Scuola Senza Pareti
Mettere in tentazione luoghi e persone
di Giuseppe Pidello
Architetto, partecipa dagli anni ’90 al recupero della Trappa di Sordevolo(BI). Questa grande costruzione in pietra, a pochi km dal Santuario di Oropa, prende il nome da una comunità di monaci trappisti in fuga dalla Francia rivoluzionaria, che la abitarono tra il 1796 e il 1802. Giuseppe se ne occupa come coordinatore dell’Ecomuseo Valle Elvo e Serra, con l’obiettivo di rigenerare il paesaggio montano favorendo l’arrivo di persone che non siano nuovi coloni ma nuovi abitanti, consapevoli della storia del luogo e in grado di continuarla in modo coerente ed equilibrato. Le pratiche del coltivare, dell’allevare, del recuperare e del trasformare le risorse locali, senza esaurirle, sono al centro delle proposte formative della Trappa.
• Istruire lo spirito del non fare così come si istruisce lo spirito del fare.
• Elevare l’indecisione fino a conferirle dignità politica. Porla in equilibrio col potere.
• Immaginare il progetto come uno spazio che comprende riserve, domande da porre.
• Considerare la non organizzazione come un principio vitale grazie al quale ogni organizzazione si lascia attraversare dai lampi della vita.
• Avvicinarsi alla diversità con stupore.

Negli anni ’70 nasce in Francia l’“ecomuseo”, un’invenzione lessicale di Georges-Henri Rivière (1897-1985) e Hugues de Varine (1935), nata casualmente nel 1971 per rispondere a una richiesta della politica francese e diventata progressivamente il termine più utilizzato per denominare nuove forme museali, defnite “eretiche” perché senza collezioni, senza conservatori, senza pubblico.
Protagonisti del percorso di “decolonizzazione culturale” della Nouvelle Muséologie, entrambi approfondiranno in seguito l’idea ecomuseale, il primo elaborando una famosa definizione evolutiva, il secondo accompagnando lo sviluppo degli ecomusei in senso comunitario.
L’ecomuseo come strumento; “specchio” in cui la popolazione si riconosce e attraverso il quale si presenta; espressione dell’uomo, della natura, del tempo; interpretazione dello spazio; laboratorio; luogo di conservazione; scuola.
L’ecomuseo come comunità che prende coscienza in relazione a un territorio, con una funzione educativa fondata su un patrimonio culturale e un’organizzazione cooperativa orientata al futuro.
In questa doppia prospettiva, nel Biellese occidentale, prende forma dal 1997 l’Ecomuseo Valle Elvo e Serra, parte dell’Ecomuseo del Biellese promosso negli stessi anni dalla Provincia di Biella e istituito nel 2000 dalla Regione Piemonte, prima in Italia ad assecondare lo sviluppo del processo ecomuseale.
Un gruppo di persone, residenti nei 15 comuni delle comunità montane Alta e Bassa Valle Elvo (oggi riunite nell’Unione Montana Valle Elvo), si appassionano all’idea e iniziano, dal basso e a partire dalle proprie diferenti inclinazioni (“curvature” si direbbe oggi), una riscoperta della propria storia (emigrazione, religiosità popolare, personaggi signifcativi per la cultura locale...) e una riabilitazione dei propri legami con alcuni luoghi peculiari, dedicati a temi specifci: “tradizione costruttiva” alla Trappa di Sordevolo, “civiltà montanara” a Bagneri, “lavorazione del ferro” a Netro e Mongrando, “ricerca dell’oro nella Bessa” a Vermogno. A questi si aggiungeranno i siti di Donato, Sala Biellese e Zimone, dedicati all’“emigrazione”, alla “Resistenza” e ai “carri agricoli”.
[…] nasce nel 2021 l’idea di una “scuola” che metta a sistema le molteplici attività auto-formative sperimentate negli anni dall’ecomuseo: una scuola pernuovi abitanti, dove imparare insieme l’arte del coltivare, allevare, recuperare, trasformare.
Una “scuola senza pareti”, che non occupa ma crea spazi, che non chiude ma apre, che non preclude ma include preventivamente, rivolta a tutti gli spaesati in cerca di un “paese”, di una “casa comune” in cui nuovamente riconoscersi.
Una scuola tentativa, basata su una progettazione che non sia un fine ma un mezzo (Giancarlo De Carlo), fluida e quindi complementare alle istituzioni formative, potenziale e pronta ad attivarsi quando il terreno è fertile, come un seme che improvvisamente germoglia, resiliente e resistente.
[…]
Tratto da “Imparare Facendo. Riparare il mondo partendo dalla Z” libro edito da Multimage che verrà presentato per la prima volta proprio alla Trappa di Sordevolo il 4 maggio 2025 alle ore 15:00

Per chi vuole passare l’intero week end alla Trappa
Sabato 3 maggio
Ore 9: ritrovo a Sordevolo e salita alla Trappa con riconoscimento erbe con Fabio Porta + pranzo con erbe alla Trappa: € 30
Cena + notte + colazione alla Trappa: € 50 (45 se si portano lenzuola (sacco a pelo e asciugamano)
Domenica 4 maggio
Mattino: escursione a Bagneri, partecipazione all’inaugurazione del laboratorio di falegnameria (programma di massima nella mail seguente) con rimando al pomeriggio alla Trappa per la presentazione del libro (pranzo al sacco)
Ore 15: presentazione del libro alla Trappa
Per prenotare scrivete a coordinatore@ecomuseo.it (S'ouvre dans une nouvelle fenêtre)