MM+ 76 (21 ottobre 2022)
A sessant’anni di distanza, la crisi dei missili di Cuba dell’ottobre 1962, “il momento più pericoloso in tutta la storia umana”, si riconferma un evento cruciale per le conseguenze che ebbe, i rischi che rese evidenti e le lezioni che ancora se ne potrebbero trarre. L’approfondimento di Leonardo Campus: “Sessant’anni fa, i missili a Cuba (S'ouvre dans une nouvelle fenêtre)”.
A un altro importante anniversario che cade in questi giorni, la misteriosa morte sessant’anni fa di Enrico Mattei, fondatore dell’Eni e profeta visionario dell’autonomia energetica italiana, è dedicato l’articolo “Bescapé, 27 ottobre 1962, fine di un’Italia (S'ouvre dans une nouvelle fenêtre)” di (S'ouvre dans une nouvelle fenêtre)Pierfranco Pellizzetti (S'ouvre dans une nouvelle fenêtre), una riflessione sul ruolo decisivo svolto dall’impresa pubblica nel miracolo economico italiano del secondo dopoguerra.
“Paura, preoccupazione e (mancanza di) speranza. Le ragioni del declino della sinistra (S'ouvre dans une nouvelle fenêtre)” è il titolo del contributo di Nicolò Bellanca che sostiene che i partiti di sinistra potrebbero costruire una larga alleanza tra gruppi sociali, recuperando le classi popolari, con un programma che affronti tre temi cruciali: le emergenze sistemiche, le disuguaglianze complesse e la società relazionale.
“La costruzione di uno Zar. La Russia a vent’anni dalla strage del Teatro Dubrovka (S'ouvre dans une nouvelle fenêtre)”: Elia Rosati spiega come l’eccidio nel teatro moscovita ha rappresentato un giro di boa nella trasformazione autoritaria della Russia, soprattutto dal punto di vista delle libertà civili e di espressione e, oggi, di uno Stato sempre più aggressivo militarmente.
Un documentatissimo saggio dello storico israeliano Ilan Pappè ricostruisce l’edificio politico, amministrativo e militare alla base dell’occupazione israeliana della Cisgiordania e di Gaza, sfrondandolo dai falsi miti e dagli inganni che nascondono un vero e proprio regime di apartheid nei confronti dei palestinesi. La recensione di Domenico Gallo: “Come Gaza e la Cisgiordania sono state trasformate nella prigione più grande del mondo (S'ouvre dans une nouvelle fenêtre)”.
Non è stata soltanto la televisione a creare il fenomeno Wanna Marchi. La ragione del suo successo come regina delle televendite – secondo l’analisi di Christian Ruggiero (“Se telefonando… Wanna Marchi e l’Italia degli ultimi quarant’anni (S'ouvre dans une nouvelle fenêtre)”) – è da rintracciare anche nel modo in cui è storicamente possibile, attraverso il telefono, insinuarsi nelle vite delle persone.