi. Mondi che mi hanno salvato da robe brutte svariate volte. Grazie a loro scrivo e canto. Grazie a loro ho dei sogni e soprattutto… grazie a loro mi sento ancora vivo! Sarò più vecchio, acido e forse anche stupido, ma non dimenticherò mai i momenti più belli regalati dalla musica e dai videogiochi.
Non dimenticherò mai i momenti passati nella casa di mio nonno, mentre con un MP3 Stick mi sentivo i Linkin Park sulla tettoia di casa… mentre continuavo la mia avventura nelle terre dei Pokèmon sul mio GameBoy.
Non dimenticherò le estati passate su Kingdom Hearts e di come passavo minuti buoni incantato da Dearly Beloved.
Non dimenticherò i rush d’adrenalina dati da The Only dei Static-X su NFS.
Non dimenticherò chi sono… e devo tutto a questi due mondi!
"Oggi la citazione lascia spazio alla riflessione <3"
Ci leggiamo alla prossima,
-Gius