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Calcerò #21 – Sfumature di verde

Una plusvalenza a specchio, la cravatta di Mancini, il logo di questa newsletter: questo è un numero monocromatico

Ciao a tutti,

Il numero 21 di Calcerò-Il futuro del pallone è monocromatico. Son tutte sfumature di verde, quelle di oggi.

Fischio d’inizio.

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MOZIONE SBARILE

Uno spettro si è aggirato per le Botteghe Oscure di Calcerò e dei suoi iscritti, nell’ultimo mese. Lo spettro della “mozione Sbarile”, dal cognome del compagno promulgatore del nuovo scenario dello scacchiere geopolitico confederale del pallone di domani. Che è poi quello di adesso, quello che vede la Russia ancora esclusa dalle competizioni Uefa e Fifa e l’Arabia Saudita che si è vista affibbiare dai media europei la volontà sacrilega di convincere l’Uefa a iscrivere in futuro un paio di suoi club alla Champions League. 
Ceferin, con grande fermezza, in un’intervista all’Equipe ha escluso la possibilità, senza timore di smentita. Comincio, dunque, a pensare che lo scenario non sia così improponibile.
Ma vabbè, Calcerò a Ceferin di stilettate non ne ha mai risparmiate, solo che, appunto, è arrivata la “mozione Sbarile” a prendersi la scena. Un po’ come in una canzone che ha circa quindici anni, in cui si invocava uno scambio forfettario in cui gli artisti avrebbero dato volentieri “Rutelli, Prodi, D’Alema, Bertinotti” per Hugo Chavez (Chavez (Si apre in una nuova finestra), dei Bisca con Luca “Zulù” Persico; “se ci mettete il muso, vi diamo anche Caruso, lo mettete nel forfait, ma dateci a Chavez”), il compagno Sbarile ha proposto una soluzione salomonica: lo spostamento della federazione calcistica russa nella Afc, la confederazione asiatica, e quella dell’Arabia Saudita nell’Uefa, tutti in campo e tutti contenti.

Il rappresentante di Israele – che non è in Europa, ma nell’Uefa sì – non l’ha presa benissimo, in linea filosofica, ma dagli Accordi di Abramo a oggi esiste un percorso di normalizzazione dei rapporti con gli Stati del Golfo, figurarsi. Quello della Padania, già in crisi di identità, ha dato di matto e ha iniziato a parlare di petrolio e accise.

Peraltro nella Afc gioca già l’Australia, che è in Oceania, e geograficamente parlando – analizzavano i relatori della “mozione Sbarile” – circa tre quarti del territorio russo si trovano in Asia, senza contare che anche la federazione scacchistica russa ha trovato recentemente accoglienza nella confederazione scacchistica asiatica. E con tutte le realtà europee che operano in Arabia Saudita, il più è fatto: i sauditi di qua, i russi di là, la Fifa magari questi ultimi ai Mondiali non li fa scendere in campo per le qualificazioni, ma per Afc Asian Cup e Asian Champions League, via libera. Plusvalenza a specchio. Nessun conguaglio.

COLPA DEL GNOCCO FRITTO

Sarà che da queste parti esistono ancora le Feste de l’Unità e sono sempre più tristi, sarà che la politica proprio no, ma il gnocco fritto* i compagni sanno ancora farlo, fatto sta che poi mi sono svegliato sudatissimo. Il dibattito sulla “mozione Sbarile” era frutto di un incubo. O no?

Giochetti a parte, perché oggi volevo fare un Calcerò piuttosto leggero, occhio a pensare che certe idee o movimenti siano sciocchezze. Questa newsletter da un anno e mezzo veicola un invito: quello a non guardare al futuro del calcio attraverso la lente del Novecento, attraverso paradigmi consolidati.

Magari davvero non ci sono possibilità che i club sauditi giochino la Champions League, ma al Mondiale per club ci saranno, e il calcio turbocapitalistico ci dovrebbe ormai avere abituati a capire che lo spettacolo va dove c’è chi può pagarlo. E chi può pagarlo oggi non è lo stesso che poteva pagarselo un quarto di secolo fa. Allo stesso modo, potentati come federazioni e confederazioni non sembrano più in grado di dare le risposte giuste a domande di protagonismo sempre più veementi da parte di chi ha la capacità di rivoluzionare, col denaro, l’intero settore, vedasi il golf, ma non solo.

Ciò significa che la “mozione Sbarile”, sebbene con diversi emendamenti e modifiche anche sostanziali, pertanto certo non così come l’abbiamo sognata, non è destinata a fare la fine della mozione A. Nazzari (Si apre in una nuova finestra).

* “il” non è un errore, sia chiaro.

SINNER. E CHE C’ENTRA SINNER?

Niente, anzi sì: c’entra perché negli ultimi giorni anche nel tennis, o meglio intorno al tennis, s’è inasprita la polemica su chi sceglie o meno se darsi disponibile per l’Italia in Coppa Davis. Sinner, appunto, ha preferito evitare di giocare il girone di Davis che ha visto impegnati gli azzurri a Bologna, il tutto mentre Fognini, non convocato, piuttosto comprensibilmente rosicava. Il calcio queste polemiche le conosce bene, le ha esasperate da un po’, e del resto veniamo dall’addio di Roberto Mancini, bollato come traditore – va da sé: una gran figura non l’ha fatta – e bastardo senza gloria per avere abbandonato la panchina della Nazionale per passare, senza soluzione di continuità, a quella dell’Arabia Saudita. Allo stesso modo, è stata considerata lesa maestà la scelta di Kean di non darsi disponibile per l’Europeo Under 21, ma potremmo anche andare oltre.

E allora, siccome mi sono finalmente iscritto alla newsletter tennistica Warning di Claudio Giuliani (volevo farlo da mesi, ma la pigrizia spesso vince su tutto), proprio nell’ultimo numero (Siam pronti alla morte?: lo trovate qui) (Si apre in una nuova finestra) ho trovato esattamente le righe che avrei voluto scrivere io, scritte da un altro, anche meglio. La penso esattamente così, pur consapevole del diverso contesto. Riporto:

Il discorso Coppa Davis e rapporto giocatori-nazionale per quanto ci riguarda è in realtà molto semplice. Ci sono infatti due tipi di giocatori: uno è Fognini, che ha sempre considerato il giocare con il tricolore sul petto una cosa che lo inorgogliva (...) e poi ci sono gli altri, quelli del vengo perché è la cosa giusta da fare, ci tengo sì insomma ma non eccessivamente, credo nei sacri valori del tricolore, a Bologna si mangia bene, questa volta non riesco ma la prossima sicuramente ci sono.

In effetti io sabato ero a Bologna per una riunione di The SpoRt Light (Si apre in una nuova finestra). Ci ho mangiato benissimo. 

E ancora: 

Se ci leggete da un po' sapete che fosse per noi aboliremmo i confini, la nazionalità per noi ha il solo valore dell'indice individuale di fortuna, nasci in Italia mangi, nasci nel Sudan e forse arrivi a 20 anni. Quindi ognuno può fare le proprie scelte nei riguardi della nazionale per come la vediamo noi, certo occhio a dire "ci tengo tantissimo" per poi non presentarsi con molta facilità, perché chi crede veramente nel tennista e nella nazionale non la prende bene (...). Non abbiamo particolarmente altro da dire, Sinner - come gli altri - non ha nessun dovere nei riguardi di nessuno (...). Non è perché sui social o su internet si può scrivere senza limiti allora per per forza bisogna dire la propria su tutto.

Game, set, match. 

Oddio, una cosa a Mancini però la vorrei dire: quella cravatta lì fa schifo.

(Si apre in una nuova finestra)

E, comunque, dell’attualità delle Nazionali nel calcio, Calcerò aveva scritto qui (Si apre in una nuova finestra). Sono sempre più convinto di quanto scritto allora.

VERDI

A proposito di verde. Quasi a farlo apposta, sono andato a controllare sul sito di Produzioni dal Basso come andasse il crowdfunding (Si apre in una nuova finestra) (poco funding e ancor meno crowd, ma pazienza) e ho notato che il logo di Calcerò si è colorato di uno sfondo verde.
Giuro che non l’ho fatto io così (era ed è a caratteri bianchi su sfondo nero), non ho modificato né caricato niente del genere. Non ho chiesto, e per la pigrizia di cui sopra probabilmente nemmeno chiederò, ma non credo che sia colpa dei sauditi, né di Mancini.
Però mi intriga.

Essendo il colore del campo da calcio – toh, non ci avevo nemmeno pensato… – mi convince anche, e pure quel pantone lì.
Vi chiedo: lo preferite verde o nero?
Pur non essendo un sincero democratico, vediamo chi risponde e andiamo a maggioranza.

Triplice fischio.
Ci rileggiamo l’11 ottobre. Sarò più serio, in linea con i primi grigiori dell’autunno.

Calcerò - il futuro del pallone è la newsletter mensile sul domani del calcio. Il giorno 11 di ogni mese arriva puntuale nella tua casella. È curata da Lorenzo Longhi (Si apre in una nuova finestra).