Passa al contenuto principale

Calcerò #22 – Cencelli

Un Europeo per due e un Mondiale per sei. Ma, soprattutto, una spartizione per mano presidenziale degna del manuale Cencelli

Ciao a tutti,

Benvenuti in questo numero di Calcerò-Il futuro del pallone, edizione numero 22, la prima dopo l’ufficializzazione dell’assegnazione dell’Europeo 2032 a Italia e Turchia e dell’annuncio, sebbene non ratificato, di quella del Mondiale 2030 a Marocco, Portogallo e Spagna, ma anche ad Argentina, Paraguay e Uruguay.
Assegnazioni, apparizioni. Meglio: spartizioni degne del miglior manuale Cencelli (nb: se siete abbastanza giovani da non avere visto la DC, da dove deriva l’espressione lo trovate qui (Si apre in una nuova finestra)).
PS: Siccome in questi giorni, oltre ad averne scritto, sono anche stato intervistato sul tema, mi sembra doveroso chiarire che le prossime righe provengono da questo articolo di True News (Otto nazioni per due eventi: il manuale Cencelli per Mondiali ed Europei (Si apre in una nuova finestra)) e da questa intervista del collega Massimo Solari (Si apre in una nuova finestra) per il Corriere del Ticino. Vi invito a leggerli entrambi. Di fatto, c’è già tutto ciò che qui verrà riassunto.

Fischio d’inizio.

Sostieni Calcerò (Si apre in una nuova finestra)
Vai all’archivio (Si apre in una nuova finestra) 
Se Calcerò te l’hanno inoltrato e ti interessa, iscriviti.
Se lo vuoi inoltrare, fai bene.

LE PAROLE SONO IMPORTANTI

C’erano una volta le candidature, i dossier, i bidding process composti da un rituale preciso fatto di formalità, documenti, garanzie, deadline. Poi magari l’assegnazione avveniva grazie soprattutto alla corruzione, ma tant’è: almeno formalmente esisteva un percorso. 

In questo senso, Ceferin per Euro 2032 ha rotto gli argini, e Infantino pure per il 2030. Ora, per dire: l’Europeo è stato assegnato a un dossier di candidatura che non esiste, ma a una lettera di intenti. Le candidature di Italia e Turchia, quelle divise e originarie, sono finite nel cestino, e l’unica speranza sul loro destino è che siano almeno state differenziate a dovere. Quali stadi? Boh, vedremo. Chi entrerà nel circuito di finanziamento delle opere? Boh, vedremo. Dove si giocheranno le varie partite? Boh, vedremo. Chi fa parte del comitato organizzatore? Boh, vedremo (ma qui, per dire, io da qualche parte una Evelina Christillin – da brivido, per le parole e il merito, una sua frase a Radio Anch’io: “Ci sarà una specie di contest: un modo per mettersi in gara per ristrutturare o fare del tutto nuovi degli stadi” – ce la vedo: sarebbe il suggello perfetto di una joint venture senza alcun senso). Chi paga cosa? Su questo, tranquilli: i mutui ce li ritroveremo per diverse leggi di bilancio di qui in avanti.

E il Mondiale del centenario? Formalmente, è di Marocco, Portogallo e Spagna, che peraltro non si sono ancora accordate sul luogo della finale. Però le prime partite – gli anniversary match – saranno in Sudamerica, dove Argentina, Paraguay e Uruguay sono pressoché parimenti co-host, al punto da avere la partecipazione alla fase finale garantita di diritto.
Bingo.

CHIEDI CHI ERA CENCELLI

Due presidenti eletti nel 2016, entrambi al terzo mandato, quello che ritengono centrale – non certo conclusivo – del loro dominio sul calcio: Infantino e Ceferin apparentemente sembrano non amarsi, ma seguono le stesse logiche, e la spartizione da manuale Cencelli dei prossimi grandi eventi è piuttosto significativa. Se Infantino, in un colpo solo, accontenta in qualche modo otto federazioni e tre confederazioni diverse, spianando la strada così del 2034 al più aggressivo stakeholder del calcio odierno, l’Arabia Saudita, Ceferin non ha tradito alleati e partner, consegnando uno strapuntino europeo tra 2028 e 2032 a ben sette federazioni.

In prospettiva elettorale, è un modo per blindarsi. Probabilmente più per Infantino che per Ceferin, ma solamente perché, su quest’ultimo e sulla Uefa, grava ancora la spada di Damocle della pronuncia della Corte di Giustizia europea, quel Godot che un po’ tutti aspettiamo per capire cosa ci attende. Ma, a prescindere da eventuali e non scontate tempeste, il potere si consolida così.

QUALCUNO HA DETTO AMBIENTE?

Ah, a proposito: avete sentito parlare qualcuno di ambiente e di sostenibilità? No, perché United 2026 e il Mondiale del centenario necessiteranno di una quantità di voli esorbitante per le nazionali coinvolte (che saranno 48), costrette anche a trasferte intercontinentali durante il torneo. Euro 2032 in confronto sembrerà giocato nel campetto dietro casa, ma tra i vincitori avrà senza dubbio anche Turkish Airlines. Detto ciò, aspettiamoci comunque nei prossimi mesi belle parole e operazioni greenwashing di facciata da parte di Fifa e Uefa. Com’era quel celebre titolo di Cuore (Si apre in una nuova finestra)?

RECUPERO

In merito al sondaggio verde-nero del mese scorso, parlando del logo di Calcerò, ha vinto il nero.
Mi sembra peraltro decisamente in linea con i tempi.

Triplice fischio.
Ci rileggiamo l’11 novembre.

Calcerò - il futuro del pallone è la newsletter mensile sul domani del calcio. Il giorno 11 di ogni mese arriva puntuale nella tua casella.
È curata da Lorenzo Longhi (Si apre in una nuova finestra).